È passata una settimana.
Una settimana esatta da quando Matthew e io abbiamo chiuso qualsiasi cosa fosse il nostro rapporto.
Una settimana da quando sono scappata dalla confraternita.
Una settimana da quando è venuto a cercarmi e l' ho cacciato.
Quasi subito me ne sono pentita e avrei voluto rincorrerlo e implorarlo di tornare; di restare, in qualsiasi modo, ma pur sempre con me.
E se non fosse stato per Jill lo avrei fatto: avrei implorato, avrei strisciato; perché sono sempre stata debole, bisognosa di sapere che sono importante per qualcuno, che conto per qualcuno.Mi sollevo per l'ennesima mattina dal letto senza alcuna voglia.
-Ehi..- mi dice Jill appena uscita dal bagno.
-Ehi...- dico io priva di vitalità.
-Amelia, basta. È passata una settimana.
-Lo so, ti giuro che non vorrei stare così ma non riesco a stare diversamente. Lo so che non stavamo insieme però..
-L' ho capito sai..- dice mentre si veste, preparandosi per la lezione.
-Cosa?- chiedo fermandomi prima di entrare in bagno.
-Che è successo qualcosa quando siete stati da te e che non me lo vuoi dire..- dice, questa volta guardandomi.
Sollevo le spalle come se nulla fosse, come se quei momenti trascorsi insieme fossero nulla, come se non avessero contato niente -Abbiamo fatto l'amore, Jill- sputo di getto- anzi, mi correggo: io ho fatto l'amore, per tuo fratello è stata solo una scopata.- dico e la lascio lì con un cipiglio dipinto sulla fronte.
Entro in doccia e apro l'acqua fredda sperando che possa farmi riemergere dal limbo in cui sono sprofondata da una settimana a questa parte.
Sollevo il viso accogliendo l'acqua gelida che un po' mi fa rabbrividire.
-No scusa!- sento battere la porta del bagno che è stata aperta con furia -non puoi lanciare una bomba del genere e andartene come se nulla fosse.
-Ti sbagli Jill- dico mentre continuo a lavarmi -hai detto bene: è nulla! Tutto quello che è successo è nulla.
-Come puoi dire così?
-Non ha significato nulla per lui.- dico dura, consapevole delle mie parole.
-E per te? Per te cos' ha significato?
-È stata la mia prima volta Jill...per me..è stato tutto...- dico da sotto la doccia, incapace di guardarla in faccia.
-Io...mi..mi dispiace Amy..- dice.
Prendo il telo in cui mi avvolgo prima di uscire dalla doccia poi la cerco nella stanza, trovandola seduta per terra con le ginocchia al petto e un' aria dispiaciuta dipinta in viso.
-Non è colpa tua,Jill. Nel profondo sapevo quali erano le sue intenzioni; sapevo che quello che stavamo facendo per lui non contava nulla; ma va bene lo stesso perché non avrei voluto farlo con nessun altro.
Comincio a spazzolare delicatamente i capelli fini a quando Jill non prende la spazzola dalle mie mani continuando il mio lavoro.
-Promettimi solo che, qualsiasi cosa accada tra di voi, noi resteremo amiche.-
Un sorriso sincere mi sì allarga in viso -Ho già perso troppe persone nella mia vita Jill, non voglio perdere anche te.*****
Le lezioni quel giorno sì erano susseguite ad un ritmo lento e quando entro nell' aula in cui seguo diritto romano e greco sono letteralmente stremata.
Mi sistemo al solito posto, occupando la sedia sbuffando.
Avrei tanto voluto essere a letto, sotto le coperte, e dormire per almeno due giorni di fila.
Era da una settimana che non riuscivo a dormire bene e le occhiaie violacee che contornavano i miei occhi ne erano la palese dimostrazione.
-Ehi ciao!- dice un ragazzo sedendosi nel posto accanto al mio.
Lo guardo, ha un' aria familiare -C..ciao!
-Sono Coen, credevo te ne ricordassi!- dice schiacciandomi l' occhio.
-Certo che mi ricordo- mento -Coen!
-Credevo di aver fatto colpo- dice ridendo e contagiando anche me.
-Sono solamente un po' distratta, niente di che!
-Qualcosa non va?
-Oh, no no. Tutto bene è solo che ho un sacco di cose da fare e non ho più tempo per me- mi giustifico con la prima scusa che mi viene in mente.
-Be' allora sai che facciamo- dice guardandomi seducente- visto che dobbiamo iniziare il progetto ti portò fuori a cena e iniziamo ad abbozzare qualcosa...-
-Verame..-
-Sappi che non accetto un no come risposta, Amy.- dice mentre il professore entra in aula e ci concentriamo su di lui, chiudendo il discorso.-Ti vengo a prendere alle venti al dormitorio femminile- mi dice Coen in corridoio.
Lo guardo un po' stordita e poi annuisco
-D'accordo!- dico sorridendogli.
-Porto tutto il necessario io, non preoccuparti di nulla-
Annuisco e lo saluto avviandomi poi verso gli alloggi.
Mi godo la bella giornata; il sole che riscalda il mio corpo, lenendo un po' il dolore che in questi giorni ha preso il sopravvento; alzò il volto verso l' alto accogliendo sul viso i raggi solari e penso che vorrei essere in qualsiasi altra parte del mondo fuorché dove mi trovo ora.
Nel giro di qualche mese la mia vita è andata allo sfracello; sono riuscita, io stessa, a fare più danni che bene.
Sbuffo aprendo la porta centrale del dormitorio e poi salgo al piano superiore, fino in camera.
-Jill?- la chiamo ma lei non risponde così poso le mie cose sulla mia scrivania e mi butto, letteralmente, sul letto stremata dalla giornataccia che ho appena trascorso.-Amy tesoro..
Una voce leggera mi chiama, mi guardo intorno ma non vedo nessuno.
Sono sola.
Tutto intorno diventa improvvisamente buio; poi una luce illumina pian piano i volti delle persone intorno a me, che escono dall' ombra.
Ci sono tutti: Mike, mia madre, mio padre, Rachel, Jill, Travis e Matt; sono tutti qui con me e ridono, ridono di me e della mia patetica vita.
-Amy..- qualcuno mi scuote leggermente.
Apro gli occhi guardandomi intorno stordita.
-Che succede?- chiedo.
-Mi sa che stai facendo un brutto sogno..va tutto bene?- chiede Jill preoccupata.
Annuisco stiracchiandomi un po'.
-Quanto ho dormito?- chiedo.
-Non so di preciso ma quando sono arrivata già dormivi.
-Che ore sono?- chiedo mettendomi a sedere.
-Le diciannove e trenta..-
-Merda!- impreco balzando fuori dal letto e chiudendomi dentro il bagno.
-Che succede?- chiede Jill dalla stanza.
-Mi devo vedere con un mio compagno di corso. Mi viene a prendere alle venti in punto!
-Hai un appuntamento?!- urla spalancano la porta del bagno.
La guardo strabuzzando gli occhi e annuisco.
-Devo assolutamente truccarti!
-Niente da fare Jill, acqua e sapone andrà benissimo!- dico scoccandole un' occhiata e andando verso l'armadio.
-Come sarebbe acqua e sapone?
-Esattamente quello che ho detto. È solo un compagno di corso non ho intenzione di mettermi in ghingheri.
Afferro un maglioncino da dentro l'armadio
-Niente da fare. Passi pure acqua e sapone ma queso obbrobrio non lo indossi!
-Quello è uno dei miei maglioni preferiti!- protesto.
-Non me ne importa!- dice prendendo una camicetta di seta bianca dal suo armadio - ecco, metti questa con questa giacca- mi passa una giacca rossa lunga.
-Niente tacchi Jill, non pensarci neanche! Le converse rosse andranno benissimo!
-Oh! E va bene!- sbuffa sedendosi sul letto.
-Che ore sono?- chiedo mettendo un filo di mascara attorno agli occhi.
- Ah ma allora non sei acqua e sapone!- ride.
-Il mascara non conta Jill- rido -allora, che ore sono?
- Mancano due minuti alle venti!- dice battendo le mani.
-Ci vediamo più tardi, aspettami sveglia!
-Se entro quattro ore non torni chiamo la polizia, tranquilla sorella!- scherza scostando la tenda della finestra della nostra camera.
-Che stai facendo?
-Voglio vederlo anche io.
Rido per le azioni bizzarre di Jill prima di uscire e chiudermi la porta alle spalle.Spazio autrice
Ragazze/i un altro capitolo è pronto per voi.
Spero possa piacervi e che le emozioni di Amelia vi arrivino nel migliore dei modi!
Per il prossimo capitolo ho in mente qualcosa di diverso e che spero vi possa piacere 🤞🏻
STAI LEGGENDO
L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanficIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...