Uscimmo di casa nell'istante in cui l'ultimo raggio di sole dava l'addio ad un mondo che non avremmo più rivisto.
C'è un dettaglio su cui non mi sono concentrato prima, un particolare che molto probabilmente ci salvò la pellaccia.
La mia abitazione era stata costruita sulla sommità di una piccola collina; ciò significa che, da alcune postazioni, si intravedevano scorci della superstrada che conduceva in città. Stavamo camminando attraverso un prato incolto e irregolare quando Zeta mi bloccò con un braccio.
"Elja. Cos'è quello?"
Seguii la direzione del suo indice e vidi qualcosa sulla superstrada. Era un bagliore tenue, appena accennato.
"Sembra un posto di blocco della polizia." dissi.
"Dobbiamo evitarlo." rispose Rachel.
"Possiamo aggirarlo, ma non credo che saremmo i primi a provarci."
Rachel annuì. Notai che stava elaborando qualcosa. Quando lo faceva, arricciava il naso in un modo che aveva del comico.
Stava per esprimere le sue elucubrazioni, quando qualcosa spezzò quel silenzio innaturale.
D'istinto, ci abbassamo tutti, persino Anubi.
Spari. Ero pronto a giurare che quelli fossero dei dannati spari. Di più, si trattava di vere e proprie raffiche.
Ancora chinato sull'erba secca, provai ad alzare la testa per dare un'occhiata.
Non vidi un fico secco. Il buio si era addensato su quella maledetta strada, e la distanza di certo non aiutava a chiarirmi le idee sull'accaduto.
Restammo lì, sdraiati nella polvere, per molto tempo. Ascoltammo il ritmico andirivieni di proiettili sibilanti.
Poi, ad un tratto, tutto ripiombò nel silenzio.
Se prima era stata inquietante, ora quella totale assenza di rumore dava filo da torcere al peggiore dei film horror.
Guardai Zeta e Rachel, in attesa di essere illuminato da un'idea.
Per un attimo fui sfiorato dall'intenzione di fare dietrofront. Quando mi voltai, però, capii che c'era solo più una direzione percorribile.
Il cielo, alle nostre spalle, era tinto di blu. Un blu completamente innaturale, come se un pittore ammattito avesse cercato di imprimere la sua follia su una tela. Non avevo mai visto niente del genere e, a giudicare dai volti di Rachel e Zeta, non ero il solo.
Senza dire una parola, fummo tutti d'accordo. Dovevamo continuare.
La collina scendeva dolcemente verso la superstrada. Mentre misuravamo lentamente i passi, mi accorsi che il bagliore del posto di blocco non c'era più.
Mi si accese più di un campanello d'allarme, ma la mia testaccia mi ordinò di continuare.
Quando arrivammo all'altezza del posto di blocco, compresi che nessuno di noi sarebbe tornato a casa per poter raccontare ciò che aveva visto.
C'era un'auto della polizia lungo la strada, perpendicolare al senso di marcia. E c'erano cinque agenti in divisa, con le mitragliatrici in mano.
I loro corpi erano martoriati, quasi sventrati. Erano riversi l'uno sull'altro, come in una fossa comune. Sembravano essere stati uccisi a mani nude.
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The End
Science FictionQuesta storia comincia dalla fine. La fine di tutto. "Immaginatevi di svegliarvi un giorno e di scoprire che il mondo che conoscete è finito. Questa è la mia storia." #2 in Fantascienza [12.04.2016]