Pride

41.

Mi ritrovavo ancora per una volta, in un bivio,il mio cuore non voleva decidersi, e la mia testa era nella confusione più totale.

Devo decidermi. Assolutamente, oppure lasciar andare le cose tanto mi sarei trasferita? Quelle idee non facevano altro che fare capolino nella mia testa, senza mai riprendere il volo. Mi assillavano fino a logorarmi di sensi di colpa, fino a farmi stare male con me stessa.

Al suono della campanella, corro fuori dalla classe, cerco di non guardare in faccia a nessuno, ho paura di incontrare Simone, mentre vado incontro ad Alessio, penso al da farsi.

- Hey piccola - Mi bacia.

Mi viene da piangere, lacrime di sensi di colpa e di indecisione, mi fa male il cuore, un nodo alla gola mi impediva di respirare.

- Che hai? - Mi ha chiesto, vedendomi forse in silenzio. 

L'ho guardato, questione di secondi e non ho potuto resistere, ho iniziato a piangere, più piangevo e più mi Sentivo male. Non ho idea di cosa ho bisogno, non lo so.

Con insistenza continuava a dirmi, e a chiedermi il perché del mio pianto.

Il nodo alla gola si faceva più insopportabile, non capivo più nulla, la testa ha iniziato a girare, e il petto ha farmi male con insistenza.

- Sara? Stai bene? - Alessio era in panico più totale.

Ho iniziato a tremare; Soffro di attacchi di panico fin da quando sono piccola, sopratutto se mi faccio prendere dall'emozione o dall'ansia. 

Avevo bisogno di sedermi e di tranquillizzarmi.

Alessio penso abbia capito, perché mi ha portato su una sedia, probabilmente delle bidelle.

Dopo cinque minuti intorno a me c'era una marea di gente che parlava, cosa che non faceva altro che farmi stare più male.

- portami via - Dico ad Alessio.

Mi prende per un braccio e mi porta nei giadini dietro scuola, facevo fatica a reggermi in piedi, mi fece sedere sul gradino davanti scuola e grazie a lui, mi sono calmata.

Ora dovevo parlargli.

- Ti devo dire una cosa - Dico guardandolo e mordendomi il labbro. 

- Dimmi - Sembra preoccupato. 

Faccio un respiro profondo.