AMELIA

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Non appena sbuchiamo fuori dalla fitta vegetazione vedo stagliarsi dinnanzi ai miei occhi un'enorme villa, tutta in legno, con un porticato stupendo sotto al quale è posizionato uno di quegli enormi dondoli sul quale ci si può rilassare. Resto sbalordita dalla bellezza maestosa della casa, dalla cura di ogni minimo particolare e non riesco a non immaginare quanto possa essere curata all'interno, se è già così bella all'esterno.
- Ti piace? - mi chiede Matthew rivolgendomi un gran sorriso.
- È meravigliosa! - esclamo sbalordita.
- Forza, entriamo! - mi dice prendendomi per mano e conducendomi sotto il portico, verso l'enorme portone in legno ingente dell'entrata; tira fuori dalla tasca dei jeans una chiave d'ottone massiccio e la infila nella serratura, poi spalanca il portone. Come avevo immaginato l'interno della casa è ancora meglio dell'esterno.
Ha l'aspetto di un tipico cottage, ogni cosa al suo interno è fatta di legno pregiato, ci sono enormi finestre che si affacciano sulle rive del lago e che ne mostrano le grandi bellezze.
- Allora? - mi chiede Matthew guardandomi incuriosito.
- Credo di averti già detto quanto sia meravigliosa! - dico sorridendo.
- Abbastanza. - dice lui ricambiando il sorriso. - Allora, ho un bel piano su come passare il pomeriggio, però dobbiamo muoverci!
- Matt, davvero, non stavo scherzando, ho un appuntamento con Liam e non ho intenzione di fare tardi, per cui devi riportarmi all'istante al campus. - dico guardandolo fisso negli occhi ed in cambio ricevo quel suo meraviglioso sorriso sghembo, che mi fa tanto tremare le gambe.
- Niente da fare, abbiamo fatto un sacco di miglia e tu hai solo detto quanto sia meravigliosa questa casa. Niente su di me o su quanto sia io meraviglioso. - mi dice scoppiando a ridere.
- L'unica cosa che posso dirti è che sei molto presuntuoso.
- Oh, andiamo Amelia! Davvero il tuo unico pensiero, qui con me a due passi da te, è Liam? Mi sento ferito nell'orgoglio! - dice portandosi una mano al petto in maniera teatrale.
- Mi sa tanto che hai sbagliato corso di laurea... - dico mentre lui mi guarda incuriosito. - Avresti dovuto intraprendere la carriera d'attore, sei così teatrale.
Scoppiamo entrambi a ridere, poi mi prende per una mano e mi avvicina a sè abbracciandomi, e in quell'istante ogni mia preoccupazione svenisce, sostituita da un bel po' di farfalle allo stomaco.
Sento l'atmosfera intorno a noi cambiare repentinamente, i nostri sguardi si catturano e il mio respiro si spezza, in attesa che le sua labbra si posino sulle mie, che si schiudono in totale autonomia, e aspetto... aspetto...
- Non credo che a Liam farebbe piacere sapere che le tue labbra inciampano molto spesso sulle mie.
Lo guardo stordita, con le labbra ancora in attesa del suo bacio, poi lo stordimento si tramuta in umiliazione e subito dopo in rabbia. Che gran stronzo.
- Come ti permetti?
Sono sicura si avere il viso rosso e caldo. - Non sono stata di certo io a baciarti.
- Mi pare che le tue labbra si fossero schiuse in attesa di accolgliere la mia lingua. - dice ridendo - Ma davvero, Amelia, potrei anche accontentarti, più tardi.
- Oh no, io non ho intenzione di restare con te un secondo di più. Sei solamente uno stupido, un bambino immaturo, privo di sentimenti e di amici!
- Privo di amici, io? Mi pare che tu esca con gran parte dei miei amici e che dei tuoi non si veda neanche l'ombra. - dice in tono superfluo.
- Sono persone che ho conosciuto prima di avere a che fare con te, quindi sono anche miei amici! - controbatto un po'acida, visto che mi ha toccata sul vivo.
- Amy, non mi va di litigare e poi non era mia intenzione offenderti. - dice quasi sbuffando. - Non prendere ogni cosa più seriamente di quanto dovresti... - il suo volto mi mostra subito la stanchezza che prende anche me, dopo ogni nostro battibecco. - Voglio solo passare un bel pomeriggio con te, e se riesco a farti disdire i tuoi impegni, anche una bella serata.
Lo guardo attentamente e gli sorrido. - Va bene, però non ti assicuro nulla per la serata. Allora che facciamo?
- Una cosa davvero bellissima. - dice illuminandosi - Però prima dobbiamo metterci il costume.
Lo guardo confusa. - Io non ho portato il costume.
- Te ne do uno io, ne abbiamo tanti di riserva per gli amici che vengono a trovarci e che magari dimenticano qualcosa. - e va verso una delle numerose camere della casa.
Cerca in una cassettiera tra diversi costumi, fino a quando non ne esce uno di colore rosso.
- Questo dovrebbe starti, io vado a mettermi il mio e ti aspetto sotto il patio. Non metterci tutta la vita.
Lo guardo uscire dalla camera e chiudersi la porta alle spalle, mi tolgo i miei vestiti e indosso il costume, che stranamente ha un odore familiare; mi guardo attentamente allo specchio e mi sistemo per bene, euforica al solo pensiero di fare, ancora una volta, un bagno con Matthew e speranzosa che possa, almeno in parte eguagliare, o magari superare, i precedenti.
- Amelia, tra un po' sarà notte se non ti muovi. Vuoi che venga ad aiutarti con il costume? - mi dice e sento una punta di erotismo nella sua voce.
Il mio respiro si mozza. - Arr... arrivo subito! - esclamo, con una punta di imbarazzo nella voce, perchè mi sono immaginata, molto bene, le sue mani sul mio corpo. Mi riscuoto immediatamente dai miei, poco casti, pensieri e vado verso il portico, davanti all'ingresso, dopo essermi rimessa i miei vestiti sopra al costume.
- Finalmente! - esclama un po'spazientito quando esco. - Andiamo, non perdiamo altro tempo!
Mi prende per mano e andiamo verso una piccola banchina davanti alla casa, a cui è ormeggiata una barca a vela e su cui si trova un uomo, che pare aspettarci.
- Buon pomeriggio signor Wilson.
- Ciao Jeff. Questa è Amelia.
- Piacere. - e mi allunga una mano a mò di saluto, che io prontamente ricambio.
- Salve, piecere mio!
- Allora siete pronti per un bel giro in barca? Oggi è proprio una splendida giornata, c'è giusto un filo di vento, che ci fa pure comodo! - dice l'uomo sorridendo a Matthew.
- È la mia prima volta in barca. - dico felicissima rivolgendo un gran sorriso a Matt, che ricambia.
- Allora avanti... - dice salendo e porgendomi una mano così da evitarmi una caduta.
Salita sulla barca mi posiziono su uno dei materessini che rivestono la poppa, mentre Matthew si posiziona vicino al timone della barca, che è quasi una specie di yacht. Lo guardo mentre guida la barca verso il largo del Lake Norman; i muscoli delle braccia sono contratti, mentre governa il timone e la leggera brezza gli sagoma, perfettamente, la maglia sul torace. È una visione celestiale, mi ritrovo a pensare, quasi con la bava alla bocca.
Poi alzo il mio sguardo sul suo viso, dove trovo quel gran sorriso sornione, e degli occhi che mi fissano.
- Ti piace ciò che vedi? - mi grida facendomi l'occhiolino.
- Molto. - ribatto - E' davvero un bel posto e il panorama è meraviglioso!
- Hai proprio ragione. - dice ridendo. - Il panorama è davvero bellissimo, mozzafiato oserei dire!
- Guarda che io sto parlando davvero del panorama, del paesaggio naturale.
- Certamente!
Pochi istanti dopo la barca si ferma e Matthew mi raggiunge sul materassino.
- Ti piace?
- Cosa esattamente? Ho visto troppe cose belle oggi!
- Be' la cosa più bella tra tutte la vedi ogni giorno, ma purtroppo non l'apprezzi quanto dovresti!
- Quanto sei scemo? - gli dico allontanandogli la testa, che nel frattempo si è fatta più vicina alla mia.
- Allora da quanto guidi barche?
- Più o meno dall'età di 12 anni, ma la prima che ho guidato e con la quale ho fatto pratica era molto più grande di questa.
- E che fine ha fatto quella?
- L'abbiamo venduta. - dice guardando un punto fisso davanti a sè. - In ogni caso, non parliamo di queste stupidaggini. - dice alzandosi e porgendomi entrambe le mani, così da aiutarmi ad alzarmi.
- Abbiamo moltissime cose da fare, non puoi passare tutto il pomeriggio sul materassino della mia barca!
Metto le mie mani nelle sue e mi alzo agilmente. - Allora, che si fa? Il bagno?
- Molto meglio, splendore. - dice - Aspettami qui, vado a vedere se Jeff ha preparato l'attrezzatura.
Lo vedo scomparire dietro ad una delle vele e poi scendere dei gradini, dai quali risale pochi minuti dopo con i mano quella che sembra essere un'imbracatura.
- Cos'è quella?
- Un'imbracatura ovviamente!
- Certo, ma a che serve? - dico quasi intimorita.
- Per fare Parasailing!- dice tutto divertito, probabilmente per lo sguardo di terrore che gli rivolgo.
