Non avrei dovuto lasciarla, lo so bene.
Il mio cuore è andato in pezzi nello stesso momento in cui l' ho vista piangere disperatamente per noi; nello stesso istante in cui il suo sguardo, da quello di una lottatrice, è diventato quello di una persona che si è rassegnata, che rinuncia.
L' ho capito che ha rinunciato a noi; dopo aver lottato tanto, infinite volte.
Sarei dovuto rimanere, almeno questa volta; lottare per noi, almeno per una volta; ma non l' ho fatto.
Non posso, non riesco a lasciare indietro Lucas.
Lo sento dentro più di ogni altra persona; e sono così vicino a scoprire cos'è successo che non posso fermarmi, non ora.
L' unità speciale di Chicago è pronta ad ammettermi in squadra, ho superato ogni dannato test: psichico,attitudinale, fisico.
Sono pronto.
A lei, però, non l' ho detto; non le ho detto che la lascerò sola; non le ho detto che, anche se lo voglio più di ogni altra cosa al mondo, non farà parte della mia vita.
La amo, l' ho accettato troppo tardi.
Avremmo potuto vivere qualcosa di indimenticabile, indescrivibile come solo noi sappiamo; ma sono stato codardo e adesso non posso far altro che lasciarla andare.
Non riesco neanche a pensare al fatto che qualcun altro la toccherà come l' ho toccata solo io, al solo pensiero mi viene il voltastomaco.
Mi schiaffeggio leggermente il viso per cercare di riacquistare la lucidità ormai persa; alzo il volume della musica e pigio sull'acceleratore, ma niente: i suoi occhi stracolmi di lacrime si materializzano nella mia mente, vividi come non mai.
Quando arrivo in confraternita ho i nervi a fior di pelle è una voglia matta di tornare indietro e prendermi ciò che mi appartiene.
Entro e corro verso le scale, non ho voglia di fermarmi con quegli idioti dei miei compagni, ma a quanto pare le mie preghiere non vengono ascoltate.
-Ehi cazzone!- mi dice Liam paradomisi davanti.
-Che vuoi?- chiedo acido.
-Non ti si vede da parecchio e non sono il solo a pensarlo.
-Quindi?- chiedo spazientito.
-Quindi fai parte di questa confraternita e devi essere più presente.- dice sogghignando.
-E questo lo dici tu?- chiedo scuro in viso, fronteggiandolo.
-Ehi ragazzi state buoni!- la voce di Trevis si materializza accanto a me.
-Digli che chiude il becco altrimenti lo massacro; non sono in vena di cazzate.- dico prima di allontanarmi e salire al piano di sopra.
Entro in camera e mi abbandono sul letto cercando, in tutti i modi, di togliermi Amelia dalla testa.
Mi ha fottuto il cervello.
-Avanti- dico quando sento bussare alla porta.
-Amico, che succede?- chiede Trev sedendosi sul letto al mio fianco.
-Ho un incontro con Coen e questa volta se non mi dice tutto quello che sa, lo faccio fuori.
-Ma perché ti ostini tanto?- chiede lui colpendomi con un pugno sul braccio per attirare la mia attenzione.
-E perché voi non cambiate repertorio?!- dico nervoso.
-Forse perché teniamo a te e ti vogliamo un bene dell'anima? Lucas non avrebbe voluto tutto questo. Ti stai rovinando la vita da solo.
-Sai che c'è?- chiedo furioso.
Trev scuote la testa, preparandosi alla mia sfuriata.
-Ecco non lo sai. Perché la cazzo di verità è che Lucas è morto, non esiste più, e voi non sapete un cazzo di quello che avrebbe voluto. È inutile che continuate a ripetermi che "Lucas non avrebbe voluto" perché NON LO SAPETE! Smettetela di rompermi il cazzo con queste frasi fatte. Mio fratello è morto! Tua sorella ho perso suo figlio è non resta più nulla di Lucas!- grido e anche se mi oppongo le lacrime cominciano a scendere.
-Non puoi incolpare Steph, ha perso suo figlio; ha perso il figlio dell'amore della sua vita e ha perso l'amore della sua vita. Non puoi incolparla...- sussurra Trev con voce incrinata.
-Sarebbe dovuta stare a riposo, sarebbe dovuta stare più attenta e non lasciarsi travolgere dal dolore.
-E tu? Tu che hai fatto? Ti sei lasciato dilaniare dal dolore Matt. Hai tagliato i ponti con la tua famiglia, dandole il colpo di grazia; odii a morte tua sorella, che hai amato più della tua stessa vita; odii Steph; odii me e, soprattutto, odii te stesso più di chiunque altro. Avevo trovato qualcosa di buono, avevi ricominciato a vivere e lo stai buttando all'aria per l'ennesima volta. E se Amelia, al tuo ritorno, non ne volesse sapere più niente di te?
Rido -Io non tornerò, Trev. Me ne vado. Aspetto solo di parlare con Coen e poi andrò a Chicago, mi hanno accettato; e da lì sarà ancora più facile trovare chi ha ucciso Lucas è farla pagare a tutti.
Vedo lo sbigottimento sul suo viso- Amelia lo sa?
Scuoto la testa.
-E Jill? I tuoi?- chiede ancora.
-No e non devono saperlo. L' ho detto a te perché so che manterrai il segreto.
-Lo sai che Jill non mi perdonerà mai,vero?- chiede.
-Non deve sapere che ti sai.- dico semplicemente con un'alzata di spalle.
-E Amelia?
-La sua vita sarà sicuramente migliore senza di me.
-Ne sei sicuro?- chiede scuotendo la testa.
-Ne sono certo.- dico.
La nostra discussione viene interrotta dal mio telefono che suona; lo prendo e leggo il nome di Coen sul display.
-Dimmi.
-Ti aspetto tra un quarto d' ora al vecchio campetto. Non farmi aspettare- dice riattaccando immediatamente.
-Che ti ha detto?- chiede Trev.
-Mi aspetta tra un quarto d' ora al vecchio campetto.- dico indossando il giubbotto di pelle.
-Vengo con te- sì alza.
-Niente affatto.
-Voglio essere con te e non dirmi cosa posso o non posso fare. - dice alzando un sopracciglio in segno di sfida.
Alzo gli occhi al cielo poi prendo le chiavi della mia bambina -Andiamo!
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanfictionIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...