AMELIA

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- Questo me lo ha riportato Matthew. -dico rossa di vergogna, perchè sto ammettendo di averle mentito.
- Allora mentivi! - dice lei ridendo - Quindi sei così rossa in viso per qualche motivo in particolare?- mi chiede muovendo le sopracciagli su e giù.
- Mi ha baciata. - dico di getto. - Mi ha messa a sedere su una lavatrice e mi sono sentita come mai in vita mia.
Entriamo in macchina e lei mi guarda con attenzione.
- Questo significa che hai dimenticato quello che è successo ieri alla festa? - mi chiede scrutandomi.
Resto spiazzata dalla sua domanda. In realtà non lo so neppure io, so solo che non appena lui mi guarda io non riesco più a connettere cervello e bocca, e soprattutto cervello e corpo.
- Non lo so... - dico portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Sono una stupida vero?
- Non sei stupida e non sto cercando di giudicarti, mi sto solo preoccupando per te perchè conosco Matt.
- Lo so Jill, è solo che...
- Ti piace molto? - dice lei sorridendomi gentilmente.
- Diciamo che mi piace abbastanza da farmi fare qualsiasi cosa voglia su una lavatrice! Anche dopo quello che è accaduto ieri sera!
- Il sogno erotico di ogni donna, insomma!
Scoppiamo a ridere entrambe, mentre lei esce dal parcheggio del campus.
- Allora, non facciamoci monopolizzare la giornata da Matthew, parliamo del programma che ho pensato per noi due.
- Forza, spara!- le dico ridendo.
- È un programmino perfetto... - dice elettrizzata. - Giretto al centro commerciale, più o meno veloce, con tanto di shopping obbligatorio, cenetta al Blueready e, per completare, cinema!
- Mi piace! - dico entusiasta tenendomi stretta alla maniglia dello sportello, la giuda di Jill è molto sportiva, è come se fossimo in pista durante la corsa di Formula 1.

Quando arriviamo al centro commerciale entriamo in parecchi negozi, compro qualcosa per la mia parte di stanza, come mi ero ripromessa, e anche qualche nuovo vestito su consiglio di Jill, la quale esce dai neglozi come Julia Roberts in "Pretty Woman".
Quando usciamo dal centro commerciale è già il crepuscolo, sistemiamo le borse con gli ultimi acquisti nel cofano e saliamo in macchina dirette al Blueready.
Arriviamo alcuni minuti dopo, il locale è pieno ma vediamo Cami venirci incontro.
- Ciao  bellezza. - dice rivolta a Jill. - Ti serve un tavolo?
- Un tavolo per due, Cami. Ah, e lei è Amelia.
- Oh, occhi verdi! Ciao! - dice con un gran sorriso.
- Occhi verdi? - chiede Jill incuriosita.
- Sì, è così che l'hanno chiamata i ragazzi. Venite, vi accompagno al tavolo.
Rimango interdetta sentendo quel soprannome, chissà se è stato Matthew a metterlo in piazza. Dio... Devo smetterla di pensare a lui!
Seguiamo Cami in mezzo alla folla fino ad un piccolo tavolinetto messo in un angolo, e lei ci lascia i menù.
- Quando siete pronte mi fate un fischio. - dice andandosene.
- Mi piace occhi verdi. - dice Jill appena ci sediamo.
- Io non ci trovo nulla di particolare. - dico storcendo il naso. Che soprannome stupido! -  È anonimo, chiunque potrebbe avere gli occhi verdi.
- Oh certo... - dice lei sorridendo. - Tu preferisci splendore, vero?
Arrossisco all'istante, ma non voglio più parlare di Matthew perché non sono a mio agio quando si tratta di lui.
- Hai deciso cosa prendere?
- Sì sì, cambia discorso. Jill annuisce e ride di vero cuore, la stronza! - Tanto lo sappiamo entrambe che è vero.
- Io ho deciso. - decido di ignorarla.
- Anche io. - dice. Si guarda in giro e poi alza una mano - Cami! Noi siamo pronte! -  urla.
Pochi secondi dopo Cami è al nostro tavolo pronta per prendere le ordinazioni.
- Cosa vi porto?
- Io prendo un cheeseburger con contorno di patatine e anelli di cipolla, accompagnati da salsa messicana. - le dico d'un fiato.
- Io prendo lo stesso. - dice Jill.
- Bene, tra qualche minuto sarà pronto. - dice Cami allontanandosi di fretta.
- Sei sicura della tua scelta? - mi chiede Jill guardandomi di sottecchi con un sorriso divertito in viso.
La guardo incuriosita. - Certo, perchè non dovrei esserlo?
- Hai preso gli anelli di cipolla.
- E allora?
- Be' siccome ultimamente stai sempre a baciare un bel tipo dagli occhi blu, non vorrei che lo facessi svenire causa alito pesante! - dice sbottando a ridere.
Il sorso d'acqua che ho appena bevuto mi va di traverso. - Smettila. - le dico ridendo. - E comunque per questa sera non ho intenzione di baciare nessuno. - le faccio una linguaccia.
- Tua madre sarebbe fiera di te! La devo chiamare per avvisarla degli enormi cambiamenti.
- Se fossi in te non lo farei.
Continuiamo a parlare del più e del meno concentrandoci, principalmente, su come organizzarci per la lezione di storia dell'arte che seguiremo insieme e che inizierà questa settimana.
Dopo una buona mezz' ora arrivano i nostri cheeseburger, divoriamo tutto in poco tempo e poi andiamo al cinema; decidiamo per un film d'azione, genere che piace ad entrambe, e guardiamo "Attacco al potere 2".
Quando usciamo è già sera inoltrata, quindi facciamo ritorno al campus e per tutto il tragitto commentiamo il film che è stato davvero stupendo.
- Sono stanchissima. - mi dice Jill buttandosi sul letto, appena entriamo in camera.
- Anche io! Però è stata una bella serata!
- Sono contenta che ti piaccia la mia compagnia. - dice con sguardo allusivo.
- Certe volte, alcuni tuoi atteggiamenti mi fanno pensare a Matthew.
Mi guarda e ride, poi prende le sue cose e va in bagno. Io indosso il mio pigiama con le pecorelle e mi metto a letto.
************

- Amelia... - Sento qualcuno che mi chiama. - Amelia tesoro, devi alzarti è tardi!
Cosa ci fa mi madre qui? Mi sento un po' confusa.
- Mamma? - chiamo con la voce impastata dal sonno.
Qualcuno ridacchia. - Sono Jill, non hai puntato la sveglia, sono le 7:30.
Mi alzo di corsa dal letto, scaraventando le coperte per terra.
- Miseriaccia! - esclamo, alzandomi di scatto dal letto.
Vedo Jill guardami divertita e le lancio uno sguardo di fuoco, corro di corsa in bagno a lavarmi.
Mi lavo e mi vesto in meno di dieci minuti, indosso un vestitino a jeans e un paio di sandali color castoro con delle pietre turchesi e prendo la mia borsa.
- Sei pronta? - mi chiede divertita Jill.
- Sì, possiamo andare!
La prima lezione del giorno è storia dell'arte quindi andiamo entrambe nella stessa direzione, quando arriviamo scegliamo i posti della fila centrale, così da essere abbastanza lontane ma non troppo.
Il resto della giornata passa molto veloce, in men che non si dica arriva l'ora di pranzo.
- Amelia! - Jill mi sta chiamando dall'altra parte del corridoio sventolando una mano, la raggiungo.
- Andiamo a mensa o vuoi andare al Blueready? - mi chiede.
- La mensa andrà benissimo ed è anche al campus per cui posso tornare in camera prima. - dico, pensando alla marea di compiti e ricerche da svolgere.
Quando arriviamo in mensa ci mettiamo in fila per prendere il pranzo, paghiamo e ci sediamo allo stesso tavolo in cui stanno gli amici di Jill, anche se peril momento   non c'è nessuno.
- Hai altre lezioni dopo pranzo? - mi chiede Jill, mordendo un pezzo di pane.
- No, tu?
- Altre due ore! - dice sbuffando.
Vediamo entrare Trevis, Nate e Luke e parte della mensa si gira ad osservare i tre ragazzi, ma è quando entra Matthew che tutti gli occhi dei presenti si puntano sull'entrata.
Lo osservo attentamente: indossa una t-shirt beige, un paio di pantaloni color kaki e le converse bianche. Mi si secca all'istante la bocca, ma abbasso subito lo sguardo e torno a guardare Jill.
Pochi minuti dopo i ragazzi si siedono al nostro tavolo e pranziamo insieme, e quasi subito ci raggiunge anche Matthew.
- Cosa hai fatto alla faccia? - chiede Jill preoccupata.
- Non sono affari tuoi. - le risponde freddo.
- Dovresti vedere Liam. - dice Nate, guadagnandosi un'occhiataccia da Matthew.
- Hai fatto a botte con Liam? - chiede ancora Jill.
- Sei stupida? Cosa non capisci della frase "non sono affari tuoi"?
- Matt.. -. Si intromette Trevis, ma Matthew lo zittisce immediatamente.
- Neanche tuoi Trev.
Lo guardo, dispiaciuta dal fatto che tratti così male i suoi amici, che gli vogliono palesemente molto bene.
Lui allontana il vassoio e si alza, dirigendosi verso l'uscita e io, non so perchè, lo seguo.
- Matthew! - lo chiamo in modo che lui si fermi.
- Cosa vuoi? Non ho voglia di parlare.
- Volevo sapere se era tutto ok..
- Va tutto splendidamente. Scopo dalla mattina alla sera, cosa voglio di più? - mi dice con un ghigno.
Ma perchè diavolo l'ho seguito? Come posso essere così stupida?
- Sei un cretino.
- Vaffanculo! - dice lui mentre mi volto, ma non rispondo.
Torno in mensa a prendere la mia borsa, saluto tutti e faccio ritorno al dormitorio. Quando arrivo davanti alla porta della camera resto senza parole: ad aspettarmi c'è Liam, con un occhio nero e il labbro gonfio.
- Ciao... - dice lui abbozzando un sorriso.
- Ehi... - dico io sconvolta, avvicinandomi a lui. - So che è stupido ma come stai?
- Diciamo che potrebbe andare meglio. - dice sorridendo.
- Vieni. - dico aprendo la porta.
Entriamo e lascio la borsa vicino la scrivania, lui si siede sul divano.
- Allora... - chiedo - Cos'è successo?
- Ho fatto a botte con Matt, niente di che. - dice lui con molta tranquillità.
- E per quale motivo, se posso saperlo?
- Per te. - dice lui.
Scoppio a ridere, incredula. - Per me? - chiedo, portandomi i capelli all'indietro. Liam sembra sincero, quindi non dubito di lui, ma perché avrebbero dovuto picchiarsi a causa mia?
- Sì. Senti credo che la cosa sia chiara: tu mi piaci. È chiaro anche che tu provi un certo interesse per Matthew ma io ti chiedo solo una semplice uscita, la puoi considerare anche una cosa tra amici.
Matthew non è quello che sembra e devi stare attenta con lui. - dice passandosi le mani sulle ginocchia.
- Liam io...
- Non devi ripondere ora, il prossimo sabato c'è la prima partita del campionato, se vuoi puoi venire e poi andiamo fuori a cena, niente di impegnativo. - dice alzandosi dal divano e andando verso la porta.
- Liam... - dico prima che esca. - Per cosa esattamente avete litigato?
- Be'... ho manifestato questo mio interesse nei tuoi confronti e lui mi ha chiesto se non ero stanco di andare dietro ai suoi scarti, facendo capire a tutti cosa avete fatto. - dice dispiaciuto.
- Ha detto che siamo stati insieme? - chiedo senza parole. Io lo ammazzo.
- È quello che ci ha fatto capire.
- Non è assolutamente vero, Liam. Che stronzo!
- Ecco perchè ti dico di stare attenta, non è davvero la persona che credi.
Apre la porta ma io lo blocco di nuovo, decisa ad allontanarmi da Matthew e dalla sua cattiveria una volta per tutte.   
- Liam... - dico, afferrandolo per un braccio. - Per sabato va bene.
Lui fa un enorme sorriso. - Grazie! - dice prima di uscire e lasciarmi da sola insieme ai miei miliardi di pensieri

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora