AMELIA

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Rientro in camera sconvolta dalle parole di Liam. Come può Matt far credere a tutti che siamo andati a letto insieme? Io davvero non capisco.
Che razza di persona può vantarsi di una cosa mai accaduta, con degli amici?
Sistemo i libri sulla scrivania e prendo il cellulare per chiamare mia madre prima di iniziare a studiare. Risponde quasi subito.
- Tesoro! Hai trovato il tuo cellulare! - dice felice di sentirmi.
- Sì mamma, lo avevo dimenticato ad una festa e me lo hanno riportato solo pochi giorni fa.
- Ad una festa? - dice sbalordita ridendo. - Raccontami.
- Non c'è nulla di cui parlare, è stata una semplice festa per dare il benvenuto alle matricole. Tra birra, sigarette e ragazzi ubriachi. Solite cose viste e riviste, mamma.
- Oh tesoro, non essere così pessimista. Sono solo feste, è normale siano così. Tu partecipa e divertiti.
Parliamo per un'altra decina di minuti del college, del suo lavoro, dei pettegolezzi su Port WentWorth e sui suoi abitanti e dei miei nonni i quali, a quanto pare, stanno cercando un riavvicinamento.
Quando riaggancio comincio con i compiti, dopo aver ordinato una pizza d'asporto.
Un'ora dopo arriva la pizza e io ho finito con le varie ricerche, anche se devo ancora rivederle da capo.
Prendo il Mac e cerco le puntate di Grey's Anatomy, così da mettermi in pari mentre mangio la pizza.
Quattro puntate dopo butto lo scatolo, vado in bagno a lavarmi i denti e poi mi metto il pigiama.
Mi addormento pensando a Matthew e a ciò che ha fatto.
Più tardi sento rientrare Jill.
La sentimana sembra volare, e sabato arriva velocemente.
                                                                *********

La sveglia di Jill emette un suono martellante.
- Jill! - le dico assonnata. - Spegni quel maledetto affare.
- Non la trovo! - dice lei mentre si alza dal letto.
- Ma che ore sono?
- Le sette.
- Hai messo la sveglia alle sette, di sabato mattina?
- Ho dimenticato di toglierla ieri sera.
- Dio... - dico ormai sveglia. Mi alzo stiracchiandomi e cerco anche io la sveglia.
Quando Jill la trova sotto al suo letto la spegne.
- Bene. - dice. - Ormai che siamo sveglie... che ne dici di andare a fare colazione al Blueready e poi andare al centro commerciale?
-Un'altra volta?
- Sì, ecco... - dice guardandomi con occhi supplichevoli. - Il prossimo sabato c'è una festa di fine estate alla quale partecipano tutti i nostri amici e devi venire anche tu.
- Non ho voglia di partecipare ad altre feste della Tau.
- Non è organizzata dalla Tau, è una festa privata che viene organizzata ogni anno dalle famiglie più in vista di Charlotte. Quindi non sarà come le solite feste.
- Ma ci sono gli altri, io me ne starò qui con una pizza e qualche serie da recuperare.
- Sai che divertimento! - dice lei alzando gli occhi al cielo. - E poi non ci sono proprio tutti, solo Trev, Matthew, Megan e Liam.
- Ci penserò, ma non è nulla di sicuro.
- Noi comunque andiamo al centro commerciale, non si sa mai tu decida di venire.
- Alle quattro c'è la partita. - le dico ricordandole l'invito di Liam.
- Sì! E poi la tua cena romantica con Liam! - dice con un sorriso enorme.
- Non è una cena romantica! - le rispondo mentre rifaccio il letto.
- Sì certo! - dice lei scegliendo i vestiti.
- Davvero. - dico e vado a lavarmi.
Quando esco dal bagno Jill se ne impossessa e io scelgo i vestiti, che terrò anche per la cena.
Decido di indossare un vestito, che mi arriva sopra al ginocchio, marrone scuro con un motivo a fiorellini turchesi e i sandali dello stesso colore dell'abito con delle gemme turchesi come decoro.
Metto un po' di eyeliner, mascara e il gloss; arriccio i capelli che appunto solo ai lati.
- Sei pronta? - mi chiede Jill quando esce dal bagno, vestita in maniera simile a me.
- Sì. - le dico prendendo la borsa e il cellulare.
Quando arriviamo al Blueready sono le nove, il locale è ancora vuoto ma a quest' ora, di sabato mattina, è normale, visto che è frequentato solo dai ragazzi del college.
- Buongiorno, bellezze! - ci saluta Cami.
- Ciao Cami. - la salutiamo io e Jill.
- Che ci fate qui alle nove?
- Lunga storia. - dice Jill andandosi a sedere al tavolo più vicino.
- Che vi porto?
- Per me un frappè al cioccolato e dei waffel con miele e fragole. - dice sorridendo a Cami.
- Invece per me un frappè al caffè e un muffin al cioccolato.
Mentre aspettiamo le nostre ordinazioni il locale inizia a riempirsi e poco dopo vediamo entrare anche Trev e Matthew.
Vengono a sedersi al nostro tavolo, Matthew accanto a me e Trev tra lui e Jill.
- Ciao Amy.
- Ciao Trev!
- Ciao splendore. - dice Matthew avvicinandosi a me.
Lo ignoro, perchè non ho voglia di farmi rovinare la giornata da lui.
Finalmente arrivano le nostre ordinazioni e Cami prende anche quelle dei ragazzi.
Prendo un sorso di frappè e addento il muffin, che è uno dei migliori che io abbia mai mangiato.
- È buonissimo. - dico rivolta a Jill.
- Sì, io ne mangerei a quintali! - esclama con un sorriso.
- Quindi non parli solo con me? - chiede Matthew a voce bassa.
Mi volto verso di lui guardandolo con superficialità. - Perspicace. - dico.
- Mi dispiace per lunedì scorso, ero un po' arrabbiato e non volevo scocciature.
- Guarda che per me sei libero di fare quello che meglio credi, non ho bisogno che tu mi rivolga la parola. Quello di cui ho bisogno è che tu ti faccia gli affari tuoi e non vada dicendo in giro che abbiamo scopato, cosa falsa tra l'altro. - dico d' un fiato. - E non ho bisogno che tu faccia a botte per me o perchè qualcuno dice che vuole uscire con me, io non sono tua. - dico guardandolo in cagnesco.
- Non so cosa ti abbia detto Liam, ma sappi che sono tutte stronzate. Non devi fidarti di lui.
- Strano, mi ha detto la stessa cosa di te.
- È uno stronzo, e la sua unica intenzione è quella di portarti a letto.
- Senti chi parla.
- Sì, la differenza è che anche tu vuoi venire a letto con me. - mi dice con un ghigno.
- Sei uno stronzo.
- Me lo hai detto già troppe volte. E... - aggiunge. - se tu fossi mia le cose sarebbero diverse, ma di questo non dovremmo mai preoccuparci.
Finisco la colazione velocemente e lascio dei soldi sul tavolo.
- Ti aspetto fuori, qui ci sono i soldi. - dico rivolta a Jill.
- D'accordo. - dice lei abbozzando un sorriso.
Esco velocemente dal locale e vado verso la macchina.
- Amelia! - sento chiamarmi alle spalle.
- Cosa vuoi ancora?
- Non dovresti fidarti di Liam, non lo conosci.
- Non conosco neanche te, quindi perchè dovrei ascoltarti?
- Perchè conosco le sue intenzioni.
- Neanche le tue sono lodevoli. - dico accigliata.
- Ma, ti ripeto, anche tu vuoi la stessa cosa e non lo hai mai negato, fin'ora. O sbaglio?
- Eccomi! - urla Jill mentre ci raggiunge.
- Ci vediamo Matthew. - dico guardandolo storto mentre salgo in macchina.
- Ciao splendore.
Quando arriviamo al centro commerciale iniziamo la ricerca per due abiti da sera.
Entro in molti negozi prima di trovare quello giusto: un abito nero lungo in pizzo, con una scollatura a cuore, delle sottili spalline in pizzo e la schiena coperta dallo stesso motivo in pizzo. Abbino un paio di decoltè nere e una busta nera.
Pranziamo in un locale del centro commerciale e poche ore dopo torniamo al campus così da poter occupare i migliori posti per la partita, che inizia alle quattro in punto.
Non ne capisco molto di basket, per cui mi limito ad imitare gli altri, soprattutto Jill, così urlo quando lo fa lei, esulto quando lo fa lei e mi alzo, sempre quando lo fa lei.
Sento la sua presenza prima ancora della sua voce, perchè il mio corpo lo percepisce. Matthew si siede accanto a me, oltrepassando Jill e riservandole uno sguardo torvo.
- Che tifo magnifico! Alcune volte mi dispiace non giocare per questo motivo.
- Tu non giochi? - gli chiedo incuriosita mentre torno a guardare il campo, cercando di non fargli capire che mi importa qualcosa della risposta e quindi di conoscerlo meglio.
- No, non mi è mai piaciuto. E poi non mi serve, ho già una borsa di studio che copre tutte le spese.
- Per cosa?
- Per i voti, sono un fottuto genio.
Scoppio a ridere all'istante sicura del fatto che mi prenda in giro. Non vorrei ridere, visto il modo in cui ci siamo lasciati stamattina, ma è più forte di me.
- Guarda che non sto scherzando! - dice lui accigliato.
- Sì, certo! - dico continuando a ridere.
Lui lascia cadere il discorso concentrandosi sull partita, che si conclude alcuni minuti dopo a favore della squadra della UNCCharlotte.
Gli spalti cominciano a liberarsi pian piano e vedo Jill correre di sotto alla ricerca di Trev.
- Vieni via con me? - mi chiede Matthew prendendomi da un braccio. Il contatto con la sua pelle mi fa trasalire, ma devo essere forte.
- Veramente ho un'altro impegno. - dico decisa a farmi valere.
- Jill può aspettare.
- Non devo uscire con Jill ma con Liam.
Vedo il suo viso irrigidirsi e il suo umore cambiare all'istante.
- Cosa?
- Devo uscire con Liam. - ripeto, scandendo ogni singola parola.
- No che non ci esci. - dice stringendo la presa.
- Matthew, lasciami! - gli intimo. - Mi stai facendo male.
- Tu non vai da nessuna parte con lui.
- La devi smettere. Tra me e te non c'è nulla. Non puoi dirmi con chi posso o non posso uscire.
- Liam non è affidabile, non fa per te.
- So cavarmela da sola. Non sono tua. - ripeto, per farglielo entrare bene in testa.
- Questo si vedrà. - dice furioso, lasciandomi il braccio e dirigendosi verso l'uscita.
Aspetto qualche istante e poi vado nel corridoio che porta agli spogliatoi, dove ho appuntamento con Liam.
- Eccoti finalmente, pensavo avessi cambiato idea. - dice quando mi vede.
- Ciao. - gli sorrido. - Ho solo impiegato qualche minuto per uscire.
Si avvicina e mi cinge la vita con un braccio, così da abbracciami e io ricambio.
Mi accorgo che in lontananza c'è qualcuno che ci sta osservando, ha il corpo in tensione e le braccia lungo i fianchi con i pugni stretti, è Matthew.
- Andiamo? - mi chiede Liam.
Guardo di nuovo verso Matthew ma lui non c'è più. - Sì, andiamo!
E vado verso l'uscita con Liam.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora