Il suo corpo è completamente rigido e le nocche delle sue mani sono bianche, a dimostrazione di quanto forte stia stringendo le corde dell'imbracatura. Sono sicuro che le mie labbra, poggiate sul suo collo, le provocano sensazioni che mai aveva provato; i suoi capelli svolazzano, mossi dalla leggera brezza, e mi inebriano i sensi con quel loro caratteristico odore di vaniglia.
Deve assolutamente disdire i suoi impegni con Liam, non potrei sopportare di saperla con lui, che sicuramente cercherà di... la risata di Amelia mi riscuote dai miei pensieri.
- Tutto bene?
- Da quassù è tutto molto più bello! Guarda quei cigni laggiù! - dice indicandomi con una mano la direzione.
- E non hai ancora visto le paperelle- dico sorridendo del suo stupore.
- Oh, che meraviglia! - dice estasiata.
Prendo il mio walkie talkie così da potermi mettere in contatto con Jeff, che sta timonando l'imbarcazione egregiamente, come al suo solito.
- Jeff, sul filo per favore!
- Ricevuto, signore!
Amelia si agita davanti a me. - Che succede?
- Aspetta e stai a vedere. - dico, stringendola più forte a me.
L'imbarcazione comincia a rallentare facendo, lentamente, perdere quota al paracadute, fino a quando non arriviamo a toccare l'acqua con i piedi.
- O mio Dio! - dice Amelia, emettendo anche un gridolino di eccitazione. - Ma è davvero grandioso, è come se camminassimo sull'acqua!
- Sono contento che ti piaccia, davvero. - dico in maniera troppo svenevole,.
Quando cazzo mi sono rammollito così?
Pressappoco un'ora dopo siamo sulla riva del Lake, salutiamo Jeff e andiamo verso casa, trepidante di sapere la decisione di Amelia riguardo al suo appuntamento con Liam. Quando rientriamo in casa la tiro per un braccio e la avvicino a me, abbracciandola per la vita.
- Allora?
Mi guarda con occhi interrogativi, quasi come se non sapesse a cosa io mi stia riferendo, poi mi sorride timidamente. - Penso proprio che resterò qui.
- Oh, sia lodato! Allora che aspetti? Chiama Liam, poi và a sistemarti perchè ti aspetta una bellissima e squisita cena!
Le scocco un bacio in fronte e mi allontano verso la mia camera, vorrei ascoltare la sua conversazione ma il mio cellulare inizia a squillare, vedo dal display che si tratta di mia madre e le rispondo.
- Sì?
- Tesoro! Come stai? - mi chiede, sempre preoccupata. - Credo proprio tu abbia dimenticato la strada di casa.
- Mamma, per favore non ricominciare con questa storia. - dico quasi sbuffando.
- Matt, non vieni a casa da quasi due mesi e, soprattutto, non ti vedo da quasi due mesi.
- Ti ho detto che possiamo pranzare insieme qualche volta, ma io casa non ci vengo. Anzi, avrei dovuto chiamarti ma visto che mi hai anticipato te lo dico adesso. - prendo un gran respiro e poi sgancio la bomba. - Non vengo neanche per la festa di fine estate.
Aspetto una risposta che tarda ad arrivare, due minuti buoni di silenzio sono anche troppi, soprattutto se, anche solo dal respiro, riesci a capire quanto stia soffrendo l'altra persona.
- Mamma...
- Non puoi farmi questo.. è come se avessi perso anche te. Vi piaceva, anzi, ti piaceva tanto questa festa.
- Io... davvero mamma, non posso. Non ho voglia di sorbirmi tutti quegli sguardi di compassione, che sono sempre meglio di quelli di rimprovero e distacco di tuo marito. - la sento trasalire come ogni volta, quando mi rivolgo a lui come tuo marito o lo stronzo.
- Matt, io sono davvero stanca. Ho bisogno di mio figlio con me e pretendo che tu sia presente. Fallo per me, ti chiedo solo una serata.
- Non mi va mamma. Non ho proprio più la voglia di affrontare queste stronzate di cui vi circondate.
- Matthew Jeremia Wilson, adesso basta! - tuona mia madre, e per un piccolo istante mi faccio piccolissimo. - Tu verrai alla festa di fine estate, che si terrà a casa nostra, o io non sarò più disposta a coprire le tue stupidaggini, nè a pagarti ogni piccolo sfizio, di cui tu sembra abbia assoluto bisogno, ma soprattutto non metterò una buona parola per Londra.
- Ma che... devo venire a quella cazzo di festa, piena dei vostri cazzo di amici, che ti giudicano solo per il conto in banca, con quegli stronzi dei loro figli! - Sono una furia come mai prima d'ora. - Altrimenti tu che fai? Mi metti i bastoni tra le ruote per Londra? Beh, sai che ti dico? Non me ne frega un cazzo!
- Non parlarmi così. Ti aspetto questo fine settimana, altrimenti sai quali saranno le cons..
Le chiudo il telefono in faccia, prima ancora che abbia finito di parlare.
- Matthew... - la porta cigola e vedo il viso di Amelia entrare nella stanza, gli occhi verdi puntati su di me, d'istinto le vado incontro e prendo il suo viso tra le mie mani e poso, avidamente, le mie labbra sulle sue. Cerco di prendere più che posso, le sue labbra si schiudono così che io possa tracciarne il contorno con la mia lingua e poi sentire il suo sapore. I nostri corpi si avvolgono l'uno all'altro, la spingo verso il letto, dove cerco di portarla il più velocemente possibile, perchè ho davvero bisogno di lei.
- Matthew... - mi sussurra a fior di labbra.
- Vuoi che mi fermi?
- No.. Cioè sì.. Non lo so..
- Sai che mi basta un tuo no per fermarmi, quindi quando non vuoi più basta dirmelo.
Annuisce, quasi un po' impaurita da quello che potrei farle e, in qualche modo, ha ragione perchè se avessi la totale libertà, le farei molte cose.
La adagio delicatamente sul letto e mi posiziono tra le sue gambe continuando a baciarla avidamente, l'odore di vaniglia mi inebria i sensi e, stranamente, mi fa sentire come se fossi a casa.
Seguo con la lingua il contorno delle sue labbra mentre il suo respiro si fa sempre più veloce, infilo una mano sotto la sua maglia e cerco il suo sguardo così da avere il permesso, che arriva con un piccolo movimento del capo. Mi allontano da Amelia giusto il tempo di sfilarle la maglia, per poi avventarmi nuovamente sulle sue labbra; mi sposto lentamente sul suo collo, che tempesto di piccoli baci, per poi passare al prosperoso seno, di cui accarezzo i contorni con la lingua e il suo corpo trema per il piacere che le sto dando e, d'altro canto, il mio ego si gonfia. Per un istante mi balena in mente il viso di Jillian, la sua disapprovazione, la tristezza che potrei procurare ad Amelia, ma è solo un secondo perchè poi riprendo il cammino lungo il suo corpo spostandomi sul suo addome fino ad arrivare alla sommità del pube. Sposto le mie mani sul bottone degli shorts che indossa e, anche questa volta, non mi ferma; seguo con le dita l'orlo degli slip del costume e il suo respiro si mozza esattamente come il mio, mi posiziono di nuovo tra le sue gambe e vedo il suo volto sbigottito a causa del contatto con la mia erezione.
- Matthew, amico! - sento la voce di Trevis arrivare da sotto il portico e poi dei colpi al portone d'ingresso.
- Ma che cazzo!
- Cavoli! - dice Amelia, cercando di rivestirsi il più in fretta possibile.
Ha il viso rosso per la vergogna e si porta nervosamente i capelli dietro le orecchie, mi avvicino a lei prendedola per il viso. - Devi stare calma, non stavamo facendo nulla di male e lui non è stato invitato, quindi non capisco cosa ci faccia qui e soprattutto come fa a sapere che noi siamo qui. - dico cercando di tranquillizzarla.
- Le chiavi sono sempre al solito posto? - dice, ma prima che possa rispondere sento la voce di Jill confermare la posizione delle chiavi. Ecco.
- Sarà meglio che vada ad aprire, tu sistemati e poi ci raggiungi. - dico e poi esco, solo dopo essermi ricomposto, così da cercare di camuffare l'erezione.
Arrivo giusto in tempo per vedere Trevis e Jillian entrare in casa, con due piccoli borsoni.
- Non perdi tempo ad organizzare una fuga senza dire nulla! - mi dice Trevis.
- Che ci fate qui? - chiedo, incenerendo con lo sguardo Jillian.
- Abbiamo approfittato, come te, della notizia della disinfestazione del campus. - mi dice Trevis - E sapendo che eri qui ti abbiamo raggiunto.
- Quindi domani non ci sono lezioni?
- Certo che no. - dice Trevis,ridendo.
- Non lo sapevi? - mi chiede Jillian.
- Non sono affari tuoi - sbotto infastidito.
- Ciao! - dice Amelia entrando in soggiorno e focalizzando le attenzioni dei presenti su di lei.
- Oh... - dice Jill.
Trevis mi guarda divertito. - Che stavate combinando?
- Nulla, stronzo!
- A guardare Amelia non si direbbe! - dice il bastardo ridendo.
Mi volto verso Amelia e mi accorgo che il suo viso è in fiamme e Trevis e Jillian scoppiano a ridere.
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
Fiksi PenggemarIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...