AMELIA

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Quando entriamo nell'enorme salone della casa lo vedo subito.
I miei occhi, traditori, si posano immediatamente su di lui.
Non aveva fatto alcun accenno, poche ore prima, della sua presenza alla festa.
Lo vedo, mentre è intento ad aggiustarsi il papillon e poi, quasi fosse un gesto naturale e di cui ha bisogno, porta il braccio attorno alla vita di una ragazza che è proprio di fianco a lui.
Sento Trevis sospirare, mi volto a guardarlo e vedo che, proprio come me, sta ossevando la scena che ci si è parata davanti.
- Sapevi che ci sarebbe stato anche lui? - gli chiede Jill.
- No. Cosa credi, che non ti avrei avvertita?
Non riesco a capire bene quale sia il loro problema, visto che fin'ora, tutti hanno avuto dei rapporti abbastanza cordiali, anche se con qualche screzio.
- C'è qualche problema? - sussuro, quasi impaurita dalla possibile risposta.
- Affatto. - mormara Jill.
- Sarà meglio andare a salutare. - dice Trev, prendendo Jill dalla vita, come se volesse sorreggerla.
- Io veramente... - mormora lei. - Vorrei prima qualcosa da bere. - lo guarda quasi supplicandolo.
Lui annuisce. - Amy, vieni con noi?
Rivolgo lo sguardo, per l'ennesima volta in pochi minuti, nella direzione di Matthew, ancora saldamente ancorato alla vita della ragazza, che è di una bellezza mozzafiato, poi lo sposto su Trev.
- Sì, vengo anche io.

La serata non si prospetta affatto calma, come in un primo momento avevo sperato.
Quando usciamo sul portico, mi accorgo della presenza di Megan ed altri amici di Jill e Trev, pare proprio ci sia tutta la combriccola; solo dopo aver dato un'occhiata ben approfondita mi accorgo che, tra gli altri, c' è anche Liam.
Come se lo avessi chiamato, guarda nella nostra direzione.
Un sorriso gli si allarga in viso non appena intercetta il mio viso, poi avanza verso me.
- Vuoi un bicchiere? - mi dice Trev.
Lo guardo, mentre regge tra le mani un bicchiere di champagne e ne porge un altro a Jill.
- Sì, grazie. - ne prendo uno anche per me, dal vassoio che il cameriere è intento a reggere, con estrema cura, su una mano.
- Ehi bellissima! - dice Liam, prendendomi per la vita e posandomi un bacio sulla guancia.
Gli sorrido, magari alleggeriamo un po' la tensione e il disagio che si è creato negli ultimi minuti.
- Ciao Liam!
- Non ti vedo da parecchie settimane, dove sei stata?
- Hai ragione, ma tra le varie tesine che devo consegnare e gli esami da sostenere, ho avuto parecchio da fare.
- Immagino, per ora si respira aria gelida. - dice ridendo.
- Più che altro di terrore. - dico ridendo anche io.
- Eccovi finalmente! - dice una chioma rossa alle spalle di Liam.
- Ciao Meg. - dicono in coro Trev e Jill, che fino a quel momento si erano scambiati, nella maniera più silenziona possibile, piccole parole.
- Come al solito si sono superati!
- Già. - dice Jill, rivolta all'amica che si sta riferendo alla festa.
- Avete per caso visto Matthew?
- È già arrivato? - chiede Liam, guardandosi intorno per cercarlo.
- Sì, siamo venuti insieme. - dice lei, orgogliosa, rivolgendomi un'occhiataccia.
Il sorso di champagne, che avevo appena ingurgitato, mi va di traverso e comincio a tossire.
- Tesoro, tutto bene? - mi chiede Liam, poggiandomi una mano sulla schiena.
Guardo i volti di Trev e Jill divertiti dalla mia reazione, così alzo gli occhi al cielo.
- Tutto bene? - mi chiede Megan, in maniera superficiale.
- Sì sì, tutto bene. - guardo Liam. - Comunque mi pare di averlo visto dentro. - dico in tono superficiale.
- Oh, bene! Perchè in realtà... - guarda Trevis, in maniera piuttosto preoccupata. - Non mi sembrava proprio molto tranquillo quando è arrivato. Ha fatto una mezza scenata perché alcuni lo stavano guardando, poi è andato da Steph.
- Sì, abbiamo notato che era teso.
- A me, veramente, è sembrato normalissimo. - dico, intromettendomi.
- Questo perché non lo conosci affatto.
La veridicità delle parole di Megan mi tocca nel profondo.
Ho la presuzione di voler capire ciò che passa per la testa di qualcuno che, fondamentalmente, neanche conosco.
- Meg, non essere stupida! - mi difende Liam.
- Perché non è forse vero? Pensa di conoscerlo solo perchè ci ha scopato una volta?
Lo sbigottimento che vedo sul volto di Liam mi fa arrossire.
- Megan! - la richiama Trevis.
- Se è per questo... - dice Jill - Neanche tu, che gli apri le gambe da quando avevi quattordici anni, lo conosci bene. Per cui, Megan, gradirei che facessi meno la stronza con la mia amica.
Il viso di Megan, colorito e orgoglioso, d'un tratto sbianca e, senza proferire parola, si volta e se ne va.
- Non credi di avere un po' esagerato? - le chiede Trevis.
- Io credo proprio di no. E se non ti sta bene come la tratto, visti anche i tuoi di trascorsi con lei, puoi andartene quando vuoi.
Dopo aver visto il sopracciglio di Trevis alzarsi da far paura, prendo la mia amica sottobraccio e, prima che possa dire qualcosa di cui si pentirebbe amaramente, mi scuso con Trev e Liam e la porto via.

- Ma che ti è preso? - le chiedo, appena siamo nell'enorme giardino sul retro della casa.
- Scusami, sono nervosa!
- E per questo te la prendi con Trev?
- È che proprio non lo sopporto quando la deve difendere.
- Ma non l'ha mica difesa. - dico io sospirando.
La guardo mentre, sopra pensiero, scalcia lontani i ciottoli del sentiero che delineano la strada da percorrere all'interno del giardino.
- Jill, qual è il reale motivo?
- Di che?
- Perchè sei arrabbiata?
- Non è nulla, adesso passa. - dice sorridendomi.
- È per Matthew?
- Assolutamente no. - dice lei decisa.
- Forse perché era avvinghiato a quella ragazza?
Mi guarda e scoppia a ridere.
- Tu mi farai morire dal ridere prima o poi. Ti piace proprio tanto vero?
La guardo senza parole. - Eh? Ma che dici?
- Hai usato il termine "avvinghiata". - mi dice, virgolettando con le mani la parola.
-Quindi?
-Quindi sei proprio una stupida! - mi dice, abbracciandomi. - E comunque, quella a cui era "avvinghiata" è la sorella di Trev, e puoi stare tranquilla che non c'è nessun rapporto tra lei e Matthew, o almeno non quello che immagini tu.

Rimaniamo, non so per quanto tempo, in giardino a parlare del più e del meno, così da far stemperare l'arrabbiatura della mia amica.
Osservo con attenzione tutto ciò che mi circonda e penso a quanto debba essere stato bello vivere qui per la Jill bambina.
Quando ero piccola mi piaceva da matti giocare alla spia e gironzolavo per tutto il quartiere nascondendomi tra gli alberi e le case abbandonate che. a quei tempi, erano molte.
Ma qui, questo posto, sarebbe stato l'ideale.
Tra i giardini immensi e tutte le scalinate, con la piscina e la dependance, abitata da Gilda e Pierre, marito e moglie e rispettivamente governante e giardiniere della casa, mi sarei divertita da matti.
- Ehi!
- Dimmi. - dico, riscuotendomi dai miei pensieri.
- Torniamo? Inizia a fare un po' fresco.
-Ah, Amy, in realtà dovrei dirti anche qualcosa. Non volevo nascondertelo così a lungo, ma lui me lo ha fatto promettere- dice, con amarezza e, quasi, un pizzico di paura.
-Di che parli?- le chiedo insospettita, voltandomi a guardarla dritto in faccia.
-Vedi, t-tra me.. e... Matthew...- dice incerta.
- Sì... - annuisco io, invogliandola a continuare. Sto per aggiungere altro ma vengo interrotta da Trevis che corre verso di noi senza fiato.
- Che succede? - chiede Jill preoccupata scordandosi della nostra conversazione
- È Matthew, penso abbia bevuto un po' troppo. Sta per fare una scenata delle sue.
Non dice nient'altro, immediatamente andiamo, correndo, verso la casa.
Il più velocemente possibile.

Quando entriamo c'è un silenzio tombale, nessuno proferisce parola e guardano tutti il centro del salone dove, su di una sedia c'è Matthew, che con un ghigno beffardo guarda alle mie spalle.
- Oddio! - sento dire a Jill.
- Mi dispiace. - le dice Trevis.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora