Dopo averla lasciata in camera vado verso la mia macchina, decido di fare un salto al Triveland prima di far ritorno alla confraternita. Ho bisogno di bere.
Cosa cazzo mi è preso? Non riuscivo a resistere al forte desiderio di baciarla, di sfiorare le sue labbra con le mie, così carnose e confortanti. Fortunatamente sono riuscito a controllarmi, al solo pensiero che Jill potesse ascoltare tutto.
Non devo prendere alcuna decisione affrettata, ne varrebbe del mio piano.
Quando arrivo al Triveland trovo i ragazzi, stanno organizzando una festa per il primo week end alla confraternita, ci sarà da divertirsi. Devo assicurarmi che ci sia anche lei, ho bisogno che lei ci sia perchè... fermo i miei pensieri e mi dico che è solo perchè ho bisogno che sia così, perchè il piano deve andare a buon fine e non per altro.
Dopo due bicchieri di Jack Daniel's prendo una sigaretta e vado fuori, avrei bisogno di qualcosa di più forte ma ci sarà tempo durante la festa.
Quando finisco di fumare vado alla macchina e me ne torno in quella dannata confraternita. Se non fosse per quel bastardo di mio padre la lascerei subito, ma se solo osassi fare una cosa del genere mi taglierebbe i fondi e addio università ma, soprattutto, addio alla tanta agognata libertà.
Da quando Lucas...
Non mi permetto di andare avanti, questi pensieri devono restare confinati in un esiguo spazio della mia mante, non posso lasciarli uscire perchè mi ucciderebbero e non posso, anzi non devo permetterlo.
Quando arrivo alla Tau vado in bagno a farmi una doccia, così da rilassare i muscoli e cercare di chiudere i diversi pensieri che mi attraversano la testa ognuno negli scomparti a cui sono stati assegnati.
Mezz'ora dopo sono in camera, l'unica cosa che riesce a calmarmi e farmi addormentare sono un paio di occhi verdi, una bocca meravigliosa e quei lunghi capelli castani che profumano di vaniglia.
Dormo sonni tranquilli sognando Amelia.*********
La mattina succesiva la sveglia emette un rumore assordante, mi sveglio già con l'umore sotto i piedi e la scaravento contro il muro. Ne comprerò un'altra.
Prendo un cambio di vestiti: un jeans nero e una t-shirt bianca, indosso un paio di converse bianche e vado in bagno a lavarmi la faccia e i denti.
Per fortuna oggi è sabato e non ci sono i corsi, così posso dedicarmi ad altro.
Quando scendo al piano di sotto trovo Trevis, Luke e Nate, intenti a discutere delle proprie tesi di laurea, sembrano tutti dei coglioni senza interesse alcuno però quando si parla del futuro e della laurea, nessuno li può fermare e, ne sono certo, prima o poi loro metteranno la testa a posto. La stessa cosa non si può dire di me. Non farò nulla di tutto quello che è stato programmato per me, ne ho l'assoluta certezza.
- Ehi Matt allora vieni con noi? - mi dice Luke.
- Come? - dico io riscuotendomi dai miei pensieri.
- Andiamo da Cami, a fare colazione. - dice lui.
- D'accordo.
Saliamo tutti e quattro sull'Audi di Trevis diretti al Blueready, un fastfood a due isolati dalla confraternita, in cui lavora Cami, un'amica di infanzia di Luke, per la quale ha una cotta da tutta la vita.
- Allora coglione... - dice Nate a Luke. - Quando ti decidi a invitarla fuori?
- Chi, Cami? - dice Luke in imbarazzo.
- E chi sennò? - risponde Nate ridendo.
- Penso che sia ancora presto, dopo la laurea. Cioè prima o poi... senza fretta.
Sbottiamo tutti a ridere di gusto e passiamo il resto del viaggio prendendo in giro Luke e il suo viso rosso per l'imbarazzo.
Quando entriamo ci andiamo a sedere al nostro solito tavolo,subito viene Cami a chiederci cosa prendiamo anche se sa che noi ordianiamo sempre la stessa cosa.
Ad un tratto vedo il volto di Trevis illuminarsi, conosco quel volto e so chi gli provoca tanta allegria.
- Jillian! - continua a chiamarla così perchè sa che le da fastidio, non capisco cosa possa trovarci in lei, è sempre stata molto antipatica con lui - Amelia, venite qui!
Non appena pronuncia quel nome, il suo nome, mi volto anche io, il suo corpo è teso come sempre quando ci sono io nei paraggi. La guardo negli occhi e un brivido mi percorre il corpo. Vorrei avere il suo di corpo, lo voglio ad ogni costo. Le sorrido mentre vengono verso di noi.
La guardo avanzare, indossa una paio di shorts neri a vita alta, che dovrebbero essere considerati illegali, una maglia aderente bianca infilata dentro agli shorts e le sue solite Dr Martens nere.
È meravigliosa, come al solito.
- Sapete se è single? - dice Nate.
- Cosa? - dico in tono duro, cosa cazzo vuole lui?
- Credo di sì. - si intromette Luke. - Ma penso sia interessata a Liam, o almeno lui ha fatto capire così.
- Credo che dovreste starle tutti alla larga. - dico stizzito.
Trevis ride guardandomi e scuote il capo. Se non la smette lo prendo a pugni.
- Buongiorno a tutti! - esclama entusiata Jill.
- Ciao Jill - dicono Trevis e Luke.
- Ciao signorinella! - dice Nate guadagnandosi un dito medio da Jillian. - E buongiorno anche a te! - dice ammiccando verso Amelia che viene salutata anche dagli altri. Lei sorride e ricambia i saluti portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Vieni a sederti qui. - le dico scostando una sedia, lei mi sorride e si siede vicino a me
- Buongiorno splendore. - le sussuro all'orecchio e percepisco l'odore di vaniglia che hanno i suoi lunghi capelli castani. Quando l'abbraccio mi accorgo che Jillian mi guarda dubbiosa, le scocco uno sguardo acido e chiedo ad Amelia cosa vuole, opta per un frappè al caffè.
- Ti andrebbe di venire con me in un posto? - chiedo ad Amelia, mentre gli altri chiacchierano tra loro.
Ci pensa su qualche secondo mordendosi quelle labbra meravigliose.
- Sì,credo di sì.
- Trevis, mi servono le chiavi della tua macchina. Te la riporto in tempo, voi potete tornare con Jillian.
- Tieni. - dice lanciandomi le chiavi. - Mi raccomando però, tratta bene la mia bambolina.
- Come se fosse mia, sta' tranquillo!
Io e Amelia ci alziamo e salutiamo gli altri, istintivamente la prendo per mano e la conduco fino alla macchina.
- Dove stiamo andando? - chiede nel momento in cui entriamo in macchina.
- Lo scoprirai quando saremo arrivati. - dico sorridendo.
Indossa immediatameente la cintura di sicurezza e abbassa il finestrino, ci sono 26 gradi e siamo solo alle dieci del mattino, almeno il mio programma del pomeriggio è al sicuro.
Pochi minuti dopo mi immetto sulla I-77. Sono tre ore di viaggio, tre ore che passo in compagnia di una bellissima ragazza con la quale non ho un secondo di tempo per annoiarmi, parliamo delle cose più svariate, le chiedo della sua infanzia, dei suoi hobby, degli amici e della sua famiglia, si irrigidisce quando mi parla del padre che le ha lasciate quando lei aveva solo sei anni e, invece, è raggiante quando mi parla della sua passione per i libri e per le auto, cosa che non avrei mai immaginato. Mi chiede di me e resto molto sul vago, non le parlo dei miei e le dico che sono figlio unico, le dico che condivido con lei la passione delle auto e che mi piace leggere, ma non tanto quanto piace a lei.
Diversi minuti dopo sento il suo respiro più profondo, mi giro verso lei e mi accorgo che si è addormentata.
La osservo attentamente per quanto posso, decellero da 210 a 120 chilometri orari, vedo i suoi capelli, mossi dal vento, accarezzarle il viso, le sue braccia e le sue gambe magre, quella pelle che solo a guardarla sembra morbidissima. Quanto vorrei toccarla... ha dei polsi esili, piccolissimi, e delle dita lunghe con unghie molto curate. E' bellissima, non ci sono altre spiegazioni, non ho mai visto una ragazza così bella e naturale.
Si gratta il naso leggermente e decido di alzare un po' il volume della musica, sperando di svegliarla, e infatti si stiracchia immediatamente e guarda subito fuori dal finestrino.
- Buongiorno ancora splendore!
- Carolina del Sud! - urla, rendendosi conto di dove ci troviamo.
- Non essere così entusiasta, non siamo ancora arrivati!
- Non fa nulla! - dice battendo le mani e saltellando sul sedile. Le sorrido e lei ricambia il mio sorriso.
Ventisei miglia dopo siamo a Kiawah Island.
Ci fermiamo a pochi metri da una piccola spiaggetta poco frequentata, conosciuta solamente da chi conosce bene il posto. Io ci vengo da quando sono bambino.
- È meraviglioso! - dice quando arriviamo sulla spiaggia.
- Sì, hai ragione!
Inizio a torgliermi le scarpe e lei fa lo stesso ma quando mi tolgo la t-shirt mi guarda stupita.
- Che stai facendo?
- Mi tolgo la maglia, mi sembra abbastanza evidente.
- Sì, be', non sono mica cieca, ma io intendevo perchè ti togli la maglia?
- Tu per quale motivo vorresti che me la levassi? - sussurro avvicinandomi sempre più, fin quando non sono a pochissimi centimetri da ogni minima parte del suo corpo. Il suo respiro si ferma per un piccolissimo istante e mi guarda dritto negli occhi.
- Non... io... - deglutisce.
- Tranquilla. - le dico portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Voglio solo fare il bagno.
E mi tolgo anche i pantaloni.
- Forza, cosa aspetti?
- Non ho il costume. - dice imbarazzata.
- Se mi guardassi attentamente sapresti che neanche io ho il costume. - dico e faccio un movimento con il bacino.
Immediatamente il suo viso si tinge di diverse sfumature di rosso, quanto mi piace!
- Smettila. - dice un po' nervosa.
- Bene, fai come vuoi. Io mi butto, c'è troppo caldo e non ho intenzione di perdere un intero pomeriggio con te e le tue lagne.
Le sorrido e mi butto in acqua, che subito mi da sollievo dal forte caldo.
Quando riemergo la osservo, è indecisa.
- Non sai cosa ti perdi! - le urlo.
Si avvicina così da bagnarsi i piedi, ha quegli shorts che lasciano poco all'immaginazione ma che me la rendono sempre più desiderabile.
- Più di quattro ore di macchina per bagnarti solamente i piedi in una delle spiagge più belle del Sud Carolina! Che spreco!
- E va bene, ma girati e non guardare! - mi intima arrossendo.
Mi giro solo per pochi secondi, giusto il tempo di sbottonare e abbassare gli shorts, poi ritorno a guardarla, quando sta per togliere anche la maglia, e Dio se è sexy! Ha un completino in pizzo nero che farebbe tracollare chiunque, mi viene duro all'istante.
- Avevi detto che non avresti guardato! - dice correndo verso l'acqua e tuffandosi.
Sbotto a ridere.
- È stato più forte di me, sai quanto ammiro il tuo culo e, da oggi, anche le tue tette. - le schiaccio l'occhio.
- Ma quanto sei stupido? - dice schizzandomi dell'acqua in faccia.
- Come hai osato? - le dico avvicinandomi come un predatore. - Hai dato il via ad una guerra!
- No, per favore! - Fa per allontanarsi ma io sono più veloce e l'afferro dagli esili polsi, le do giusto il tempo di prendere un po' di fiato e poi la butto sott'acqua.
- Smettila, ti prego! - dice quando riemerge e sorride.
- Non servirà a nulla pregarmi... - le sussuro avvicinandola, mi porto le sue braccia dietro al mio collo e lei mi cinge il bacino con le gambe. Succede in un attimo.
La bacio.
Il mondo intorno a noi scompare.
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanfictionIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...