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Se pensate che io sia una persona immorale, dannazione, toglietevelo dalla testa. Ho un rigoroso codice etico personale che, vi garantisco, ho sempre rispettato alla lettera.
Ma quella notte, quella notte in cui il mondo finì, dovetti mettere da parte tutto ciò che avevo sempre considerato colonna portante della mia persona.
I corpi senza vita dei poliziotti erano di fronte a noi. Un ammasso di carne esanime.
Guardai Rachel. C'è una cosa che dovete sapere. Rachel non era solo la donna della mia vita: lo sarebbe stata anche per ognuno di voi, e molto probabilmente anche per qualcuna di voi. Aveva delle caratteristiche fisiche, sociali e morali che la rendevano unica ed inimitabile. A volte mi dava la sensazione di non esistere tanto era meraviglioso il suo modo di stare al mondo.
In quell'istante vidi il suo occhio destro brillare, e seppi cosa stava per fare. Non era una facile al pianto, caspita, proprio no. L'avevo vista piangere solo una volta, prima.
Ma come vi ho già detto, quella notte le regole erano sprofondate come pietre in uno stagno.
Mi avvicinai a lei con circospezione e la abbracciai. Percepii i suoi capelli sul viso e le sue umide lacrime sulla pelle del collo.
Lanciai un'occhiata a Zeta, che mi restituì uno sguardo di consenso. Il mio fratellino.
Dopo qualche secondo Rachel mi ringraziò. Il suo modo di piangere, silenzioso e privo di singhiozzi, mi lasciava dentro il vuoto più totale.
Mi accorsi che Anubi se ne stava chinato sull'asfalto con le orecchie basse e i grandi occhi tristi.
Mi chinai e gli passai una mano fra i lunghi peli morbidi e neri come la notte, quella normale, almeno.
Lui si accoccolò vicino ai miei piedi e mi leccò la mano, come per dire «Ehi amico, sto bene, ora pensiamo a fare ciò che va fatto». Lo facemmo.
Mi guardai attorno con circospezione, temendo all'improvviso di diventare carne da macello, e mi avvicinai ai poliziotti.
Presi le armi, cinque grosse mitragliatrici, cercando di non pensare a dove diavolo stessi mettendo le mani.
La mia esperienza videoludica mi aveva insegnato molto sulle armi e sulla guerra ma, ve lo garantisco, sentire il peso di una macchina della morte che grava sui vostri muscoli non può essere paragonato a nessun videogioco.
Adesso starete pensando che, come ogni protagonista di ogni storia su questo pianeta, a quel punto avrei spiegato a tutti come si usa un'arma del genere.
Ebbene, vi sbagliate. Non avevo idea di come cavolo si armassero quei maledetti cosi. Non sapevo nemmeno come si imbracciavano.
Decisi che ce ne saremmo preoccupati più tardi.
Escludemmo subito l'auto della polizia come possibile mezzo di trasporto. Qualunque cosa avesse ucciso gli agenti, era stata attirata da luci e rumori. Proseguire a piedi era l'unica opzione.
Guardammo verso est, dove la superstrada puntava decisa verso la città.
Ritornammo a camminare sull'erba ingiallita, mentre su di noi sentivo gravare l'immenso peso del cielo "blu follia", oltre a quello di cinque mitragliatrici.
Sentii che avevamo paura.
Eravamo tre ragazzi e un cane, accidenti, che altro avremmo dovuto fare?

The EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora