Se avessi avuto l'opportunità di scegliere dove e quando morire, beh, non avrei di certo scelto il sudicio pavimento di una metropolitana come teatro della mia disfatta.
E avrei cercato di strappare alla Morte qualche anno in più, sicuramente.
Non scegliamo dove nascere e non decidiamo dove morire, di certo non possiamo vantarci di possedere il tanto agognato "libero arbitrio".
Ma c'è qualcosa di affascinante in quel perverso dittatore che è la vita: spesso, quando siamo sul punto di abbandonare questo mondo, ci dà l'occasione di decidere come farlo.
Ho sempre pensato che, se si fosse presentata la possibilità, sarei voluto morire combattendo.
In quel momento mi sembrò l'unica alternativa.
Come vi ho detto, non ebbi il tempo di ascoltare le paure di Rachel, perché queste ultime si materializzarono alle mie spalle.
Sentii la gelida bocca di fuoco di un'arma puntata sulla nuca e la voce roca di un uomo.
"Voltati. Non provare a scappare o a prendere quell'arma."
Alzai gli occhi e vidi tre soldati fare lo stesso con Rachel, Zeta e Trix.
Anubi scoprì i denti, ma gli dissi di stare tranquillo e lui tacque.
"Cosa volete?" chiese Zeta, con le mani sollevate in segno di resa. Rispose l'uomo alle mie spalle.
"Le vostre armi, i vostri cadaveri..." disse. Poi, con una risata, "Ma le ragazze le prendiamo vive, tranquilli."
Non sono facile alla violenza. Se proprio volete saperlo, io e la violenza siamo sempre vissuti su due pianeti diversi.
Ma c'era una cosa che non avrei mai permesso, anche a costo di morire.
Nessuno avrebbe mai toccato Rachel contro la sua volontà senza prima aver calpestato il mio cadavere.
"State violando ogni legge esistente." disse Trix. L'uomo dietro di me rise di gusto, e gli altri lo imitarono.
"Noi siamo la legge!" esclamò fra le risate, come in un film poliziesco di serie B.
Era così preso dai suoi vaneggiamenti che non si accorse di ciò che stavo facendo. Fra la tante cose che mi sono scordato di dirvi, una è fondamentale per la piega che prenderà fra poco la storia.
Il mio caro, vecchio Anubi non era solo un cucciolo di formidabile intelligenza, ma anche il figlio di un cane poliziotto di innato talento.
Non mi intendo molto di fattori genetici ereditari, ma quel che posso dirvi è che Anubi, fin dal principio, si era dimostrato all'altezza del genitore. Senza pensarci su, mi ero assicurato di insegnargli qualche trucchetto del mestiere sbirciando su Internet.
Gli feci un gesto con la mano. Un gesto rapido, impercettibile, che nessuno poteva interpretare.
Vidi una scintilla nei suoi occhi, ed ancora una volta mi stupii di quanto fosse intenso il legame fra di noi.
L'uomo che teneva Rachel, impegnato a sganasciarsi dalle risate, si era leggermente discostato, da lei, e metteva in bella mostra i suoi bei denti bianchi, con il mento rivolto verso l'alto.
In un decimo di secondo si ritrovò la gola squarciata dalle fameliche fauci del mio cucciolo.
Successe tutto in fretta, ma mi trovai di nuovo a vivere al rallentatore.
Affondai il gomito verso l'uomo alle mie spalle, nella zona che doveva corrispondere ai testicoli.
Il colpo andò a segno, a giudicare dal gridolino sorpreso e decisamente non virile che sentii provenire dall'energumeno.
Ruotai su me stesso e staccai la spina. Certe cose non vanno vissute. Feci pressione sul grilletto della mitragliatrice e mandai quel mostro all'Inferno.
In quel momento, una terribile consapevolezza mi attraversò la mente. Non avevo colto di sorpresa solo i soldati, ma anche i miei amici.
I primi erano addestrati a subire improvvise imboscate, ma Rachel, Zeta e Trix no.
Sentii tre spari.
Mi voltai temendo il peggio.
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The End
Science FictionQuesta storia comincia dalla fine. La fine di tutto. "Immaginatevi di svegliarvi un giorno e di scoprire che il mondo che conoscete è finito. Questa è la mia storia." #2 in Fantascienza [12.04.2016]