MATTHEW

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Sono seduto sul divano con una birra in mano e una biondina, di cui non ricordo neanche il nome, seduta in braccio, che mi ficca la lingua in bocca. Devo ammetere che non è niente male e credo proprio che tra meno di due minuti la porterò di sopra.
Cambia posizione e si siede a cavalcioni, così da poter sentire di più non appenna comincia a strusciarsi su di me.
Devo assolutamente andare di sopra. Megan non è bastata a farmi passare la voglia, non sono riuscito a riversare su di lei tutto quello che avrei voluto fare ad Amelia.
Afferro la biondina per un braccio e sto per portarla di sopra quando mi blocco: Amelia e Jillian stanno andando verso la cucina.
- Aspetta qui un secondo. - dico a come si chiama e seguo le ragazze. Le vedo al bancone intente a farsi dare qualcosa da bere da Liam, che guarda Amelia con occhi pieni di desiderio. Fottuto figlio di puttana.
- Ciao. - dico appena li raggiungo. - Che ci fate qui?
- Siamo state invitate. - si intromette subito Jillian.
- Non mi pare di averlo chiesto a te.
La guardo furibondo, ma perchè cazzo non riesce mai a tenere quella fottuta bocca chiusa?
- Liam è stato così gentile ad invitarci e venirci a prendere al campus. - dice Amelia guardandomi dritto negli occhi. Quello stronzo, sempre in mezzo al cazzo!
- Capisco, ora se volete scusarmi ho una questione irrisolta che mi aspetta. - dico sorridendo e lei mi guarda accigliata.
Torno nel soggiorno e prendo la biondina per un braccio, trascinandola al piano di sopra.
Arrivati in camera mia non le do neanche il tempo di spogliarsi, non ho neanche bisogno di alzare la gonna visto quanto è corta. Le scosto le mutandine, prendo un un preservativo dal cassetto più vicino e me lo metto, poi la penetro con forza, facendola sedere sulla scrivania, e me la scopo in maniera brutale.
Trenta minuti dopo sono al piano di sotto, seguito dalla biondina tutta rossa in faccia, che appena vede le sue amiche si fionda subito su di loro per dirgli quanto io sia stato bravo, lo so con certezza.
Io, invece, cerco Amelia.
La trovo in giardino tra le braccia di Liam, intento a toccarle una ciocca di capelli. La rabbia si impossessa rapidamente del mio corpo e subito i miei muscoli si tendono, voglio spaccargli la faccia.
- Sta' calmo. - mi dice Trevis da dietro le spalle.
- Che cazzo vuoi?
- Matthew, cerca di mantenere il controllo, altrimenti porterai solamente acqua al suo mulino e non fare lo stronzo con me. Ti sei portato quella ragazza di sopra, e abbiamo visto che è scesa come se avesse ancora il tuo cazzo tra le gambe, quindi adesso prendi e porta a casa perchè te la sei cercata.
- Non mi sono cercato proprio nulla. Non me ne frega un cazzo di lei, ma lo sai anche tu che tipo è Liam, quindi smettila di rompermi le palle. - lo guardo furioso.
- In questo momento non so chi sia peggio tra te e Liam, viste le tue intenzioni.
- Ma di che cazzo stai parlando?
- Ci conosciamo da sempre, in pratica, e non puoi credere che io sia così ingenuo da non capire qual è il tuo piano.
- Continuo a non capire di cosa tu stia parlando.
Non posso fare altro che negare, purtroppo.
- Comportati come meglio credi Matt, ma tutto questo odio non ti porterà da nessuna parte. Non riporterà indietro le cose, neanche...
- Sta' zitto Trev, non sono affari che ti riguardano questi. - dico mentre la rabbia monta velocemente dentro di me. - Sei mio amico da sempre ma non esiterei un solo secondo a spaccarti la faccia.
- Ti ho detto solamente come la penso, e sai che non esiterei, in nessun momento, a difendermi. - dice dandomi una pacca sulla spalla. - Vieni?- continua mentre si avvicina al resto del gruppo.
- Brutto coglione, te la sei scopata per bene la bionda? - mi chiede Luke passandomi una birra.
- Oh ma dai! Che schifo! - dice Alyssa.
- Non avete di meglio di cui parlare voi coglioni? - dice Jillian guardandomi dritto negli occhi e io la mando a fanculo mentalemente.
- Avanti, lo sappiamo tutti com'è Matt. - dice Liam.
Gli spacco la faccia prima o poi, lo giuro. - Cosa vorresti dire? - lo fulmino con lo sguardo.
- Niente... - dice lui cercando di capire se ha esagerato. - Dico solo che la tua reputazione ti precede, dai tempi del liceo.
- Non ho nessuna reputazione. - Ma perchè cazzo gli permetto di continuare a parlare?
- D'accordo. - dice lui e cambia discorso. - Qualcuno vuole qualcosa da bere? - chiede agli altri prima di allontanarsi. Finalmente se n'è andato.
Mi avvicino ad Amelia che ha seguito tutta la discussione senza proferire parola.
- Devo parlarti. - le dico afferrandola per un braccio.
- Magari dopo... - dice lei, ma la sto già trascinando verso le scale.
- Credevo che avessi capito che non chiedo mai, ma mi prendo sempre quello che voglio. - le sussuro all'orecchio mentre saliamo le scale.
- Cosa vuoi? - mi chiede furiosa mentre entriamo in camera mia e io chiudo la porta a chiave.
- Mi pare di avertelo già detto: voglio parlare. - dico con un sorriso sghembo.
- Io non ho niente da dirti. - dice stringendo i pugni lungo i fianchi.
- Stai mettendo il broncio per caso? - le dico avvicinandomi.
- Per quale assurdo motivo dovrei mettere il broncio?
- Spiegamelo tu, io non ne ho proprio idea.
Si guarda in giro osservando tutta la stanza, poi si arrotola, con un movimento strano, i capelli e li spinge dietro le spalle.
- Ti sei scopato Megan appena sei rientrato dopo che noi... - le parole le muoiono sulle labbra.
- Dopo che noi cosa? - le chiedo stupefatto.
- Dopo quello che abbiamo fatto in spiaggia pensavo che...
- Pensavi cosa, esattamente? Spiegami perchè io davvero non capisco. Cosa ti aspettavi?- dico in maniera dura.
- Io... - Le spuntano le lacrime, ma io non mi fermo.
- Illuminami, ti prego! Cosa ti aspettavi esattamente? Che saremmo stati insieme come una di quelle coppiette dei film o dei libri? Che avremmo camminato mano nella mano... - sbotto e le si rigano le guance con le lacrime, e quando le vedo scorrere mi carico ancora di più. - ... dopo una settimana? Ma chi cazzo credi di essere? - urlo.
- Io.. fammi uscire immediatamente da questa stanza. - dice correndo verso la porta, ma io la blocco dalla vita e la spingo indietro.
- Io non ho finito. - continuo ad urlare.
- Non abbiamo più niente da dirci, è finita! - mi urla contro anche lei.
Scoppio a ridere mentre lei mi guarda incredula. - Ma esattamente cosa è finita?
- Sei solo un fottuto bastardo! - dice asciugandosi furiosamente le lacrime, mi accorgo che i suoi occhi sono anche più belli bagnati dalle lacrime.
- E cosa ti aspettavi esattamente da uno come me? Ti ho solo infilato un dito dentro e regalato il tuo primo orgasmo.
Non la vedo neanche alzarsi, sento solo la sua mano, forte, contro il mio viso.
Forse ho esagerato.

L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora