Lascio Amelia davanti all'entrata dell' edificio in cui si trova il suo alloggio; la osservo mentre scende dall'auto e mi rassicura del fatto che quello che è successo tra di noi, in questi due giorni, è stato qualcosa che non deve ripetersi.
Lo dice convinta, piena di sè e potrei quasi crederle se i suoi occhi non parlassero al posto suo e, in questo momento sono carichi di rabbia e delusione; ma io non posso farci nulla, non ho bisogno di legarmi a qualcuno; non ho bisogno di avere un'altra persona della quale occuparmi. Non posso averla e, soprattutto, non voglio.
Si dirige a passo svelto verso l'entrata dell'edificio e io non aspetto che entri, parto sgommando, allontanandomi da lei e da tutto quello che è stata per me in questi giorni.
Prendo il mio Iphone dalla tasca e compongo velocemente il numero di Jillian, la quale risponde dopo alcuni squilli.
-Matt...- dice, rallegrata del fatto che l'abbia chiamata.
-Sei in camera?- le chiedo.
-No, perchè? È successo qualcosa?
-Ho appena lasciato Amelia...
-Che le hai fatto?- chiede allarmata.
-Nulla che non volesse. Coen ti ha detto dove avrei potuto trovarlo?- chiedo, stringendo forte il volante quando pronuncio quel nome che lascia una scia di amaro misto a rabbia sulle mie labbra.
-No, non mi ha detto nulla! Che vuoi fare?- chiede premurosa e spaventata.
-Non sono tenuto a darti spiegazioni, Jillian.- le rispondo severo.
-Sei sempre mio fratello e Coen non è un tipo affidabile quindi voglio assicurarmi che tu non faccia nulla di sconsiderato e che non sia avventato come al solito; non posso perd...- ma la interrompo immediatamente.
-Mi hai rotto il cazzo, Jillian. Non ti perdonerò mai per avermi tradito.
-L'ho fatto per te...- sussurra tirando su col naso.
-Stronzate. Adesso ti saluto, ho cose più importanti a cui pensare.- dico, chiudendo immediatamente la chiamata senza permetterle di riversarmi addosso altre inutili scuse per il suo comportamento.
Cambio le marce in rapida successione scaricando, sull'alta velocità e sul cambio della mia auto, la rabbia che provo verso mia sorella e verso quello stronzo di Coen; pesto il piede sull'acceleratore, acquistando sempre più velocità in un susseguirsi di incroci che oltrepasso, anche se il rosso del semaforo mi intima di non farlo; ho il bisogno di raggiungere quel bastardo il più in fretta possibile e se lo conosco bene, come credo, sarà sicuramente al Whiteland, a sballarsi come un idiota senza cervello.Rallento quanto basta per entrare nel parcheggio del locale; scendo dalla mia auto di fretta e mi diriggo verso l'entrata posteriore del locale, che conosco come le mie tasche vista la quantità di tempo che,fino allo scorso anno e mezzo, trascorrevo al suo interno.
-Wilson! Da quanto tempo, che diamine di fine hai fatto?- mi chiede uno dei buttafuori del locale.
-Sono stato impegnato- taglio corto, incenerendolo con lo sguardo.
-Il capo sarà contento di rivederti- dice beffardo sorridendo.
-Come se avesse un bastone su per il culo- dico oltrepassandolo con una spallata e dirigendomi verso il bancone del bar, cercando di evitare i corpi che si accalcano in qualsiasi direzione.
Ruoto lo sguardo alla ricerca di quella faccia di cazzo di Coen; squadro attentamente ogni viso, ogni persona presente in quel dannato locale, fino a quando i miei occhi non si posano sul viso olivastro dello stronzo.
Un ghigno malefico gli si disegna in faccia mentre è intento a tenere in equilibrio,tra le labbra, la sigaretta; lo squadro attentamente mentre mi incammino, sicuro di me, nella sua direzione notando, con mio estremo piacere, che ha ancora la cicatrice del pugno che gli ho sferrato prima che sparisse.
-Avrei scommesso che saresti arrivato prima!- ghigna.
-Mi dispiace aver infranto le tue aspettative ma non vali così tanto.
-Wilson, cerca di fare meno lo stronzo con me, chiaro?- dice sfidandomi.
Lo guardo, stringendomi il naso tra il pollice e l'indice, prima di sorridere beffardo -Forse non ricordi chi fa le regole qui, vuoi che ti rinfreschi la memoria?- dico afferrandolo per il colletto del giubbotto di pelle nero che indossa e sbattendolo, di schiena, sul bancone.
-Amico, amico, va bene! Stavo solo scherzando!- dice ridendo e capisco che è già fatto.
-Non mi piace scherzare, lo sai.- dico strattonandolo qualche altra volta prima di lasciarlo andare.
Lo osservo mentre si risistema il colletto del suo chiodo e poi punta il suo sguardo da diavolo nel mio -Sono venuto a riscuotere Wilson!-
Rido sommessamente- Sei venuto a riscuotere?- chiedo sempre più divertito.
-Tuo fratello avrebbe dovuto pagarmi certi acquisti; aveva dei debiti con me e adesso tocca a te saldarli.
-Sai Coen- dico, avvicinandomi pericolosamente al suo viso -io credo che tu non abbia ancora capito come sono cambiate le cose da quando sei scappato; quindi adesso voglio chiarirti alcuni semplici punti: primo, io non ti devo nessun favore nè devo saldarti alcun debito; secondo, faresti meglio a sparire, come hai fatto nell'ultimo anno e mezzo e terzo, prima o poi pagherai per la morte di Lucas e quel giorno sarà il più bello di tutta la mia vita.- ringhio ad un palmo dal suo viso per poi strattonarlo, per l'ennesima volta dal colletto.
-Sai- dice con un tono di sfida -gira voce che il colpevole della morte di tuo fratello sia proprio tu!
Lo guardo in cagnesco mentre nella mia mente iniziano a vorticare ricordi di quella maledetta notte, di Lucas che mi insegue, che vuole aiutarmi; è come se stessi rivivendo quella notte, perfino il freddo che ci circondava si impossessa del mio corpo, le mie terminazioni nervose iniziano a vibrare e non capisco più niente.
Non doveva andare così, non doveva accadere a lui; a lui che stava rimettendo in piedi la sua vita, che stava cercando di costruire qualcosa con Steph, che aspettava un bambino, che alla fine non sarebbe mai nato e che avrebbe, anche lui, pagato per le mie colpe.
Ma questi sono i miei scheletri, le mie colpe, con cui sono costretto a vivere ogni dannatissimo giorn, non ho bisogno che qualcuno mi ricordi cosa ho fatto e Coen non ne può uscire pulito, non lo permetterò.
È proprio in quel momento, perso tra i miei pensieri, che sento una salda stretta alle mie spalle, il frastuono provocato da gente che urla di non fermarmi, mentre altri, quelli che mi stanno tenendo, dicono che sarebbe meglio se lo facessi; così torno alla realtà, una realtà in cui Coen è a terra e il suo viso è tumefatto dai miei pugni.
-Lasciatemi!- urlo, aggitandomi tra la salda stretta di due buttafuori.
-Wilson, devi darti una calmata!- mi urla uno di loro.
-D'accordo, d'accordo! Mi calmo- ringhio furioso.
-Sei sicuro?
-Ho detto che sono calmo, quindi lasciatemi! Adesso.- dico guardandolo attentamente negli occhi; e così fanno, mi liberano dalla loro stretta restando però vigili, pronti ad intervenire in qualsiasi momento.
-Sai Coen- dico abbasandomi così da poterlo guardare meglio mentre, come un cane bastona, si lecca le ferite -ti conviene non scherzare con me perchè sono rimasto lo stesso di un anno e mezzo fa e ti fotto quando voglio.- dico, sputando vicino al suo corpo prima di alzarmi e incamminarmi verso l'uscita del Whiteland.
Mi dirigo verso la mia auto a passo svelto e feroce; devo sfogare la mia rabbia così afferro l' Iphone dalla tasca posteriore del mio jeans e compongo il suo numero e, come previsto, mi risponde dopo il primo squillo.
-Dove sei?- le chiedo, salendo in macchina mettendola in moto.
-A casa tesoro e sono anche sola- dice civettuosa.
-Sarò da te in pochissimi minuti. Fatti trovare pronta.- chiudo la chiamata senza attender risposta e parto sgommando.Pesto il pugno sul portone di casa che si apre quasi subito, mostrandomi una Megan avvolta in un completino di pizzo color prugna, con due bicchieri di Boubon tra le mani e una canna tra le labbra, che le strappo subito via portandomela alle labbra e tirandone un bel respiro.
-Vuoi restare sul ciglio?- chiede porgendomi un bicchiere.
-No voglio entrare e anche per bene- dico afferandole i capelli e divorando la sua bocca mentre chiudo con un calcio il portone d'ingresso.
Megan si issa, con un balzo, su di me allacciando le gambe intorno al mio bacino.
-In camera mia- mi sussurra lasciandomdei baci roventi su tutta la superficie del mio collo.
Mi diriggo in camera sua scaraventandola, senza alcuna delicatezza, sul grande letto posto al centro della stanza; mi slaccio i pantaloni velocemente e, afferrandola nuovamente per i capelli mettendola in ginocchio sul letto, le avvicino la faccia al mio membro.
-Vediamo che sai fare- le dico, spingendola ferocemente verso la mia erezione.
Dopo circa dieci minuti di benemerito lavoretto la faccio distendere strappandole di dosso tutta la bincheria intima; mi infilo il preservativo e la penetro, senza alcuna dolcezza; e lo facciamo, diverse volte, affondo in lei più duramente possibile, scaricando la mia rabbia, che non è dovuta solamente a quel bastardo di Coen, ma anche ai due occhi verdi che si materializzano nella mia mente e che mi guardano facendomi sentire colpevole.
Megan grida il mio nome diverse volte in quella notte fino a quando non siamo quasi del tutto stremati.
-Mi mancava...- mi sussurra rigirandosi sul letto.
-Già- dico distratto alzandomi e buttandondo l'ennesimo preservati per terra, prima di cercare le mutande e i jeans lasciati alla rinfusa sul paviemnto.
-Che fai? mi chiede sollevandosi e avvolgendosi il corpo con il lenzuolo.
-Me ne vado- dico ovvio -e non hai bisgono di coprirti, conosco il tuo corpo alla perfezione.
-Già... potresti restare... sussurra.
-Megan, lo sai che non dormo mai con chi mi scopo e tu lo sai bene che sei solo una scopata- dico tirandomi sul la zip dei pantaloni e infilandomi anche la t-shirt.
-E allora quando replichiamo?- domanda speranzosa.
-Non lo so. Ci pensi tu a buttare questo?- dico riferendomi ai preservativi sparsi sul pavimento.
-Si tranquillo, penso a tutto io!
-Bene, adesso vado! La strada la conosco e grazie per la scopata!- dico schiacciandole l'occhio.
-A presto Matt!
-Sì- dico chiudendo la porta alle spalle e dirigendomi verso la mia auto; sono le tre del mattino e tra quattro fottute ore devo alzarmi, maledizione!~Spazio autrice~
Eccoci qui con un nuovo capitolo!
Le cose stanno diventando sempre più contorte e interessanti! Chissà cosa ci nasconde Matt e cosa accadrà tra lui e Amy!
Spero che la storia vi stia entusiasmando e, mi raccomando, non esitate a commentare o a lasciare qualche 🌟🌟🌟 se vi piace!
Scusate gli errori che sicuramente ci saranno, appena possibile rivedrò i capitoli! BACIIII
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L'AMORE NON HA BISOGNO DI PAROLE
FanficIl college per Amelia dovrebbe segnare un nuovo inizio e il mezzo attraverso il quale ripagare tutti i sacrifici della madre, che l'ha cresciuta senza l'aiuto di nessuno; l' inizio di una nuova vita che le permetta di dimenticare l'abbandono del pa...