AMELIA

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Imbocca la E 77 in direzione di Norman Lake. È una delle località più rinomate di Charlotte, non capisco come mai permattano ai ragazzi di fare dei falò per una festa.
- A cosa stai pensando? - mi chiede Matthew poggiandomi una mano sulla coscia.
- Mi stavo chiedendo quale sia l'assurdo motivo che permette ai ragazzi del college di fare dei falò, per una festa, in una località rinomata come quella di Norman Lake.
- Non c'è nessun assurdo motivo, c'è solo una banale spiegazione...
Lo guardo con un'espressione di incoraggiamento, odio quando la gente si ferma mentre parla lasciando il discorso in asso.
- Lo vuoi sapere? - mi chiede ridendo.
- Certo che lo voglio sapere! - esclamo infastidita.
- Ti sto irritando? - sembra divertito.
- Forza, dimmi questo motivo! - gli pizzico leggermente la pancia.
- Tu cosa mi dai in cambio? - chiede lui sornione.
- Un bel niente. - dico incrociando le braccia al petto.
- Oh, non fare il broncio! Te lo dico, va bene?
Lo guardo, aspettando una spiegazione.
- È una cosa devvero stupida: abbiamo il permesso di fare le feste al Lake perchè gran parte dei genitori dei ragazzi della squadra, e non solo, hanno le migliori proprietà sulla costa del lago, e ne portano avanti l'economia.
- Questo non dovrebbe autorizzarci a rovinare e inquinare un posto così bello.
- Nessuno lo rovina, sarà già stato pulito, anche meglio di come lo abbiamo trovato. Svolta entrando nel piccolo parcheggio prima del boschetto e scendiamo dalla macchina, andando verso la piccola stradella che porta alla riva del lago, mano nella mano.
- Cercavo questa stupida stradella ieri sera, ma non riuscivo a trovarla.
- Amy, per favore, non farmi pensare a ieri sera. Mi rendi solamente nervoso. Chissà cosa sarebbe successo se non fossi arrivato in tempo. - dice digrignando i denti.
Gli accarezzo il volto, la sua pelle sembra seta sotto le mie mani. - Non pensiamo più a ieri sera. - dico lasciandogli la mano e correndo verso il lago.
È ancora più bello di giorno, quando è possibile ammirare tutto il circondario con la luce naturale del sole: le piccole e caratteristiche banchine in legno a cui sono attraccate le piccole barchette, i grandi loft che si affacciano sulle rive, la fitta vegetazione che circonda l'intero lago.
- È meraviglioso. - dico stupefatta.
- Sì, è davvero molto bello.
Lo osservo mentre comincia a slacciare gli anfibi, lo imito togliendomi i sandali.
Mentre io poggio la mia borsa sulla sabbia lui si sveste, rimanendo con quegli assurdi boxer aderenti.
- Allora, cosa stai aspettando? - mi chiede indispettito.
- Non lo so, sei sicuro che non ci sia nessuno che possa vederci?
Mi si avvicina con un ghigno sulla faccia e io faccio alcuni passi indietro, ma lui è molto più veloce di me e mi afferra, mi blocca tra le sue gambe e mi toglie il vestito.
- Matthew, fermo! - dico a voce alta ridendo.
- Mi dovevi un favore e, tra le altre cose, mi hai anche pizzicato. Adesso la paghi.
Mi solleva da terra e mi carica sulle spalle, ricordandomi il nostro primo incontro.
Io gli cingo la vita con le braccia mentre lui corre verso l'acqua, dove si tuffa pochi istanti dopo. L'acqua è gelata, ma è piacevole. Quando riemergo e vedo il suo sorriso, scoppio a ridere a mia volta.
- Hai uno strano modo di farmi pagare le cose. - gli dico.
- È sempre lo stesso. - dice lui tornando sicuramente, come me, al nostro primo incontro.
Restiamo al lago per diverse ore e, quando ne abbiamo abbastanza, ci asciughiamo e andiamo in un piccolo ristorantino dove mangiamo a base di pesce.
È tardo pomeriggio quando facciamo ritorno al campus.
- Vuoi venire alla confraternita? Ci sarà sicuramente anche Jillian.
- Dammi il tempo di lavarmi e sistemarmi. - gli dico con un gran sorriso.
Quando entriamo nella mia camera, vado subito davanti all'armadio e prendo uno dei vestiti nuovi che ho comprato con Jill, è nero con dei ricami in oro vicino alle tasche, mi arriva poco sopra alle ginocchia. Vado in bagno ed entro nella doccia.
Sotto l'acqua calda rilasso i muscoli e ripenso agli ultimi avvenimenti.
Alla cena con Liam, che è molto simpatico ed anche molto carino, ma non regge il confronto con Matthew. Ripenso alla notte che ho trascorso con lui e al senso di sicurezza e pace che ha invaso il mio corpo, al suo piccolo cambiamento nei miei confronti, ai suoi baci, alla sue mani sul mio corpo e, ancora meglio, alle mie mani sul suo corpo.
Quando esco dalla doccia il profumo di vaniglia aleggia nell'aria. Districo per bene i capelli prima di asciugarli e piastrarli, mi trucco in maniera molto leggera, com'è mio solito ed esco dal bagno.
- Finalmente! - dice Matthew fingendosi infastidito. - Io vorrei davvero capire cosa fate chiuse in bagno per così tanto tempo!
- Questo. - dico indicandomi.
- Be'... - dice avvicinandosi. - Tu non hai bisogno di questo.
Mi posa un bacio sulle labbra, indosso i sandali satinati dorati, prendo la borsa e usciamo.
- Non è sicuro portare la borsa in confraternita. - mi dice mentre io sono intenta a scrivere un messaggio a mia madre, in cui le racconto della settimana e le prometto di chiamarla al più presto.
- Vorrà dire che mi farai il favore di lasciarla in camera tua. - gli dico sorridendo.
- E tu cosa mi dai in cambio? - mi chiede di nuovo ridendo.
- Si vede che non sei abituato a fare dei favori, dipende dal fatto che sei figlio unico?
Mi guarda attentamente e poi fa un cenno di assenso con la testa. Quando entriamo vedo tutti intorno al tavolo.
- No... - dice Matthew quando anche i suoi occhi si posano sul gruppo.
- Che succede? - chiedo incuriosita.
- Nulla di importante, vieni andiamo di sopra. - dice prendendomi per mano.
- Amelia! - sento Jill chiamarmi. - Vieni a giocare anche tu!
Lascio la mano di Matthew e vado verso il resto del gruppo.
- Siediti qui. - mi dice facendo posto accanto a lei.
- Come giochiamo? - chiedo mentre mi siedo.
- È simile ad una roulette russa, devi pescare da questo recipiente... - dice indicando la brocca di vetro davanti a noi. - .. un biglietto, non devi guardarlo fino a quando non abbiamo preso tutti il biglietto. Quando tutti lo abbiamo, ognuno apre il proprio e se c'è scritto "bevi" devi bere gli shots.
Annuisco. - Tutto chiaro? - mi chiede dopo la spiegazione. Le sorrido e annuisco di nuovo.
- Bene, possiamo iniziare! - dice lei entusiasta.
Vedo Matthew avvicinarsi. - Non dovresti giocare. - mi dice a voce bassa. - Non sei abituata a bere così tanto.
- Non è detto che sia io a bere, è tutto nelle mani del fato. - gli dico ridendo.
- Matt, tu non giochi? - gli chiede Trevis.
- No, preferisco guardare.
Iniziamo il giro, quando è il mio turno pesco un biglietto e lo custodisco, gelosamente, in mano fino alla fine del giro. Il primo ad aprire il biglietto è Trev, sul cui biglietto c'è scritto "BEVI" ed è quello che fa. Seguono altri due "BEVI" e tre "SALVO", poi è il mio turno apro il mio biglietto e leggo la scritta "BEVI", prendo lo shot e bevo.
Dieci giri dopo sono al nono shot. Mi guardo intorno, un po' brilla, alla ricerca di Matt, ma non lo vedo. Mi alzo perchè nove shot sono davvero troppi.
- Amy, dove vai? - mi chiede Jill.
- Ho bevuto davvero troppo, non mi sento più le labbra. - le dico.
- Bevi dell'acqua e cerca Matthew così ti accompagna a casa. - dice sobria, dal momento che ha bevuto solamente due shots in dieci giri. Annuisco e vado verso le scale.
Arrivata al piano superiore mi dirigo verso la camera di Matt, abbasso la maniglia ed entro.
Lo vedo sdraiato sul letto con una rossa a cavalcioni su di lui. Mi viene da vomitare.
Si accorge subito della mia presenza e si toglie la rossa da sopra.
- Non c' è alcun motivo di interrompere quel che stavi facendo. - biascico.
- Non è assolutamente come pensi.
Lo guardo stupefatta, come può negare l'evidenza?
- Non mi importa. - dico barcollando. - Voglio solo riavere indietro la mia borsa così da poter tornare al dormitorio.
- Dammi due minuti e ti accompagno.
- Puoi restare qui con la tua puttana. - dico in tono di sfida.
- Senti biondina, io non sono la puttana di nessuno! Cerca...
Matthew la interrompe. - Meg, per favore, non cominciare anche tu. Puoi lasciarci soli?
Lei annuisce. ma si vede che è infastidita.
- Me ne vado io, tranquilli.
- Tu non vai da nessuna parte! Smettila di fare la stupida. - dice mentre la rossa è già fuori dalla camera.
- Sei uno schifoso bastardo! - urlo avventandomi su di lui, che subito mi blocca.
- Ma che diamine ti prende?
- Cosa mi prende? Ti ho appena beccato con un' altra!
Lui ride mentre mi trascina verso il letto così da farmi sedere.
- Ricominciamo con questa storia? - chiede incredulo. - Non mi pare di averti detto che stavamo insieme, ti ho anche presentata a Scott come amica. Quindi perchè fai questa scenata di merda? - mi chiede urlando.
- Mi fai venire la nausea. - dico alzandomi dal letto ma barcollo e la stanza riprende a girarmi intorno. Esco dalla sua camera e mi fiondo in bagno, accasciandomi sul water.
Pochi istanti dopo entra anche lui e si avvicina tenendomi i capelli, mentre io rigetto tutto quello che ho in corpo.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora