La vibrazione del mio Iphone fa tremare il comodino e con esso anche il letto; con gli occhi ancora chiusi cerco alla rinfusa di prenderlo e rispondo.
-Sì?
-Amico, hai visto che ore sono?- chiede Trevis.
-No perchè?- chiedo stroppicciandomi gli occhi.
-Ti sei perso un'altra lezione. Se continuerai così addio laurea.
-Cazzo. Non ho sentito la sveglia- dico alzandomi dal letto e cercando qualcosa da mettere tra i vesititi che avevo sparso per terra.
-Cerca almeno di essere presente alle altre- mi suggerisce -è da troppo tempo che salti le lezioni.
-Lo so, lo so. Non farmi la predica, perché non la reggo- dico duro con l'umore già sotto ai piedi.
-D'accordo. Era solo un consiglio, comunque.
-Si va bene- sbuffo -doveve cazzo sei?- un tremendo frastuono proviene dall' altro capo del telefono e urta i miei nervi già tesi.
-Tua sorella sta sclerando.
-Ah.- alzo gli occhi al cielo -sei con Jillian allora.
-Sono al dormitorio. Riguardo a Jill, sai che Amy non la vuole intorno?
-Mmh.. no. Alla fine, almeno lei lo ha capito che deve tenersi lontano da Jillian.- dico allusivo.
Capisco che Trevis ha volutamente ignorato la mia allusione perché non ribatte ma, anzi, la difende -La copla a quanto pare è tua perchè ieri sera è successo qualcos'altro e Amy è anche furiosa con te.
-Non so di cosa tu stia parlando- dico infilandomi una felpa nera.
-Chissà perché non ne sono del tutto convinto.- posso immaginare lo sguardo indagatore che assume ogni qualvolta non è convinto di qualcosa.
-Senti Trev, quello che succede tra Jillian e Amelia non mi riguarda. Devo andare.- dico chiudendo la chiamata e infilando il cellulare in tasca.
Prendo la chiavi della mia bambolina e infilo il portafogli in tasca prima di scendere al piano di sotto; il grande salone della confraternita è totalmente vuoto visto che è ancora orario di lezioni; vado velocemente in cucina per prendere un bicchiere di caffè prima di entrare in macchina e raggiungere l'edificio per assistere ad una qualsiasi lezione ed evitare di giocarmi la laurea.Quelle poche lezioni che seguo quel giorno, si susseguono lentamente, togliendomi anni di vita e spensieratezza che non potrò mai chiedere indietro, lo so.
Ogni mio collega sembra essere al settimo cielo per i preparativi della laurea, la maggior parte di loro, ne sono certo, ha già consegnato le liste con i nomi di chi parteciperà alla cerimonia; poi ci sono io che ancora non ho neanche iniziato a scrivere due righe di tesi.
Proprio non me ne importa nulla.
Mi sarei laureato quello stesso anno e, finalmente , avrei potuto fare quello che volevo: avrei lasciato Charlotte per trasferirmi a Chicago e mi sarei arruolato.
Nessuno avrebbe potuto mettermi i bastoni tra le ruote.
Non più.
-Ehi fratello!- mi saluta Trevis colpendo la mia spalla con una pacca.
-Ehi cazzone!- lo saluto strofinando il punto che ha colpito l'idiota.
-Fatto male?- chiede trattenendo a sento le risate.
-Fanculo Trev.- dico camminando,privo di vita, lungo i corridoi del campus.
-Hai finito per oggi?- chiede.
-Per fortuna!- dico alzando gli occhi al cielo - mi si stavano fracassando le palle!- esclamo.
-Bene perché mi serve il tuo aiuto. Anzi, ci serve!
Lo guardai con un'espressione interrogativa prima di posare lo sguardo su Jillian -Io con lei non ho intenzione neanche di dividere l'aria, pensi che me ne possa importare qualcosa di aiutarla?- dico oltrepassando l'entrata del campus per poi raggiungere la mia auto.
-Matt, per favore. Non ho notizie di Amy. Non ha fatto ritorno!- disse lei agitata.
Quando ogni singola parola di quelle pronunciate da Jillian raggiunge il mio cervello sono percorso da un sentimento che non riesco ad identificare e dei brividi si manifestano, spontaneamente, sulla mia pelle -Che cazzo significa che non ha fatto ritorno?
-Che non è rientrata in camera.
-E che ne sai tu, se sei qui?- chiedo passandomi una mano tra i capelli.
-Siamo rimasti fino a dieci minuti fa lì ad aspettarla- si intromette Trevis.
-Che cazzo le hai detto per farla scappare?- inveisco contro Jillian.
-I..io? Tu piuttosto cosa lei hai fatto? Questa mattina aveva gli occhi gonfi ed è stata tutta la notte a lamentarsi.
-Non sono fatti tuoi. Diamine Jillian, quando imparerai a farti i dannati affari tuoi?!- sbotto furioso, avanzando verso di lei, davanti alla quale si posiziona Trevis.
-Non ci provare neanche- mi minaccia.
-È mia sorella, fino a prova contraria; anche se ti permetto di scopartela non puoi avanzare nessuna pretesa su di lei- ringhio ma poi la mano esile di Jillian si scontra con il mio volto.
-Mi fai schifo. Lucas sarebbe deluso da te- mi dice di botto, sputando tutto d' un fiato quelle parole che mi inceneriscono l'anima.
Perché lo so, lo so che ha ragione, so che le sue colpe non sono poi così gravi, che parlandone potremmo suoerare tutto; ma Jillian rappresenta la persona sulla quale posso riversare la mia rabbia,l'unica che allevia il senso di perdita che si è accumulato nel mio stomaco e che mi sta divorando l'anima ma soprattutto è l' unica che condivide il mio stesso dolore perché è l' unica che sta esattamente passando quello che sto passando io.
-Amelia è la mia compagna di stanza, una mia amica.- dice osservandomi piena di rabbia -ho perso quello che hai perso tu e sto cercando con tutte le mie forze di andare avanti, Matt; e Amelia mi sta aiutando a farlo e mi dispiace- dice mentre un singhiozzo le spezza il respiro e calde lacrime le cado sul volto - mi dispiace davvero tanto che tu sia diventato così cieco da non vedere quanto io stia cercando di non annegare - continua cacciando con rabbia le lacrime dal suo volto - ma la cosa più assurda è che sei tu, sei tu a tenermi la testa sotto: cerchi di allontanare Trev da me e mi stai mettendo contro Amy; stai cercando di usarla per distruggere me, senza curarti minimamente del male che potresti procurarle.
Le sue parole portano via un altro pezzo della mia anima; pronunciate così duramente da chi, fino a poco tempo fa, era la mia alleata, la persona con la quale spendevo la maggior parte del mio tempo, con cui condidevo le mie gioie, i miei dolori, i miei dubbi e le mie incertezze.
Trevis tossicchia leggermente -Credo che questo sia un discrso da affrontare con molta più calma di questa e, prima di ogni altra cosa, lontano da orecchie indiscrete. Concentriamoci piuttosto su Amy e poi affronteremo anche questo.- dice calmo prima di andare ad occupare il posto del passeggero della mia auto seguito da Jillian che dopo aver annuito alla sua proposta, sale anche lei in macchina.
Entro anche io, sistemandomi per bene e girando la chiave nel nottolino e diffondendo il il rombo della mia auto.
-Dove potrebbe essere?- chiedo a nessuno in particolare.
-Non ne ho la minima idea- dice Jill portandosi il ciuffo, ormai più lungo, da una parte all' altra.
-Non ha detto dove sarebbe andata; credo comunque convenga fare un giro in centro, non credo conosca altri posti qui.- dice Trev.
-A parte i vari locali che abbiamo frequentato, potrebbe essere lì- dice Jillian sollevata.
-Allora facciamo un giro nei diversi luoghi in cui l' abbiamo portata e poi andiamo in centro!- suggerisce Trevis.
Annuisco e parto alla ricerca di Amelia con una stranissima e negativa sensazione che attanaglia il mio stomaco.
Dove sei finita, splendore?SPAZIO AUTRICE
Eccoci qui con un altro nuovissimo capitolo!
Non ho avuto modo di rivedere il capitolo, a causa dei vari impegni universitari, quindi vi chido scusa per gli orrori che troverete e cercherò di rivedere il capitolo quanto prima quindi
Mi raccomdando se avete qualcosa da dire, io sono qui e non dimenticate di lasciaretante belle e splendenti stelline se il capitolo vi è piaciuto!
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanfictionIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...