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Se c'è una cosa che ho imparato nella mia breve vita, beh, questa si racchiude in una semplice frase: mai sottovalutare la situazione.
Troppe volte mi sono trovato fra l'incudine e il martello solo per aver preso sottogamba una determinata serie di fattori.
In quel momento era esattamente ciò che provavo a ficcarmi in testa: alcuni potrebbero sopravvivere.
Avevo lasciato andare il freddo materiale coriaceo della granata.
Vidi l'ordigno precipitare nel vuoto, verso il fumo e mi preparai all'impatto. I soldati avevano smesso di sparare; li sentivo tossire e urlare fra di loro.
Nonostante il chiasso, distinsi il tintinnio provocato dal contatto fra la granata e il pavimento. Contai i secondi.
1...2...3...
Un boato sconquassò l'intero edificio dalle fondamenta. Non avevo mai sentito niente del genere.
Sembrava di essere stati sollevati e scossi come dadi da gioco nel bicchiere di un pirata.
Guardai in basso. Lingue di fuoco avvolsero ogni cosa; percepii il calore solleticarmi la pelle anche a quella distanza.
Mi giunsero alle orecchie urla strazianti, e per un attimo la parte razionale del mio cervello si fermò a chiedermi se ero un mostro.
Cercai di non pensarci. Non potevo permettermelo.
Ci preparammo. Ognuno di noi imbracciò la propria arma e cominciammo a scendere le scale. Lentamente.
Dopo qualche minuto, quando eravamo ormai al primo piano, sentii un rumore. Sapevo che qualcuno era sopravvissuto, ne ero certo, e adesso era più che mai motivato ad ucciderci.
Udii dei passi nella nostra direzione.
Ho letto un libro, una volta, che parlava delle tecniche di difesa contro gli animali selvatici delle popolazioni indigene.
Alcune di queste, per disorientare le belve feroci, utilizzano un escamotage così semplice da far quasi ridere.
In quel momento, quel dannato libro mi rimbombava nel cervello, urlandomi di provarci.
Non ero sicuro che avrebbe funzionato anche con gli umani, ma qualcosa, nel mio subconscio, continuava a ripetermi «Gli umani sono più stupidi delle bestie, provaci!»
Ci provai. I passi erano sempre più vicini, e noi eravamo sempre più nel panico.
Uno dei gradini su cui eravamo appollaiati era spaccato, ed una piastrella divisa a metà penzolava verso il basso. Ne presi un frammento fra le mani e lo strinsi.
Il soldato era ormai ad un passo. Ancora una rampa di scale e ci avrebbe visti.
Sollevai la piastrella e, approfittando di essere ancora nel punto cieco, la lanciai alle spalle del militare. La mattonella colpì una finestra e infranse rumorosamente il vetro.
D'istinto, il soldato si girò e aprì il fuoco, dandoci le spalle. Mirai alla testa e lo eliminai con un singolo colpo.
Sentii una voce dal basso.
"Ehi, tutto bene lassù?"
Provai ad imitare una voce che non conoscevo, pregando che il mio interlocutore non se ne accorgesse.
"Si. Era solo un uccello contro una finestra."
Silenzio.
Si era accorto di aver parlato con la persona sbagliata?
Pensai che fosse inevitabile. Poi mi rispose.
"Ok. Trova quei figli di puttana. Io ti sto leggermente dietro."
Aveva abboccato. Lasciai andare il respiro che non sapevo di aver trattenuto e mi voltai verso gli altri.
Zeta mi fece segno con il pollice. Jeffrey si avvicinò.
"Da quanto dice, sembrano essere rimasti solo in due." sussurrò.
Annuii. Se non avevamo fatto male i conti, quello al piano di sotto era l'ultimo. E avevamo un vantaggio su di lui.
Guardai Rachel e Trix.
"Voi rimanete qua con Anubi.", dissi, "Noi togliamo di mezzo l'altro soldato e torniamo a prendervi."
Cominciammo a scendere verso il pianoterra. Sentivo il cuore danzare nel mio petto come una ballerina instancabile.
Ero terrorizzato. Ma dovevo continuare, e dovevo trovare il modo di uscire da quella trappola.
Eravamo al piano terra. La parte sinistra era deserta. Dalla parte opposta, qualcosa si mosse.
Un rumore metallico mi fece sobbalzare. Io,Jeffrey e Zeta ci voltammo, sollevando le armi.
Ad un tratto, un'orribile consapevolezza mi scosse le membra. Successe troppo tardi.
Sentii un'arma premuta fra le scapole e compresi cos'era successo. Avevamo sottovalutato la situazione.
Eravamo caduti nella stessa trappola che avevamo teso pochi istanti prima.
Una voce alle mie spalle disse qualcosa.
"Fine dei giochi."

The EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora