Guardo allo specchio il mio riflesso e penso: posso farcela, posso farcela,posso farcela.
Lo ripeto come un mantra, da due ore.
Camicetta azzura, jeans skinny, converse bianche, una coda che tiene legate le mie onde castane, due grandi occhi verdi che mi guardano.
Il problema, però, non è ciò che tutti vedono, ma ciò che provo io. Il magone che sento allo stomaco ogni volta che nella mia vita ci sono dei cambiamenti all'orizzonte e, ormai, il cambiamento lo posso toccare con le dita. È oggi. Il primo giorno di college.
- Amelia, arriveremo tardi! Hai due muniti di tempo, poi salgo!
- Arrivo mamma, prendo le ultime borse e scendo!
Rivolgo il mio sguardo, per l'ennesima volta, alla figura riflessa e ripeto nella mia mente:
Posso farcela, non è nulla di difficile, dai Amelia!
- Amelia! - grida mia madre - sto per salire!
- Arrivo!
Prendo la borsa con il mio PC e la mia felpa e scendo le scale, in sala c'è mia mamma che mi aspetta e che mi guarda con gli occhi pieni di orgoglio. La sua unica figlia va al college, dopo tanti sacrifici finalmente il sogno di entrambe si realizza.
Eleonor Philipson si è dovuta rimboccare le maniche, per tirare su una figlia da sola e all'età di sedici anni, non ha mai chiesto aiuto nè ai miei nonni nè a quel donatore di sperma che non ha il diritto di essere chiamato padre. Ha fatto miliardi di turni di notte come infermiera solo per mettere qualcosa da parte nell'attesa di questo giorno, ecco perchè non mi sono mai permassa distrazioni durante tutti i miei diciotto anni: niente feste, niente ragazzi, solo Rachel, la mia amica del cuore, con la quale ho condiviso tutto, fino a quando non ho scoperto ogni cosa.
- Tesoro, hai preso tutto? - mi chiede mia madre
- Sì mamma. Numero dell'alloggio, documenti, Pc. Le valige sono già in macchina quindi possiamo andare.
Mia madre prende la sua tazza di caffè d'asporto e va in macchina, do un'ultimo sguardo alla mia casa, nella quale non tornerò per diversi mesi, e salgo in macchina.
Oggi è un nuovo inizio.
Da Port WentWorth alla University of North Carolina a Charlotte ci sono 261 miglia, quattro ore. Le quattro ore più brevi della mia vita.
Arrivate al campus la mamma parcheggia il nostro Pick- up Chevrolet del 1954, ed è una fortuna che sia arrivato fino a qui.
Il campus è pieno di matricole, tutte emozionate e super eccitate per il primo giorno di college. La mamma mi tira per un braccio.
- Amelia, tesoro, sono così felice!
- Anche io, mamma. - le rispondo abbracciandola
- Dai, prendiamo le tue cose andiamo a vedere il tuo alloggio. - dice euforica.
Prendiamo due valige a testa ed entriamo nei dormitori, affollati dalle matricole come me.
- Qual è il numero della tua, tesoro?
- 10 A,primo piano. Corridoio di destra,seconda porta a sinistra.- le rispondo
- Trovata! - esclama mia madre.
Giro la maniglia del mio nuovo alloggio ed entro. La prima cosa che mi colpisce è la luce che inonda la camera, la seconda le pareti color latte e, infine, i capelli fucsia di quella che credo sia la mia coinquilina.
- Ciao, io sono Jillian, ma puoi chiamarmi Jill!
- Piacere, io sono Amelia e lei è mia madre Eleonor. - dico indicandola.
-Salve. - dice Jill e continua - siamo solo noi due in stanza, facendo un giro su te stessa potrai vedere tutto. - ride.
-Spero ci sia almeno il bagno. - dice mia madre
-Sì Eleonor, in quello siamo state fortunate, niente bagno comune, sempre che si possa chiamare fortuna! - le risponde Jill
Faccio un colpo di tosse, imbarazzata al massimo
- Va bene mamma, sarà meglio che portiamo le cose dentro così puoi tornare a casa.
- Certo, Amy. - dice lei ridendo, consapevole del mio disagio.
Prendiamo le valige e le portiamo dentro, mangiamo degli hamburger che ci offre Jill e poi arriva l'ora dei saluti. Mia madre, con le lacrime agli occhi, fa aumentare a dismisura il magone che avevo allo stomaco da questa mattina
- Ok tesoro, non ti farò alcuna raccomandazione o chissà cosa, l'unica cosa che voglio è che tu ti diverta come qualsiasi ragazza della tua età, sei sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle, ma adesso devi goderti il college e fare tutte le pazzie che puoi, perchè alla fine di tutta questa esperienza arriveranno le vere responsabilità. Quindi tesoro, divertiti e goditi il college, ma stai attenta. E chiama ogni volta che puoi.
- Oh mamma, mi mancherai tantissimo! Ti chiamerò ogni volta che potrò... Ti voglio bene!- dico tra le lacrime. Subito dopo ci salutiamo, consapevoli del fatto che non siamo mai state separate l'una dall'altra per così tanto tempo.
Chiudo la porta dell'alloggio e comincio a sistemare i vestiti nell'armadio. Domani, mi riprometto, andrò a comprare qualcosa per rendere un po' più mia la parte della camera e dare un po'di colore.
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanfictionIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...