5.

48 1 2
                                    

Ci troviamo davanti ad un grosso edificio pieno di gente, dire che sono agitata è poco.  Non sò come andrà la serata ma spero vivamente di svagarmi e di liberare la testa di tutto, almeno per queste ore. Mi mordo il labbro, cosa che faccio sempre quando sono nervosa e agitata.

- Calma, vedrai che andrà bene. Tu pensa solo a divertirti capito? -

Quelle parole mi incoraggiano un pò. - Giusto, hai ragione - le pongo un sorriso dolce.

Entriamo e noto sugli spalti già molta gente. Il campo è molto grande. Non vedo l'ora di veder giocare i ragazzi.

Maria mi invita a seguirla  e fortuna vuole che ci siano due posti liberi in prima fila. C'è molta gente, e le voci si uniscono in un forte brusio;

Manca un quarto d'ora e ho il tempo di guardarmi un pò in giro. Maria nel frattempo stà parlando con un ragazzo, credo sia del terzo. Mentre guardo tra gli spalti mille ragazzi e ragazze che parlano tra loro, noto una faccia conosciuta: VALENTINA. Mi sale la nausea. Stà ridendo e scherzando con una ragazza che ho già visto a scuola. Valentina ha un vestitino viola scuro che se le copre le cosce è già tanto, ha un paio di tacchi color nero  e i capelli lisci che le scivolano sulle spalle.

Cerco di aver l'attenzione di Maria, che notandomi saluta il ragazzo e si avvicina a me. - Hai visto chi c'è? -

- Chi? - mi guarda preuccupata.

- Valentina, Colei che ha portato Simone via da me. - Avrei voluto dirlo nella mia mente.

- oh, beh, ma tu sei più forte, lei vuole solo vederti soffrire -

In effetti sembra che ci provi gusto a farsi scarrozzare da Simone in ogni dove, e a lui non sembra dispiacere. Ma alla fine se qualcuno deve perdere qualcosa, quello è lui.

Mancano cinque minuti all'inizio della partita, e guardo di fretta il cellulare. Intanto Maria parla con una ragazza affianco che mi presenta.

- Lei è sara, è del mio corso - mi indica.

- Piacere Martina - sorride. Mi stà simpatica, non sembra una ragazza altezzosa.

- Lei è del secondo anno come noi, e dell' aula accanto -

Le sorrido e lei ricambia.

Una voce fuori campo invita tutti a sedere e un ragazzo si siede accanto a me, ma non mi degna di uno sguardo. Normale, beh non ha tutti i torti, sembro uscita da un film degli anni quaranta, sono diventata molto autocritica;

  Le due squadre entrano accompagnate da un flagoroso applauso.

Simone non sà che sono quà e credo che anche se lo sapesse non gli dia molta differenza, saluta Valentina con un bacio e sento il mio cuore smettere di battere. Abbasso lo sguardo per qualche secondo, ma cerco di farmi forza. Mi sorprendo di aver così tanto autocontrollo da non scendere in campo e uccidere lui e la sua amichetta.

Presentano i giocatori uno a uno, e poi la partita ha inizio con un fischio dell'arbitro. Non ne capisco molto di basket, infatti quando vedo Maria che si alza e esulta lo faccio a mia volta.

Il primo tempo finisce 32 a 35, per noi ovviamente. Mi inizia a piacere il basket e inizio anche a capire come funziona.

- Allora, ti stai divertendo? - Mi chiede Maria.

- Si inizia a piacermi il basket. -

- Visto? te l' ho detto che ti saresti divertita -

In effetti ha ragione, mi sento bene e inizio a fregarmene di Simone, non è facile ma ci stò provando.

- Domani hai qualcosa da fare? - mi chiede poi.

Ci penso un' attimo. - No, perchè? -

- Ti va di venire con me a fare un pò di shopping? -

Ci penso. Potrebbe essere la mia svolta,si inizia dal look prima. - Si va benissimo -

- Domani mattina va bene? Così facciamo colazione -

- Sisi perfetto - sorrido.

Noto che molti ragazzi tirano occhiate a Maria. Vorrei essere come lei.

Il secondo tempo rinizia e le squadre iniziano a giocare, ad ogni canestro le persone si alzano ed esultano, mi piace l'atmosfera di rivalità, è una rivalità non violenta ma piacevole.

Il secondo tempo termina e noi vinciamo con una differenza di cinque punti. Esultano tutti e applaudono.

Le squadre entrano negli spogliatoi e le persone iniziano ad uscire, Io e Maria restiamo dieci minuti a parlare con Martina, è una bella persona.

Scendiamo le scale per uscire, ma in quel momento un ragazzo mi spintona per sbaglio.

- Scusami - Si gira e mi sorride.

- Nulla, tranquillo - L'ho già visto. E' un'amico di Simone, e gioca nella sua stessa squadra.

- L'ha fatto apposta - ride maria.

- Mavva, ti pare? - la guardo e rido assieme a lei.

- Beh è un bel ragazzo però - mi convince.

- beh, su questo non posso dire nulla - arrossisco.

Arrivo a casa e saluto Maria.

Ma chi era quel ragazzo?..





PrideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora