AMELIA

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-Che diavolo ti è saltato in mente?- urlo furiosa nei confronti di Matt.
Non ho smesso neanche un secondo di urlare e di infierire non solo contro di lui ma anche nei confronti di Jill e Trav -con quale diritto poi? Chi sei per interrompere un' uscita con un mio collega e prenderlo a pugni, oltretutto!- sono isterica.
-Amelia calmati..- dice lui sedendosi sul letto e portandosi le mani dietro la nuca.
-Mi dici di calmarmi? Ma ti senti?! Sei una persona meschina e cattiva; e io non voglio avere niente a che fare con te, Matthew!- dico ancora camminando per la stanza.
-Non devi frequentare Coen. Gli devi stare alla larga, Amelia.- dice lui calmo, come poche altre volte.
-Tu non mi dici chi posso o non posso frequentare. Intesi?- dico puntandogli un dito dritto in faccia.
Lui abbassa con delicatezza la mia mano e mi guarda -Ascoltami, per favore fidati di me.
-Non la meriti la mia fiducia Matt. Mi hai delusa troppe volte e io devo andare avanti e non ti voglio nella mia vita.

Non sono mai stata così sicura in vita mia e consapevole delle parole che sto pronunciando.
Ovviamente Matt ha dei problemi che deve risolve e, fino a quando non lo farà, non potrà dedicarsi ad altro; non potrà cercare di avere qualcosa per cui vivere, che lo farà allontanare da questa voglia assurda di autodistruzione che ha.
-Io sono qui per te, Amy. Ci sono sempre stato anche se non l' ho mai dimostrato. Sono io e sono qui.- dice portandosi la mia mano sul suo petto.
-Mi ami? Vuoi stare con me?- chiedo con le lacrime agli occhi.
La sua espressione parla già da sola.
-Non stiamo parlando di questo Amelia, per favore..- sussurra alzandosi dal letto e cominciando a camminare per la camera da letto.
-No Matt. È di questo che stiamo parlando, parliamo sempre di questo, perché lo so io e lo sai te che io ti amo. Penso di avertelo fatto capire in tutti i modi possibili e ci sono anche riuscita ma tu non vuoi vedere, non vuoi accettare che c'è qualcuno disposto a lottare per te e disposto a restare al tuo fianco, qualsiasi cosa accada!- dico tra le lacrime ormai stanca di tenermi tutto dentro.
Siamo alla resa dei conti.
-Non posso Amelia, non posso!- dice scuotendo la testa in modo deciso.
-Perché?!- urlo tra i singhiozzi.
-Perché prima o poi te ne andrai!- questa volta è lui ad urlare; le vene del collo gonfie e rosse, così come il suo viso carico di tensione e rammarico- pensi che non ti voglia? Pensi che non vorrei starti attaccato come un fottuto maniaco del cazzo? Pensi che non muoia all' idea di sapere che sarai di qualcun' altro? Che qualcuno, che non sono io, ti tocchi come ho fatto io stesso? all' idea che qualcuno che non sono io ti dia un piacere che ,fin'ora, ti ho dato solo io?  Pensi che non odio il fatto di non poterti avere? Rispondi, Amelia! RISPONDIMI!- dice prendendomi il volto tra le mani per poi lasciarmi andare quasi subito.
-Io sono qui per te Matt. Sono tua in ogni modo possibile e immaginabile; sono tua in ogni mia parte; sono tua, qualsiasi cosa voglia dire; sono tua dalla prima volta in cui i nostri sguardi si sono incontrati e sarò per sempre tua.- dico cercando un contatto, che si rifiuta di avere.
-Non sopporterei di perdere anche te; come ho perso Lucas, come ho perso Jill.
-Tu non hai mai perso Lucas, perché è sempre qui- dico toccandomi il petto all' altezza del cuore- e Jill darebbe la vita per te!
-È morto per colpa sua sai? È morto a causa di Jill e di mio padre e di Coen.- dice a capo chino, fiaccato da tutto l' odio che si porta dietro.
Lo guardo scivolare lungo la parete del muro e se potessi mi sobbarcherei del suo dolore.
Mi avvicino cautamente, sedendomi accanto a lui.
-Dimmi com'è andata...- sussurro piano.
Mi guarda ma lo vedo dal suo sguardo spento e perso che, in realtà, non è qui.

-Era una sera di maggio; avevamo da poco saputo che Steph era incinta- dice, torturandosi le mani e perdendosi tra i ricordi di quell' ultima serata felice - eravamo sotto il portico di casa mia a ridere e scherzare come una qualsiasi famiglia e già fantasticavamo sul nostro adorato nipotino; perché Lucas aveva la certezza che fosse un maschio, un Wilson.- prende un respiro profondo - ad un certo punto della serata il suo telefono squillò e lui cambiò faccia; disse che doveva andare via, che era accaduto qualcosa al lavoro e che toccava a lui risolvere tutto.
Jillian si oppose, cominciando a protestare e a dire che lui stava diventando padre e che il lavoro che faceva era pericoloso...-
-Che lavoro faceva?- chiedo.
-Oh perdonami. Faceva parte di una squadra speciale del corpo di polizia di Chicago, il che lo teneva parecchio lontano da casa.
-Oh..- dico
-In ogni caso Lucas non aveva nessuna intenzione di cambiare lavoro, perché lui amava tutto quello che faceva; il problema fu che con quella scenata, Jillian diede adito alle teorie di mio padre, secondo il quale io e Lucas eravamo destinati a qualcosa di diverso e migliore; ma per Lucas quello era il lavoro più bello del mondo.
Hanno iniziato una vera e propria litigata, che li ha portati a dire parole pesanti,davvero troppo pensanti.- prende un profondo respiro - la cosa che ricordo come fosse ieri Amy- dice puntando il suo sguardo nel mio e ritornando di nuovo alla realtà- sono le spalle fiaccate di mio fratello a causa dell' ennesimo litigio; ricordo lui che esce da quella maledetta porta per non rientrare mai più.
Non ho potuto neanche vederlo, sai?- dice guardandomi con i suoi occhi celesti, spenti dal dolore e dall' odio- non ce l' hanno permesso.

Le lacrime scendono copiose sul mio volto e non riesco a fermarle; ci sto provando con tutta me stessa ma non ne vogliono proprio sapere.
Poso una mano sulla sua per cercare di dargli conforto.
-Non voglio la tua pietà, Amy. Voglio che tu stia molto lontana da me.
-Io non voglio starti lontano e la mia non è pietà. Non è questa la pietà Matt. Io voglio condividere tutto con te, anche il tuo dolore. Perché questo significa amare totalmente e incondizionatamente una persona.
-Io non posso permettermi di crollare. Devo prima vendicare Lucas.
Il sangue mi si gela nelle vene -Che intendi dire?- chiedo spaventata.
-Lucas è stato ucciso, Amy; e io troverò chi ce lo ha portato via.
-Per questo tu e Jill litigate... perché lei sa quali sono i tuoi piani e si oppone perché non vuole perdere un altro fratello.
-Jill non riesce a non interferire nelle vite altrui; proprio non si sa fare gli affari suoi.
-Perché ha ragione Matt. Cosa pensi di ottenere? Quando troverai chi ha ucciso Lucas cosa farai?
-Mi vendicherò.- dice con sguardo serio e convinto.
-Ascoltami Matt, per favore.- dico mettendogli le mani intorno al viso-  Lascia che siano altri ad occuparsi di questo. Metteresti solo in pericolo la tua stessa vita.
Le sue mani si posano sulle mie per poi correre verso il mio viso e tra i miei capelli.
-Per questo non posso legarmi a te. Perché mi faresti desistere; perché sei dentro di me, sei così profondamente in me che riusciresti a farmi cambiare idea. E io non posso permettermelo.
-Per favore Matt, dacci una possibilità...- sussurro.
-Ti amo, Amelia. Più della mia stessa vita. E avrei voluto incontrarti prima o in un periodo della mia vita più semplice. Avrei voluto che conoscessi il mio lato più bello e luminoso, non quello buio e spettrale.
-Ma io ti amo così, Matt. Amo i tuoi difetti, il tuo essere stronzo; amo il modo in cui proteggi e ami la tua famiglia, anche se non vuoi ammetterlo. Io ti amo così come sei.

Le sue mani, strette tra i miei capelli, mi attirano a lui, sicure.
Le nostre labbra si scontrano, consapevoli di essere state lontane per troppo tempo.
Siamo qui.
Siamo noi.
Consapevoli entrambi dei nostri sentimenti.
I nostri corpi aderiscono l' uno all' altro; mentre le nostre mani, smaniose di toccare la pelle, cercano di liberarci dai vestiti.
-Ti amo- sussurra sulle mie labbra, per la prima volta.
-Ti amo- dico felice.
E facciamo l' amore con una nuova consapevolezza addosso: quella di amarci e di essercelo detto.
Sento il cuore di Matt battere convulsamente nel petto allo stesso ritmo del mio.
Siamo una cosa sola, per la prima volta davvero.
Lo bacio, bacio ogni centimetro del suo corpo e così fa lui.
E continuiamo ad amarci fino alle prime luci dell'alba alba; fino a quando ne abbiamo le forze.

Quando ormai sono stremata e priva di forze, mi accoccolo sul suo petto sul quale comincio a disegnare dei ghirigori.
Mi prende la mano portandosela alla bocca e baciando ogni dito -Ti amo Amelia.
Sorrido -Ti amo Matthew.

Ci addormentiamo così, tra le braccia dell'altro.
Felici.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora