Scorrendo tra le foto di facebbok, noto che Simone ha postato una foto, incuriosita la apro e sento letteralmente il mio cuore che si spezza in due.
Simone, con Valentina, in un locale con la sua compagnia e tutta la scuola. oh. Avrò fissato la foto per circa un'ora, e il dolore non ha smesso di placare dentro di me, per un secondo. Sono così felici senza me.
Sono in un locale che conosco, è molto famoso quì in zona, e io non sono stata invitata. Magari non ci sarei andata, ma almeno il pensiero poteva esserci.
Presa dal panico gli scrivo - Ah quindi mi scarichi così? -
Non mi aspetto che risponda dato che passerà la notte là, spengo il telefono e mi metto a piangere con un dolore dentro che non è paragonabile a nulla.
Non mi reputo forte, ma forse proprio adesso devo esserlo, per me e per le poche persone che mi vogliono bene, e sopratutto adesso che stò cambiando, per gli altri.
Sono andata a vomitare svariate volte la notte, e non ho dormito nulla, ma ho pensato solo e solamente a quella foto.
***
All' alba accendo il telefono consapevole di autouccidermi così. Non ha risposto. Ho troppa rabbia dentro, troppa. E ho bisogno di sfogarla in qualche maniera. Mi alzo dal letto con gli occhi gonfi e le lacrime calde sulle guance. Mi faccio strada per la stanza e inizio a prendere a calci e a pugni tuttociò che mi capita davanti. Sento dolore, sopratutto quando il mio pugno finisce sul muro. Ma mi piace, e una sensazione piacevole. Devo sfogarmi, e lo stò facendo nel modo giusto. Il sangue iniziò a colare dalle mie nocche fino a sporcare il muro, ancora dolore, di più. Ne avevo bisogno di più. Più ne avevo, più ne volevo. I miei pugni diventavano sempre più precisi e forti fino a fare una piccola crepetta nel muro. Mi sento soddisfatta, ho smesso di piangere e la rabbia è tutta là, in quella piccola crepetta con un pò di sangue sul muro. Le ferite iniziano a bruciare e per un attimo mi godo quel bruciore che in quel momento sembrava darmi sollievo. Vado a pulirmi le ferite, e l'acqua diventava sempre più rossa col passare dei minuti.
- Cazzo - Continuo a strusciare un panno umido sulla ferita che si è formata tra le nocche, che con il passare dei minuti diventavano sempre più gonfie e nere, fino a non riuscire quasi più a muoverle.
Pulisco per bene la ferita, con acqua corrente e inizio a pentirmi di quello che ho fatto, forse si poteva evitare e prendere a pugni il cuscino invece che il muro.
Però mi ricordo quella sensazione piacevole che mi dava, e sorrido.
***
Sento la voce di Maria di sotto, e io sono là a fissare il muro con del giacchio sulla mano fasciata.
- Sara? - Maria mi chiama.
Che vuole ora? l'appuntamento non era ora.
- Sara? - urla quando mi vede - Che cazzo hai fatto?- mi prende la mano.
- Non urlare,mi fà male la testa- fisso ancora il muro.
Mi prende la faccia tra le mani e mi guarda fisso negli occhi. - Non mi rispondevi ai messaggi, allora dato che mi stavo annoiando sono venuta qua. Che cazzo hai fatto? -
Gli brillano gli occhi, non capisco il perchè. Alla fine io provavo piacere nel farlo, sono felice ora che mi sono sfogata, dovrebbe essere felice. - Mi è piaciuto - dico con una voce placata e calma.
- Cosa ti è piaciuto? - urla ancora. - Cosa è successo? - scandisce la parole.
- La foto - fisso ancora il muro.
- Che foto? - mi prende in mano il telefono.
Lo sblocca e la foto è là, bella nitida davanti a lei.
Maria pov's:
Ho visto Sara soffrire parecchie volte, ma non la credevo capace di questo, Ho il suo telefono in mano con una foto di Simone e Valentina su un social. - Oh - sospiro. La guardo mentre fissa il muro, con le lacrime che esprimono dolore e indifferenza, mi avvicino a mi inginocchio davanti a lei, non si muove di un millimetro, le asciugo le lacrime e le tolgo la fascia dalla mano. - Ma che cazzo hai fatto? - Gli urlo. Ma si lamenta di non urlare, perchè ha mal di testa. Cerco un disinfettante da qualche parte e gli pulisco bene la ferita.
-Tranquilla, ci sono io- Gli dico mentre gli disinfetto per bene la ferita. - Hai voglia di spiegarmi cosa è successo?- Voglio farla sfogare con me, Non con il muro.
-La foto - Continua a dire,mentre fissa il muro. Sembra non provare più emozioni, Mi fà tenerezza. Davanti a me, ho una ragazza, che soffre.
- Ehi guardami - le dico con calma. Mi guarda e ha due occhi che fanno paura. Si capisce che ha pianto tutta notte. - Ora tu parli, con calma, mi dici quello che è successo- mi siedo affianco a lei.
- Ieri sera, ho aperto la foto, e dovevo sfogarmi, sentivo la rabbia in me - Gli asciugo le lacrime mentre dice quelle parole. - Ora ci sono io, rincominciamo da capo? - le dico.
- Rincominciare da capo? - mi guarda. - Si, vuuole vederti soffrire ma tu sei più forte ricordi?-
Si asciuga le lacrime e si lamenta del dolore alla mano. Gliela fascio, per bene.
Mi sorride, è stanca, ma voglio farla andare via di quà e farle prendere un pò d'aria.
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Pride
Teen FictionL'amicizia può finire in svariati modi,ma a volte ti distrugge in maniera totale,sopratutto quando la protagonista è innamorata del suo migliore amico. Ma che succederà poi?