Vorrei stilare un elenco di tutto ciò che quell'indimenticabile esperienza mi ha insegnato, ma non possiedo abbastanza diari per farlo, per cui ho stabilito delle necessarie priorità.
Fra queste, una che ho ben impressa nella mente è scritta qui di seguito: godetevi il vostro corpo e la vostra mente fintanto che siete in salute.
Il che significa: correte, ridete, rotolate, fate l'amore - e chiamatelo sesso, se non volete legami -, pensate e gioite del vostro benessere, perché non dura per sempre.
Prendete me, ad esempio.
Avevo un foro da proiettile nel corpo e continuavo a rimpiangere il dolce star bene di cui avevo potuto godere fino a poche ore prima.
In quel momento, credevo di avere appena messo piede dentro ad un tunnel senza uscita.
Mi risvegliai con le guance bagnate. Era buio.
"Rachel?" chiesi.
Sentii dei passi alle mie spalle. Zeta.
"El, come stai?" mi chiese, con lo sguardo corrucciato.
"Ho avuto... giorni migliori. Dove sono Trix, Abraham... e Tabytha?"
"Non sono ancora arrivati. Stanno tagliando i cavi dei generatori di emergenza per attirare i soldati fuori di qui."
"Soldati? Non... li ha uccisi... Rachel?"
"Non tutti. Ma dammi retta, quella ragazza è un piccolo hacker. Ha bloccato questo intero livello cambiando le password di accesso, per poi tendere una trappola a Katia e ai soldati che erano con lei."
"Davvero?"
"Puoi dirlo forte. Li ha chiusi nella zona panoramica e ha aperto il tetto meccanico. La pioggia li ha cotti come involtini primavera. Ma prima ha fatto in modo che Katia le desse i mezzi per salvare te e... Johan." concluse, con un velo di tristezza negli occhi.
"E voi?"
"Noi abbiamo portato lontano una decina di soldati, per poi coglierli di sorpresa. Rachel mi ha trovato in meno di due ore. Adesso non resta che occuparci dei soldati nel livello inferiore. Ci vorrà un po', prima che si accorgano di non poter più entrare qui, ma succederà. E noi dovremo essere pronti."
"Quanti... ce ne sono, ancora?"
Zeta guardò in alto, pensieroso.
"Suppongo fra i trenta e i cinquanta. Sì, sono un esercito, ma ci sarà pure il modo di liberarci di loro."
"E dopo?"
"E dopo ci occuperemo della pioggia."
Fummo interrotti dal rumore della porta. Preceduti da un fascio di luce, entrarono Rachel e Anubi.
"Ho scoperto qualcosa!" disse Rachel, agitando con la mano una risma di fogli ingialliti. "Se ho capito bene, un mese e mezzo fa i militari hanno testato il prototipo di un'arma di distruzione di massa in un deserto a novecento chilometri da qui. Qualcosa è andato storto -non chiedetemi cosa, perché non ne ho idea-, ma l'atmosfera si è saturata di ossidi di zolfo e azoto. Questo miscuglio sottoforma di vapore ha incontrato un uragano in fase di accrescimento e questo è il risultato." disse, allungando un dito verso l'esterno. "Forse non volevano creare questa situazione, ma l'hanno poi sfruttata." concluse.
"Stai dicendo che ci troviamo sotto un uragano... acido?" chiese Zeta.
"Si. E, a quanto pare, non siamo gli unici." rispose Rachel, sollevando alcuni fogli verso di noi.
Nella tenue luce della torcia, distinsi alcune foto. Erano di bassa qualità, come se fossero state sviluppate in fretta e furia.
Ritraevano i continenti. O, meglio, le enormi formazioni temporalesche che li stavano flagellando.
"Tutto... il mondo?" chiesi, terrorizzato. Rachel annuì.
Eravamo davvero di fronte alla fine?
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The End
Science FictionQuesta storia comincia dalla fine. La fine di tutto. "Immaginatevi di svegliarvi un giorno e di scoprire che il mondo che conoscete è finito. Questa è la mia storia." #2 in Fantascienza [12.04.2016]