- Tu stai male! Io non ho nessunissima intenzione di farmi trainare dalla tua barchetta per far aprire un paracadute. No, no e no! - dico accompagnando il tutto con un movimento perentorio del capo.
- Non essere fifona, è semplicissimo ed è una cosa pazzesca, come se volassi per davvero. Inoltre potrai vedere il bellissimo panorama, che tanto ti affascina, nella sua totalità. - dice, facendomi un'altra volta l'occhiolino.
- Io per questa volta passo. Grazie!
- Anche se lo facciamo insieme?
- Insieme? - chiedo confusa.
- Sì, mi alzo con te. Anzi, tu ti alzi con me, perchè attaccherò la tua imbracatura alla mia.
- Non so cosa sia peggio!
- Amelia, mi piacerebbe tu accettassi in maniera totalmente volontaria e non, come dire, costretta.
- Non lo faresti. - dico, anche se, per sicurezza, faccio qualche passo indietro.
- Ne sei davvero sicura? - mi chiede, avvicinandosi e guardandomi come se fossi la sua preda. La sento immediatamente, l'atmosfera che cambia. Il mio corpo, traditore, che risponde ai suoi stimoli come se delle corde mi tirassero verso di lui. Sono così stordita che non lo vedo neanche avvicinarsi, così che ha il tempo di mettermi una cinta, che è attaccata con un gancio alla sua.
- Fregata! - esclama vittorioso. Che bastardo!
- Davvero Matt, non ne ho proprio voglia. - dico, più spaventata che indispettita.
- Ehi splendore, ci sono io con te. Non permetterei mai che ti accadesse qualcosa.
Lo guardo fisso negli occhi, cercando di capire le sue vere intenzioni, e lui mantiene il suo sguardo fisso sul mio, così non posso fare altro che cedere; convinta del fatto che, se mai ho avuto un carattere forte e determinato, in quasi tre settimane l'ho completamente perso.
- E va bene, ma solo per pochi minuti e senza fare scherzi. - lo redarguisco.
- Agli ordini. - dice lui portandosi, teatralmente com'è solito fare, una mano sulla fronte ad imitare il comando militare.
Immediatamente si dedica alla sistemazione della mia imbracatura che, successivamente, viene attaccata, con diversi ganci, alla sua. Con estrema cura controlla che ogni gancio sia ben attaccato, poi mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Ho l'esatta percezione del suo corpo, non devo più immaginare nulla, perchè ogni parte del suo corpo, che ancora non ero riuscita a toccare, mi è stata mostrata nella sua interezza. La gola mi si è di colpo seccata e, animata da una strana eccitazione, che mai avevo provato, mi mordo la parte inferiore del labbro dopo che una forte vampata di calore si è impossessata del mio corpo, il quale sembra più non rispondere ai miei comandi, attratto com'è dal corpo di Matthew.
- Siamo pronti splendore! - dice lui con quel suo splendido sorriso, che farebbe cadere ai suoi piedi chiunque.
Ehi, aspetta un attimo, ma cosa accidenti sto pensando? mi riscuoto immediatamente e gli rispondo con estrema cautela, sperando che non si sia accorto di nulla.
- Speriamo bene!
- Non avere paura! - dice sorridendomi. - Jeff! Noi siamo pronti, quando vuoi.
Grazie a Dio penso, sollevata dal fatto che lui pare non essersi accorto della mia reazione al suo corpo e della bava che ne è derivata.
Proprio in quel momento Jeff aziona i motori della barca e comincia, pian piano, ad aumentare la velocità, così da permettere al paracadute di gonfiarsi lentamente. Matthew strattona, per l'ennesima volta, i ganci dell'imbracatura così da avere la certezza che siano attaccati davvero bene, poi le sue mani si spostano sulla mia pancia e ancora più giù, fino a toccare quasi il ventre; io mi attacco ai lati dell'imbracatura, come se fosse una corda di salvataggio.
- Non riesco bene a capire se la tua sia paura di me... - dice con un erotismo tale da farmi rizzare i peli sul braccio. - o per l'attrezzatura e il paracadute.
La sua bocca si avvicina al mio collo e i brividi, derivati dalle carezze che il suo fiato mi fanno, mi percorrono tutto il corpo.
- Matt... non puoi.. - cerco di protestare in qualche modo. - E' illegale una cosa di queste, soprattutto quando si è sospesi in aria!
- D'accordo... - dice sempre attacatto al mio collo. - Continuerò non appena saremo sulla terra ferma.
- Sì.
- Bene, deduco tu debba disdire tutti i tuoi impegni! - dice con un ghigno. - E adesso guarda la bellissima vista di cui puoi godere da quassù.
Volto il mio sguardo in direzione del suo dito che indica in lontananza, conscia del fatto che il bel panorama è il meraviglioso ragazzo che si trova alle mie spalle e al quale sono saldamente legata.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora