Amelia

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La mia mano colpisce il suo volto prima che possa rendermene conto. D'altronde è quello che si merita. Mi guarda, scrutandomi attentamente.
- Devo andare. - dico asciugando ancora le lacrime che non vogliono smettere di scendere.
- Amelia...
- Sta' zitto. - dico chiudendo gli occhi. - E' già abbastanza quello che hai detto e non ho voglia di sentire altro.
- Per favore... - dice avanzando di un passo nello stesso momento in cui io indietreggio.
- No Matthew, fammi passare.
- Mi dispiace, non volevo... - dice passandosi una mano tra i capelli.
- Non volevi cosa, darmi della puttana? Cosa volemi dirmi allora? Illuminami.
- Non ti ho dato della puttana. - dice inarcando un sopracciglio, si sente offeso il bastardo. - Non mettermi in bocca parole che non ho neanche pensato.
- È quello che hai fatto capire! Cosa volevi dirmi di preciso? Spiegati.
- Esattamente quello che ho detto, ma non inteso nel modo che pensi tu. Non pensavo che tu ti aspettassi qualcosa, dopo. Trovo assurdo anche il solo fatto che tu sia venuta qui a fare una scenata perchè mi sono scopato Megan.
- L'unica cosa assurda qui dentro sei tu, Matthew! Io non sono come loro e, puoi starne certo, non mi farò mai trattare come loro. Ora, se hai finito, vorrei uscire da questa maledetta camera.
- Vuoi andare a casa? - mi chiede.
- Sì, penso di sì. - dico passandomi le mani sul viso per cercare di camuffare le lacrime.
- Ti accompagno. - si offre, ma io scuoto la testa.
- Non disturbarti, c'è Liam.
Mi prende per un braccio. - Guarda che non stavo affatto scherzando su Liam.
- Non credo siano affari che ti riguardano. Se permetti... - dico guardando la sua mano stretta intorno al mio braccio. Allenta immediatamente la presa e io esco, quasi correndo, dalla sua camera.
Quando arrivo al piano di sotto cerco Jill, la trovo in giardino a bordo piscina.
- Jill... - la chiamo con un colpettino alla spalla. - Non mi sento tanto bene, vorrei andare.
- Oh... - dice un po' delusa. - Cosa c'è?- mi guarda preoccupata.
- Nulla di importante, mi gira solo un po' la testa. Se vuoi tu puoi rimanere, io trovo un taxi.
- Non dire sciocchezze! Ti accompagna Trevis. - dice andando a chiamare l'interessato.
Ritorna pochi secondi dopo seguita da Liam.
- Si è offerto Liam, però se vuoi che ti accompagni Trev basta che tu lo dica. - dice guardandomi con occhi amorevoli, come farebbe mia madre.
- Andrà benissimo anche Liam. - le sorrido.
- Allora ci vediamo in camera tra un paio d'ore!
- Ti aspetterò russando. - le dico prima di abbracciarla.
Liam mi prende per mano e mi conduce fuori dalla confraternita, fino alla sua auto.
- Allora... - dice quando siamo in macchina. - Hai bisogno di qualcosa? Mangiare, medicine, l'ospedale? Sono a tua completa disposizione. - dice mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Sarà sufficiente una lunga dormita.
- Allora dritti al campus.
Durante il tragitto dalla Tau al dormitorio del campus parliamo di moltissime cose e mi accorgo che abbiamo molte più cose in comune di quanto immaginassi.
Arrivata al campus lascia la macchina al parcheggio e mi accompagna fino in camera.
- Allora... - dice.
- Eccoci arrivati. - . Cerco le chiavi della camera nella borsa, sempre troppo piena di oggetti inutili.
- Sì, be', senti ho capito che tra te e Matthew c'è qualcosa. - Alzo lo sguardo e faccio per ribattere, ma lui mi ferma immediatamente. - Aspetta un secondo, fammi finire. - Ride, e io finalmente trovo le chiavi. - Dicevo: so che c'è qualcosa, si capisce. Però, se il tuo interesse non è così tanto, ti andrebbe di venire a vedere la partita di basket sabato e poi venire a cena con me? - dice tutto d'un fiato. Il suo nervosismo mi fa sorridere.
- Be', penso non ci dovrebbero essere problemi. Sì... - dico sorridendo. - Mi piacerebbe!
- Perfetto. - Si gratta la testa. - Allora ci vediamo sabato e, naturalmente, in giro per il campus.

Entro in camera e mi sento immediatamente stremata, così vado a farmi una doccia.
Sotto l'acqua calda ripenso a Matthew e lascio libero sfogo a tutte le mie emozioni, scivolo contro il muro della doccia fino a sedermi a terra. Esco quando l'acqua gelida comincia a intorpidirmi tutto il corpo, mi asciugo e mi fiondo a letto, addormentandomi all'istante.
Sento qualcosa sbattere contro il mio letto e poi un gran tonfo.
- Porca. Miseria. - Accendo immediatamente la luce e mi metto a sedere sul letto.
Vedo Jill per terra.
- Cosa fai? - le chiedo, con la voce ancora impastata del sonno. Mi sistemo i capelli alla bell'è meglio con le mani.
- Sai, ho deciso di dare un'occhiata più da vicino al pavimento, ci stavamo conoscendo! - Mi guarda come per dirmi che è ovvio perchè si trova a terra.
- Mi hai appena svegliata, non puoi pretendere che il mio cervello si metta in moto senza una buona dose di caffè.
- Certo, scusami. - dice sorridendo. - Allora vuoi dirmi cos'è successo veramente?
Mi guarda con i suoi grandi occhi blu, non mi ero mai accorta che fossero così blu, quasi come...
Fermo immediatamente i miei pensieri.
- Non c'è nulla di dire, ha solamente messo in chiaro alcune cose, tipo il fatto che non ha alcuna intenzione di impegnarsi, che poi cosa gli fa pensare che voglia impegnarmi con lui?
Sono fuori dai gangheri e continuo a sfogarmi con Jill, che mi ascolta paziente accarezzandomi un braccio. - Sono solo rimasta delusa dal fatto che appena arrivato si sia scopato subito Megan, dopo quello che era successo tra di noi!
Jill sbianca di colpo. - E cos'è successo, esattamente, tra di voi? Avete...?
- No,certo che no! Abbiamo solamente... cioè noi... - non so come dirle quello che abbiamo fatto.
- Siete arrivati in seconda base, suppongo. - dice scoppiando a ridere.
- Non so di cosa tu stia parlando! - dico ridendo anch'io.
Parliamo ancora qualche minuto e poi decidiamo di andare a letto.
Ci svegliamo entrambe nel primo pomeriggio. Mi alzo dal letto stiracchiandomi e mi stropiccio gli occhi proprio come Jill.
- Buon pomeriggio! - dice lei sorridente.
Rido, passandomi una mano sul viso. - Buon pomeriggio a te!
- Allora che facciamo di bello oggi?
- Io devo assolutamente fare una lavata altrimenti resterò senza vestiti, poi sono a tua completa disposizione! - Mi alzo dal letto e comincio a sistemare le lenzuola, che mi riprometto di cambiare domani.
- Bene! Allora andremo al centro commerciale, a fare del sano shopping! - dice battendo le mani e alzandosi dal letto.
Io infilo un paio di shorts a jeans e una canottiera bianca, indosso le infradito e mi lego i capelli in una coda di cavallo; raccatto gli ultimi vestiti da terra, prendo la cesta con la biancheria sporca e il detersivo.
- Jill! - urlo dato che è già in bagno. - Io vado in lavanderia.
- Non impiegarci troppo!
Chiudo la porta della nostra camera e vado dritta in lavanderia.
Quando arrivo la sala è deserta, scelgo le lavatrici con l'asciugatrice in mezzo, così da avere tutto vicino, e metto il carico di vestiti bianchi in una e i colorati nell'altra. Un'ora dopo metto tutti i miei vestiti nell'asciugatrice e quando sono pronti comincio a piegarli.
All' improvviso sento un rumore e dei passi venirmi incontro, mi volto di scatto.
Appoggiato ad una lavatrice c'è Matthew, in tutta la sua maestosa bellezza.
Indossa un paio di bermuda color sabbia, una t-shirt, aderentissima, bianca e un paio di Hogan dello stesso colore del pantalone.
- Ciao splendore. - mi dice con un sorriso sghembo.
- Non chiamarmi in quel modo. - dico scoccandogli uno sguardo acido. - Che vuoi?
- Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto e darti questa. - dice mostrandomi il braccio che tiene nascosto dietro le spalle, in mano ha la mia pochette.
- La mia pochette! - urlo andandogli incontro. - Grazie, grazie, grazie! - istintivamente lo abbraccio.
- Non c'è di che, se avessi saputo che era questa la tua reazione l'avrei cercata prima. - dice ricambiando l'abbraccio.
Quando mi rendo conto di cosa sto facendo cerco di scostarmi ma la sua presa si fa più forte.
- Lasciami. - gli intimo.
Mi fa girare velocemente così da farmi appoggiare alla lavatrice poi mi prende in braccio e mi ci fa sedere sopra, posizionandosi tra le mie cosce.
Oddio, già avverto la sua erezione.
- Matthew, smettila... - dico, ma non nel tono che vorrei.
Mi prende il viso tra le mani e si avvicina. - Voglio solo assicurarmi che tu capisca quanto mi dispiace per ieri.
- Tranquillo... - dico cercando di allontanare le sue mani dal mio viso. - E' tutto risolto.
- Lascia decidere a me. - dice avvicinandosi ancora di più. Comincia a baciami dietro l'orecchio, per poi spostarsi sul collo.
- Matthew... - dico ansimando. - Non credo sia il luogo...
- Sssh... - mi sussura vicino alle labbra e poi mi bacia, con foga.
Ricambio immediatamente il suo bacio, senza la minima esitazione. Infilo le mani tra i suoi capelli e porto dietro il suo collo il braccio libero, così da aggrapparmi a lui che con una mano mi strattona leggermente i capelli mentre con l'altra cerca di infilarsi nelle mie mutandine. E' in quel momento che sentiamo delle voci provenire dal corridoio che conduce alla lavanderia, lui si scosta da me all'istante e io salto giù dalla lavatrice.
- Devo andare. - dico, mentre la faccia mi va a fuoco. Prendo la mia biancheria e la pochette e corro fuori dalla lavanderia, lasciandovi un Matthew contrariato.
Quando arrivo in camera trovo Jill già pronta.
- Tutto bene? Sei un po' arrossata in viso.
- Sì sì, tranquilla! Ho fatto tutto di corsa - mento - e fuori fa molto caldo.
Mi guarda e sembra credere alla mia storiella.
- Sarà! - dice alzandosi. - Forza, andiamo!
Poso la cesta con la biancheria sul mio letto e prendo il mio cellulare, stranamente carico dopo una settimana, ed esco.
- E quello da dove salta fuori? - dice lei osservandomi con sguardo indagatore.
Merda.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora