MATTHEW

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-Che cazzo vuoi?- chiedo a Trevis che è appena entrato in camera mia.
-Che cazzo stai facendo della tua vita?- chiede guardandomi con disappunto.
-Sono cazzi miei Trev! Quello che faccio della mia vita non deve interessarti!
-Sono un tuo amico, nonché il fidanzato di tua sorella.
-Questo non ti da il diritto di mettere il becco nelle mie questioni. Devi imparare come lei a farti i dannati affari tuoi.
-Jill mi ha detto che Amy...- cerca di dire.
-Non devi nominare il suo nome- lo interrompo astioso stringendo i pugni.
-Ma se è per lei che stai così da giorni, se è Amelia che vuoi vattela a riprendere! Metti da pare questo carattere di merda che hai e lotta, dannazione!
-Io non voglio nessuno. Ho detto che non devi neanche nominarla! È stata solo una scopata come le altre, anzi no- dico sollevandomi dal letto, sudato e puzzolente come un maiale - è stata più della solita scopata perché sapevo che era la migliore amica di Jill e il loro rapporto non potrà mai essere più come prima. Quando Amelia guarderà Jill penserà sempre che il fratello della sua amica le ha tolto la verginità e l' ha fatta urlare di piacere!- urlo.
-Ma chi cazzo sei diventato? Ma non ti fai neanche un po' schifo?- dice guardandomi sempre con più disprezzo.
-Per niente. E se non vuoi che ti faccia anche l' altro occhio nero esci immediatamente da questa cazzo di stanza! ORA!- inveisco alzandomi completamente dal letto e andando verso Trevis, il quale scuote la testa.
-Sei completamente solo Matt, questa volta sei solo..- dice uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

Guardo l' orologio notando con disappunto che sono le nove di sera.
-Cazzo!- impreco uscendo dalla mia camera è andando verso il bagno comune.
Devo lavarmi prima di uscire.

Esco dal bagno diversi minuti dopo, un asciugamano avvolto in vita, e mi rintano nella mia camera; prendo distrattamente un paio di jeans neri e una t-shirt bianca, indosso le converse anch' esse bianche e metto una camicia color jeans che lascio aperta.
Sono da poco passate le undici di sera quando esco e vado al piano inferiore della confraternita.
-Matt, amico! Non ti si vede da giorni!- dice Luke offrendomi una birra che scolo quasi subito.
-Ho avuto parecchio da fare durante la notte- dico lasciando ben intendere cosa abbia fatto durante queste sere.
Noto Trevis alzarsi dalla poltrona sbuffando e andare verso l' uscita, così lo seguo.
-Che cazzo sbuffi?- dico raggiungendo e afferrandolo per un braccio.
Mi spintona facendomi perdere per qualche secondo l' equilibrio -Non sono affari tuoi Matt! Ci si vede!- dice dandomi le spalle e andando verso la sua auto.
-Ti stai andando a scopare mia sorella,eh?!- dico furioso.
-Non meriti neanche risposta Matthew.- dice di rimando entrando in macchina e lasciandomi solo con la mia stupidità.
-Vaffanculo!- impreco ad alta voce ma invano, perché ormai Trev è lontano.

Circa venti minuti dopo sono davanti al pub che frequentano solitamente tutti i confratelli.
Dopo aver lasciato la mia auto in un posto super sicuro mi avvio verso l' ingresso.
-Ehi amico, anche questa sera?!- mi chiede uno dei buttafuori.
-Che ci vuoi fare?!- dico un po' irritato.
L' omone, dai suoi quasi due metri di altezza, mi sorride dandomi una pacca sulla spalla e facendomi entrare senza bisogno di fare la fila.

Mi dirigo verso il bancone del bar sedendomi sul primo sgabello che trovo libero e ordinando un Jack Daniels con ghiaccio.
Mi guardò in giro, cerco di sondare il terreno intorno a me; osservo i corpi delle ragazze che stanno ballando al centro della pista, in abiti molto volgari, mentre si strusciano sensualmente le une alle altre per cercare di attirare l' attenzione.
Alzo un dito per attirare l' attenzione della barista che ha indosso i soliti vestiti che mettono in mostra troppa carne.
Pantaloncini inguinali e top scollato sono la divisa di questo posto.
-Dimmi pure tesoro- dice sensuale.
-Dammi un altro di questo!- dico alzando il bicchiere.
-Arriva subito- mi sorride toccando la mia mano.
Annuisco e sorrido, tutte uguali.

*****

-Conviene che smetti se vuoi tornare a casa sano e salvo!- dice una voce.
Alzo lentamente la testa dal bancone sul quale sono riverso -Scusa?- chiedo.
-Sei ubriaco fradicio, non puoi guidare in queste condizioni.- dice la barista.
-Sono perfettamente in grado di tornare a casa- rido divertito- ma se vuoi accompagnarmi non ci sono problemi!
-Ah sì?- chiede lei alzando un sopracciglio -e cosa mi dai in cambio?
-La più bella scopata della tua vita!- dico alzandomi in piedi e facendo ciondolare le chiavi della mia auto; poi mi avvio verso l' uscita e quando sto per uscire mi volto -allora?- le chiedo.
Lei sorride, contenta della mia proposta, e mi raggiunge in fretta, confermando le mie aspettative.

Non appena arriviamo in confraternita la trascino di sopra e la portò in camera mia.
-Questa è la tua camera?- chiede.
-No, ti scopo nella camera di un altro- dico osservandola con un sopracciglio alzato.
Lei ride cominciando a sbottonarsi il top mettendo in mostra il suo piccolo ma sodo seno, poi si avvicina a me portando le mani alla mia vita e iniziando a sbottonare i miei jeans; si abbassa lentamente insieme ai miei boxer e poi avvolge il mio membro con le sue labbra.
Continua a lavorare duramente fino a quando non la afferro per i capelli, sollevandola.
Metto in mostra il suo collo avventandomi su di esso mentre la conduco verso il mio letto, dove la faccio sdraiare di pancia, così da scoparmela senza vedere la sua faccia.
E lo faccio: me la scopo, come una delle tante, come se fosse un oggetto e non una ragazza, un essere umano; me la scopo pensando che sia Amelia, riversando su di lei tutto il mio risentimento, alleviando la voglia che ho di farlo con Amelia.
Riverso sulla barista, di cui non ricordo il nome, tutta la mia rabbia.

- È stato fantastico- dice dopo aver concluso il nostro amplesso.
-Già..- dico sistemandomi il lenzuolo sul basso ventre.
-Da rifare sicuramente! Anzi, ti lascio il mio numero per...- inizia a dire.
-Senti, senza prenderci in giro: del tuo numero non me ne faccio nulla. Sei stata solo una scopata, lì c'è la porta, rivestiti e vattene.- le dico brusco dandole le spalle.
La sento muoversi dentro la stanza mentre va alla ricerca dei suoi vestiti poi la porta si apre
-Sei uno stronzo!- dice con voce tremante.
-Lo so e ne vado fiero. Ci si vede!- le dico guardandola con disprezzo mentre chiude la porta.

Mi addormento pensando a quegli occhi verdi che mi danno il tormento da mesi, pensando ad un modo per dimenticarmeli e per farla pagare ad Amelia.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora