AMELIA

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Riusciamo a raggiungere la macchina di Trevis appena in tempo.
Matthew corre verso di noi mentre Jill fa partire convulsamente il motore e da gas.

Sento distintamente i pugni di Matthew che si infrangono contro il tettuccio dell' Audi.
Chiudo gli occhi ripensando a quando nella villa al Lake Norman era accaduta la stessa cosa: io e Jill che fuggivamo da Matthew lasciando Trevis a risolvere ogni cosa.
-Mi dispiace così tanto...- dico in lacrime mentre il senso di colpa per tutta quella situazione si fa spazio dentro di me.
-Non è colpa tua Amy ma sua!- dice Jill stringendo la mano sul volante e scalando le marce così da potersi immettere nel traffico in sicurezza.
Si sposta da una corsia all' altra velocemente mettendo sempre più distanza tra noi e la confraternita.
-Dici che viene al dormitorio?- chiedo.
-Se conosco bene mio fratello, sì! E se non ci muoviamo arriverà anche prima di noi.- dice accelerando ancora.

-Non vedo la sua auto- dico a Jill guardandomi intorno mentre lei mi afferra per un polso e mi porta verso l' entrata del dormitorio.
-Amy, questo non vuol dire che non arriverà. E poi dobbiamo fare veloce, okay?- mi dice guardandomi con comprensione.
Annuisco e la seguo all' interno del dormitorio fino alla nostra camera.

Quando siamo dentro ci chiudiamo la porta alle spalle e sospiriamo.
-Ce l' abbiamo fatta!- dice Jill stravaccandosi sul letto.
-Per questa volta pare di sì- dico io raggiungendola.
-Senti..- comincia lei -volevo scusarmi per averti nascosto la verità, non volevo; è solo che Matthew è sempre stato così, ha sempre ottenuto tutto quel che vuole e io gli voglio così bene che l' ho sempre assecondato.
-Siamo amiche e compagne di stanza; in pratica viviamo insieme ventiquattro ore su ventiquattro. Avresti dovuto dirmelo...- le dico.
-Lo so ed hai ragione ma da quando è morto Lucas le cose non sono andate per niente bene. Eravamo una famiglia unita, complici gli uni degli altri; ci divertivamo a stare insieme e non pensavamo minimamente che sarebbe potuta finire.
Quando Lucas è morto Matt non ha parlato con nessuno per giorni e poi dopo alcune settimane è cambiato; ha dato a me e a mio padre la colpa per la sua morte e ha cominciato ad odiarmi.
Il fatto di non dirti che fosse mio fratello, di fare quello che lui mi aveva chiesto l' ho visto come una possibilità di riallacciare il rapporto con mio fratello.
-Lo capisco, capisco che avete e state tutt' ora passando un periodo bruttissimo ma io non posso stare in mezzo alle vostre questioni. Tengo a te Jill ma le persone, durante tutta la mia vita, mi hanno sempre pugnalata alle spalle e non posso sopportare altro. Quindi ti prego, sii più che sincera con me- dico sorridendo debolmente ricevendo un abbraccio confortevole da Jill.
-Perdonami.. ti giuro che sarò la sincerità fatta persona!- dice incorciando le dita a mo' di giuramento.
-Giuri?- chiedo divertita.
-Giuro!
-E allora.... visto che la metti così...è tutto a posto, amica!
-Oh, grazie! Però anche tu devi farmi una promessa.
-Dimmi tutto- le dico sollevando un sopracciglio.
-Devi stare lontana da Matt.. per favore Amy.
-Putroppo non posso prometterlo Jill... io..credo di essermi innamorata di lui..- dico sospirando.
-Amy...
-Lo so, lo so. Mi sono lasciata prendere la mano e mi sono fatta incantare dal pacchetto completo Matthew!- dico sospirando.
-Cos'è successo quando siete stati via, dopo il casino della festa fatta dai miei?- chiede sospettosa.
-Siamo stati a casa mia..- dico.
-E che avete fatto?- continua ad indagare.
-Abbiamo parlato, scherzato e fatto shopping- dico cercando di custodire quanto più possibile il ricordo di quei giorni.
-Me lo diresti se ci fosse qualcosa di più, giusto?- chiede, ancora non del tutto convinta- abbiamo giurato di dirci la verità Amy, ed io ho come la sensazione che mi stai mentendo...- sospira.

Non faccio in tempo a rispondere che un tonfo ci fa sussultare entrambe.
La porta della nostra camera vibra a causa di qualcosa che pesta contro di essa.
-È arrivato...- dice Jill sollevandosi dal letto.
Annuisco portandomi le ginocchia al petto mentre osservo, quasi ipnotizzata, la porta vibrare.
-Amelia!- mi chiama.
La sua voce è un misto di rabbia, rancore e dispiacere- Amelia, so che sei lì dentro; apri questa dannata porta!- continua colpendo ritmicamente la porta.
-Che facciamo?- bisbiglia Jill così che Matthew non possa sentire le nostre voci.
-Non lo so...- dico piano.
-O apri o la sfondo! Te lo giuro Amelia! Jillian- continua rivolto alla sorella- lo sai che lo faccio. Vi conviene aprire prima che qualcuno chiami la sicurezza!
Sbuffo incerta su cosa fare prima di sollevarmi e andare verso la porta.
-Amy- mi blocca Jill- non..-
La interrompo- Non ho nessuna intenzione di aprire Jill. A dispetto di quanto tu possa pensare non sono così stupida...-
Mi avvicino alla porta poggiando mani e fronte su di essa -Matt..-
-Amelia, apri!- ordina severo.
-Non posso...- sussurro.
-Che cazzo dici?!- chiede colpendo nuovamente la porta.
-Smettila Matt. Smettila! Basta!- urlo colpendo anche io la porta- non porta nulla di buono questo essere attaccati l' uno all' altra. Non posso andare avanti così...
-Apri questa porta Amelia, ora!
-Vai via! Vai via o chiamo la sicurezza!- lo minaccio.
-Sei sicura Amelia? Se me ne vado non torno indietro.- dice.
E lo odio, lo odio perché ha conficcato i suoi artigli nel profondo del mio corpo; perché fin da quando i miei occhi si sono scontrati con i suoi non faccio altro che pensarlo, cercarlo tra gli altri per le strade del campus, desiderare di stare ogni ora del giorno con lui.
Lo odio perché si è fatto spazio nel mio cuore, piano piano rendendomi dipendente da lui.
Lo odio perché non è capace di lasciarsi dietro il passato e cercare di andare avanti con me.
-Non siamo niente... io e te non siamo niente... quindi sì- dico, sentendo i pezzi del mio cuore infrangersi, deteriorarsi lentamente- vai via Matthew.
Secondi di silenzio si fanno spazio tra di noi rendendo il vuoto che ci circonda pesante.
-Se è così che la metti, va bene! Vado via ma non chiedermi di tornare sui miei passi. E non piangere quando io non ci sarò. Hai chiuso.- dice colpendo per l' ultima volta la porta e lasciandomi lì dietro, sola e ferita per l'ennesima volta.

Il mio corpo scivola lentamente lungo la porta mentre le lacrime rigano per la milionesima volta il mio viso.
Le braccia di Jill avvolgono il mio corpo cercando di darmi conforto.
-Ssh.. tesoro mio, non piangere..- dice triste mentre i miei singhiozzi riempiono il silenzio della nostra stanza. -Non le merita tutte queste lacrime, Amy.
-Mi ha distrutta...annientata- dico tra i singhiozzi -gli ho dato tutto e lui...
-Mi dispiace tanto Amy...

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora