-Chi cazzo è questa Rachel- chiedo a Jill che è intenta a far ragionare Amelia per portarla via da questo maledetto vicolo.
-Forza Amy, sei gelida!- la strattona delicatamente.
Ma Amelia non accenna a muoversi, la sta guardando da un'infinità di minuti ma non sono sicuro che veda Jill; il suo sguardo mi sembra perso, come se con la mente fosse ad un tempo lontano.
-Adesso basta, si fa a modo mio!- tuono spostando con poca delicatezza Jill e prendendo di peso Amelia, che in quel momento pare tornare tra i vivi.
-Lasciami, stronzo!- dice prendendo a pugni la mia schienza.
-Sta' zitta una maledetta volta Amelia!- dico andando a passo deciso verso la mia auto.
-Matt...- mi richiama Trev scuotendo la testa a causa dei miei modi.
-Lascialo perdere. È come un elefante in una cristalleria.
Guardo di sfuggita mia sorella, regalandole lo sguardo più astioso del mio repertorio, di rimando lei mi alza un dito medio.
Carico Amelia in macchina, al suo fianco prende rapidamente posto Jill, che la avvicina a sè e comincia ad accarezzarle i capelli.
-Tieni, mettile questo- le dico dandole il mio giubbotto, poi mi metto alla guida.
-Dove andiamo? - chiede Trevis.
-All'alloggio- mormora Jill dai sedili posteriori.
-Niente da fare, a quest' ora noi non possiamo entrare. Venite in confraternita con noi.- decido.
-Non ci voglio stare con lui- ribatte Amelia implorando Jill; pare che la voce le ritorni giusto in tempo di contraddirmi.
Dallo specchietto retrovisore fulmino Jill, che sbuffa sonoramente inceta sul da farsi.
-Jill...- implora con un filo di voce Amelia.
-I...io...-
-Ha ragione Matt- il mio amico mi viene in soccorso- noi non possiamo venire ed è opportuno che qualcuno ti tenga d'occhio per le prossime ore.
-Non è una psicopatica!- risponde acida Jill.
-No, è vero ma potrebbe fare qualche gesto estremo Jill.
A queste parole cala un silenzio assurdo dentro l'abitacolo e tutti gli occhi si puntano su Amelia, che è disperata.
Ecco perché Jill acconsente.*****
Arriviamo alla confraternita che è ormai buio, Amelia ci segue all'interno come un essere inanimato; fortunatamente per questa sera non è prevista nessuna festa, perché non credo che nessuno di noi quattro avrebbe potuto sopportare altro.
Quando entriamo afferro saldamente la vita di Amelia e la conduco verso le scale, prima però mi volto verso Trevis e Jill.
-Trev prendi la mia macchina e andate a prenderle dei cambi. Io la porto sopra così può farsi una doccia.
Trev annuisce e prende al volo le chiavi che gli lancio prima di salire le scale sorreggendo Amelia che stranamente non fa più alcuna resistenza.
-Parlami- quasi la imploro quando entriamo in bagno.
I suoi occhi sono di un verde spento, ricolmi di dispiacere e lacrime e vorrei tanto avere questa Rachel tra le mani; sarebbe la prima volta che picchierei una donna, ma lo farei di buon cuore.
Apro l'acqua della doccia così da farla scorrere, mentre lei si accascia sul pavimento, così le tolgo la felpa madida d'acqua, facendola scivolare da sopra il suo capo.
-Amy...- la chiamo ancora una volta - ehi splendore, per favore parlami- continuo sfilandole le scarpe e poi i jeans.
Ha indosso solamente una canottierina e la biancheria intima ma è come se non me ne accorgessi, ho solo bisogno che mi parli, ho solo bisogno di sapere che sta bene, che nessuno, a parte me, l' ha spezzata.
-Vado a prendere gli asciugamani...- dico in un sussurro lanciandole un'altra occhiata prima di andare in camera.Quando torno, pochi istanti dopo, è ancora seduta sul paviemento del bagno con lo sguardo fisso nel vuoto.
-Amelia!- la scuoto con fervore- adesso basta! Reagisci, maledizione!
I suoi occhi si puntano nei miei riacquistando il loro vigore originale e in un istante le sue labbra sono sulle mie, le sue mani agganciate alla mia nuca mi incatenano a lei.
-Amy...- cerco di dire.
-Per favore Matt, non respingermi anche tu...- mi supplica, rivolgendomi la parola per la prima volta da quando siamo saliti in macchina.
La guardo solo per un istante poi le mie labbra divorano le sue.
Ed è come se tornassi a casa, come se le sue labbra fossero il mio nido protetto e non smetto; non smetto di baciarla neanche quando la sollevo da terra e le tolgo convulsamente la biancheria intima per poi passare ai miei vestiti, dei quali mi libero nel giro di pochi secondi; non smetto di baciarla neanche quando la trascino sotto il getto bollente dell'acqua perché baciarla mi fa sentire libero, sereno, a casa.
-Voglio fare l'amore con te- mi sussurra all' orecchio, mordendomi il lobo.
-Sei sicura?- chiedo deglutendo prima di avventarmi sul suo collo.
-Sì- sussurra.
La mia bocca scende lungo tutto il suo corpo soffermandosi sul seno per poi scendere lungo la pancia, dove traccio una scia con la lingua, fino ad arrivare al basso ventre; risalgo lentamente ripercorrendo gli stessi movimente, le tiro leggermente i capelli per avere un facile accesso al suo collo, che divoro per poi avventarmi ancora una volta sulle sue labbra.
La sollevo impaziente, appoggiandola contro le mattonelle della doccia; lei aggancia le sue gambe intorno alla mia vita ed è in quel momento che il mondo intorno a noi scompare definitivamente.
Sotto quella doccia la faccio mia, in tutti i modi possibili e immaginabili, con la consapevolezza amara che Amelia non sta semplicemente scopando ma sta facendo l'amore con me.
E sono un vigliacco, uno stronzo, un fottuto pezzo di merda perché avrei dovuto dire di no; ma averla, poterla fare mia, va oltre ogni buon senso.Le mie spinte diventano sempre più frenetiche accompagnate dai lamenti di piacere di Amelia, che mi stringe sempre più contro di lei, fino a quando non ricordo.
-Non ho il preservativo!- dico cercando di divincolarmi.
-Ti prego ancora un altro po'- dice lei stingendo la presa attorno ai miei fianchi.
-Amy- dico incapace di fermarmi - non... non ho il preservativo.
-Sto...sto finendo- dice lei in un mugolio, così contro ogni buon senso continuo a farla mia.
-Oddio- sussurra stingendo i miei capelli bagnati tra le mani -Matt!- dice ormai al culmine.
Esco, esco prima di poterci pentire entrambi di qualcosa troppo grande per noi; lei prende la mia erezione tra le mani e in pochi secondi la seguo, godendo di un piacere tutto nuovo, diverso dal solito e inaspettatamente bello.La avvolgo nell'asciugamano, accarezzando ogni centimentro del suo corpo mentre lei si dedica ai capelli.
-Ti aspetto in camera- dico e prima di uscire le raccomando di chiudersi la porta.
Quando arrivo in camera trovo un borsone sul mio letto.
-Sono le cose di Amy- dice Trev sporgendosi dalla porta.
Annuisco -Grazie!
-Di nulla amico. E senti, Jill dorme qua, con me...- quasi sussurra.
Lo squadro letteralmente -Sta attento a ciò che fai!- dico nervoso.
-Ti preoccupi?- chiede con un sorriso.
-Niente affatto. Anzi, forse un po' per te- dico chiudendogli la porta in faccia.
Indosso un paio di boxer e un pantalone della tuta poi strofino con l' asciugamano i capelli.
Quando mi stravacco sul letto noto la maniglia della porta abbassarsi ed Amelia entrare.
-Lì ci sono le tue cose!- le indico il borsone che ho spostato su una poltorna.
La osservo mentre con degli strani movimenti riesce ad indossare la biancheria intima e il pigiama senza che l' asciugamano le scivoli minimamente di dosso.
-Ti prego, non ridere!- dice lei dandomi ancora le spalle.
-Per cosa?- chiedo.
-Per quello che vedrai!- dice e poi si vota.
Ha indosso un pantalone nero semplice ma la cosa eccezionale è la maglia: nera anch' essa con numerossissime pecorelle bianche.
-Be'- dico sollevando un angolo della bocca cercando di trattenere un sorriso- almeno se non dovessi dormire so dove contare le pecore!- dico afferrandola per un polso e tirandola al mio fianco.
-Ti va di parlarne?- chiedo accarezzandole i capelli.
-Di?- chiede evasiva.
-Di quello che è successo oggi- insisto.
-Tra un po'. Fammi stare qualche altro secondo tranquilla, Matt.
Acconsento con un cenno del capo poi mi avvicino pericolosamente a lei intrecciando le nostre gambe e cullandola verso un sonno profondo che ci fa allontare da tutto ciò che è successo oggi.
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanficIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...