MATTHEW

101 8 0
                                    

Jillian's POV
Non posso credere che è quello che vuole fare.
La guardo correre verso l' ingresso dell' ospedale, guardandosi indietro sporadicamente per assicurarsi che non la sto seguendo.
Non posso permetterlo di nuovo, anche se questa volta con modalità diverse.
Abbiamo già perso l' unica cosa che ci ricordasse Lucas.
E Matthew merita di avere il suo lieto fine, deve poter lottare per qualcosa.
Ho già il telefono tra le mani e non appena varca l' ingresso dell' ospedale compongono il numero dell' unica persona che può fermarla; poi scendo dalla macchina e mi fiondo verso l'entrata anche io.
Deve cercare di farle perdere il tempo necessario per l' arrivo di Matt.

Matthew's POV
Cerco di rintracciare Amelia da questa mattina all' alba; l' ho chiamata più e più volte ma chiude sempre la chiamata.
Dopo che mi ha chiuso il telefono sono uscito in macchina pensando che magari avrei potuto trovarla da qualche parte, ma niente.
Come se non bastasse mi ha chiamato Coen dicendo di avere delle importanti novità, ma il mio unico e solo pensiero, per adesso, è Amelia.
Ogni volta che tento di chiudere gli occhi mi ritrovo i suoi, pieni di lacrime, a fissarmi.
Mi giro sul letto sbuffando, consapevole del fatto che la mia vita ha preso una piega totalmente diversa da quella che immaginavo; mi sono legato a lei piano piano, giorno dopo giorno; ho provato a fare il duro ma non c'è stato verso: mi è entrata nel profondo del cuore e dell'anima, si è assicurata un posto, anche bello grande, che non lascerà mai.
La suoneria del mio cellulare mi riporta drasticamente alla realtà; con velocità assurda lo prendo e rispondo senza neanche leggere il nome sul display.
-Amelia!- dico sicuro che sia lei.
-No Matt, sono Jill..- dice.
-Jill senti devo lasciare il telefono libero nel caso chiamasse lei.
-Non chiamerà.- dice sicura.
-Che cazzo ne sai tu?- dico alzandomi di scatto dal letto.
-So dov'è e devi venire immediatamente, prima che mandi tutto all'aria.
-Di che cazzo stai parlando?- chiedo confuso.
-Chiama Trev e digli di accompagnarti.
-Perché? Dove siete esattamente?- chiedo ormai nel panico.
-Non è successo niente ma siamo in ospedale!
"Siamo in ospedale" sono le uniche parole che si ripetono nella mia testa; chiudo la chiamata senza neanche riflettere, prendo le chiavi della mia auto e mi infilo le scarpe il più in fretta possibile.
Scendo di corsa le scale chiamando a squarciagola Trevis.
-Amico sono qui, che c'è?- chiede lui.
-Jill e Amelia sono in ospedale.
-I..in ospedale?- balbetta mentre il suo colorito diventa di un bianco cadaverico.
-Sì, ma Jill mi ha detto che non è successo nulla di grave- gli spiego così da tranquillizzarlo.
-Okay forza, andiamo!- dice raggiungendo in pochi passi l' uscita della confraternita e dirigendosi verso la mia macchina.
-Dammi le chiavi!- dice allungando la mano nella mia direzione.
-Come scusa?
-Non ho intenzione di morire. Dammi le chiavi.

Arriviamo in ospedale trafelati; ho la t-shirt tutta sudata e attaccata alla schiena.
Quando entro l' odore tipico degli ospedali mi colpisce l' olfatto riportandomi con il pensiero a qualche anno prima, facendomi vivere sensazioni che non voglio più provare.
Mi guardo intorno alla ricerca di Jill e Amelia ma non vedo nessuna delle due; guardo Trevis che imita i miei stessi movimenti cercando disperati Jill.
-Trev le ho parlato, sta bene. Dobbiamo solo trovarle.- lo rassicuro cercando di infondermi io stesso un po' di calma.
-Sì, hai ragione!
Proprio in quel momento sento la voce di Jill provenire da una stanza poco distante da dove ci troviamo noi, guardo Trev che mi fa cenno con la testa e ci muoviamo rapidamente verso la stanza.
Non busso neanche.
Quando sono dentro vedo Jill rossa in volta e Amy in lacrime.
-E voi chi siete?- chiede la voce di un uomo, l' infermiere presumo.
Lo osservo -Amici.
-Non potete stare qui.
-Lui può- dice Jill -avanti Amy diglielo.
Mi volto a guardarle -Dirmi cosa.
Amelia è un torrente in piena, il viso solcato da copiose lacrime e gli occhi verdi arrossati.
-Amelia...- dico guardandola dritto in faccia.
-Digli cosa stai per fare, forza!- urla Jill.
-Jill, per favore smettila. Che succede splendore?- le chiedo avvicinandomi e toccandole la guancia, ma lei si scosta.
-Non succede niente, è la mia vita e sono le mie scelte!- dice furiosa continuando però a piangere.
-No quando le tue scelte hanno conseguenze sulla vita degli altri!- urla Jill.
-Ma di che cazzo state parlando?
-Chiedilo a lei!- dice Jill indicando con veemenza Amelia.
-Devi stare zitta!- la rimprovera Amelia
-Trev, porta fuori mia sorella. Lei ci dia un minuto, per favore.- dico rivolto all' infermiere.
Aspetto che tutti siano fuori e poi mi avvicino a lei per l'ennesima volta.
-Splendore...- sussurro- mi dispiace! Mi dispiace di averti lasciata senza una spiegazione, di averti data per scontata, di non aver accettato e creduto a quello che ci stava accadendo...
-Matt.. devi andartene.- dice seria ignorandomi.
-Io non vado da nessuna parte. Voglio sapere come stai e cosa è successo.
-Sto benone ed è solo un controllo.
-E perché Jill mi ha chiamato?
-Perché non si sa fare gli affari suoi, lo sai bene no?- dice acida.
-Amelia...
-No! Devi uscire dalla mia vita Matthew! Tu, tua sorella e tutti i vostri problemi! Mi state rovinando la vita!
-Io non ti lascio più..
-Io non ti voglio più..
-Non ci credo. Dimmi qual è il problema, lo risolveremo insieme...
-Il mio problema sei solo tu...
La porta si spalanca mostrandoci la figura del medico con la cartella in mano -Allora- dice leggendo la cartella - possiamo procedere con l' aborto indotto?
Amelia mi guarda sconvolta mentre il mondo mi crolla addosso.
La situazione è chiara abbastanza e ogni cosa torna al proprio posto, ma ne devo comunque avere la conferma.
-Ci deve essere un errore..- dico lentamente.
-Lei è la signorina Amelia Philipson?- chiede il medico guardando Amelia, che non proferisce parola.
-Sì è lei..- dico io.
-Allora non c'è nessun errore. Procediamo?
-Col cazzo che procedete! Esca immediatamente da questa stanza! E tu, tu vieni con me, subito!
-Io non vengo da nessuna parte con te!- dice Amelia tra i singhiozzi.
-Mi scusi ma le chi è?- mi chiede il medico.
-Il padre del bambino!- dico mentre il cuore mi si spezza - e non sono per niente favorevole ad interrompere la gravidanza!
-Non è una scelta tua!
-Credo sia meglio darvi qualche altro minuto- dice il medico congedandosi.
-Come hai potuto? Come hai potuto non dirmi nulla e credere di portarti liberare così di lui?
-Credi che sia facile per me? Credi che non mi si spezzi il cuore alla sola idea? Ma non voglio passare la vita da sola a cercare di portare avanti un bambino; non voglio rinunciare ai miei sogni.
-Sì riduce tutto a questo? Alla rinuncia dei tuoi sogni? Credevo fossi meglio di così.
-No! Io sono meglio di così ma non con te al mio fianco! Tu dove sei stato? Dove sarai?
-Al tuo fianco Amelia! Mi dispiace non avertelo dimostrato ma io ci sarò sempre! Non puoi considerare davvero l' idea di liberarti di nostro figlio.
-Io...io..
Prendo il suo viso tra le mani, asciugandolo dalle lacrime, e avvicino le nostre bocche toccando con le mie labbra le sue -Io sarò con te, sempre! Mi hai reso una persona migliore e non posso più stare senza di te. Mi ci è voluto tempo per accettarlo, per accettarti ma adesso non so più stare senza di te perché ti amo! Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, Amelia. Amo l' idea che mi darai un figlio, amo l' idea di poter stare per sempre con te, di svegliarmi ogni mattina e vedere i tuoi splendidi occhi e le tue labbra carnose. Devi credermi e, solamente per quest' altra volta, devi darmi fiducia!

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora