17. Breve Contatto

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I tuoi passi rieccheggiano nella cucina, ti destreggi con facilità tra i fornelli.
La stanza e luminosa, il tavolo da pranzo é lucido, il legno di cui è fatto è antico, le sedie sono due e lo accerchiano. Il frigorifero e gli altri elettrodomestici babbani osservano divertiti la tua chioma ribelle ondeggiare ad ogni tuo passo.
L'azzurro domina questa stanza, le pareti e il frigorifero sono di questo colore, al contrario i fornelli e il lavandino sono di acciaio, posti tutti sulla parete centrale.
Sospiri e cerchi di non distrarti mentre accendi il forno per cuocere la carne e le patate.
Dopo poco tempo hai preparato tutto, lasciando che la stanza si impregnasse del sapore delle tue ricette.
"Granger" senti la sua voce alle tue spalle, sembra stupito, ma non riesci a voltarti, crogiolandoti nel suo profumo che si mischia con l'odore di carne che invade la stanza.
Sembra un perfetto quadretto famigliare, ma non lo è.
Siete qua per salvare il mondo, di nuovo.
Tu pronta a sacrificare una vita normale per colpa di Voldemort.
Lui pronto a sacrificare la possibilità della tanto attesa tranquillita per te.
Questo pensiero ti fa salire i brividi sulla schiena, ma sai che sono solo illusioni, lui lo fa esclusivamente per il bene superiore, non per il tuo.
"Allora?" sussurra, osservando la tavola apparecchiata con cura e il vostro pranzo "non pensavo che fosse un elfo domestico, Miss Granger" pronuncia con sarcasmo, facendoti sorridere.
Forse pensava di innervosirti, ma ora i suoi comportamenti in te causano solamente divertimento.
Appare arrabbiato per la tua reazione.
Le sopracciglia corrucciate, la singola ruga tra esse, gli occhi con una scintilla di rabbia e le labbra assottigliate in una smorfia di disappunto.
È così bello, così vicino, ma irraggiungibile.
"Forse, è meglio che mangiamo o, putroppo,  il suo meraviglioso e squisitissimo pranzo sarà da buttare via" dice con sarcasmo, sottolineando le ultime parole, tu annuisci mordicchiandoti le labbra e porgendogli la sua porzione.
Ti siedi anche tu e un silenzio imbarazzante cala su di voi.
Passate tutto il tempo senza proferire parola finché Severus non si alza e inizia a camminare per la stanza.
"Miss Granger, prima mi sono recato nella tua stanza e ho preso il libro, ho notato che si sono aggiunte delle pagine. Informazioni utilissime, credo che man mano che l'oscurità prenda il controllo su di te, in qualche moto, quel tomo tenta di aiutarci" mentre senti quelle parole il tuo cuore perde un battito, ha parlato al plurale "ti consiglio di leggerlo, è sul tuo letto. Questo pomeriggio esco, quindi la pozione la prenderai appena finirai di mangiare" esordisce con autorità, ti senti delusa e sai esattamente dove andrà.
Marte.
"Professore, andrà da lei, giusto?" chiedi con insicurezza nella voce, ma lo guardi negli occhi una sicurezza disarmante.
"Questi non sono affari che ti riguardano, Granger" mormora con tono duro " ora se vuoi scusarmi esco, sarò di ritorno verso le quattro" esordisce e con un movimento di bacchetta fa apparire una pozione dal colore azzurro mare, si espande un profumo di erbe e di miele, un aroma intenso che ti inebria i sensi.
Te la porge, per un attimo le vostre mani si sfiorano, come le vostre anime e tu al tocco percepisci il cuore rallentare e poi battere sempre più velocemente, lui, invece, non pare essersi accorto del vostro breve e fugace contatto.
Abbassi la testa, non hai più fame e velocemente, mentre lui ti osserva, bevi la pozione.
Ti senti stanca, le palpebre lentamente si abbassano e l'ultica cosa che vedi è Severus che con un colpo di bacchetta ti fa levitare, portandoti in camera tua.
Apri gli occhi, sentendoti confusa e la testa ti fa molto male, nella stanza regna il silenzio, dalla finestra entra il chiarore notturno e accanto a te c'è un letto singolo, probabilmente appartenente a lui.
Ti alzi, sentendo il letto cigolare sotto il tuo leggero peso, vai in bagno e con orrore denoti che la tua faccia è cerea.
Sbuffi, sciaqquandoti il viso.
Lentamente scendi le scale, non sapendo che ore siano.
Una luce fioca provenie dalla porta socchiusa della cucina, non vedi cosa succede all'interno, così, con passo felpato, entri; lui è seduto sulla sedia, mentre il tavolo è apparecchiato per una sola persona.
Non indossa il mantello, le sue spalle sono rilassate e sta incrociando le gambe elegantemente.
"Professore" dici, con la voce ancora arrochita dal sonno "credo che la pozione mi abbia causato degli effetti collaterali, ho male alla testa" mormori sedentoti dinnanzi a lui,
rimane perplesso per il tuo aspetto stanco che fino a poche ore prima era normale.
"Beh, Miss Granger, questo è normale, si da il caso che abbia aggiunto degli ingredienti della pozione Soporifera e alcuni della Sonno Senza Sogni, entrambi, seppur in minime dosi, possono causare malessere" esordisce con la stessa voce che utilizza a lezione, tu lo osservi rapita, mentre con movenze delicate appella la tua cena.
Lo guardi interrogativa, chiedendoti per quante ore tu non sia stata cosciente, lui come se ti avesse letto nel pensiero risponde alla tua domanda.
"Si da il caso che siano le otto di sera e lei ha dormito da mezzogiorno" enuncia con ovvietà, facendoti ricordare ciò che era stato detto nell'ufficio della preside, allo stesso tempo, però, ti chiedi con ansia cosa abbia fatto tutto questo tempo.
"Cosa ha fatto questo pomeriggio?" chiedi, celando l'ansia che ti divora, hai paura che sia andato da Marte e si sia fatto sedurre senza troppi complimenti, non perché sia un uomo frivolo e senza principi, ma perché ne ha troppi e la somiglianza con Lily è troppa.
"Le ripeto che questi non sono affari suoi, ora se vuole scusarmi devo andare a preparare un'altra pozione per lei" mormora alzandosi e dirigendosi verso la porta, ma tu, con fare grifondoro, lo fermi, incalzando il suo orgoglio Serpeverde, con una domanda.
"È andato dalla signorina Northenberg, non è vero?" dici, con tono fintamente indifferente, la sua vicinanza e i sentimenti che provi verso di lui ti stanno cambiando radicalmente "lo sa vero, che se lo ha fatto potrebbe far saltare la nostra copertura?" chiedi, con risolutezza e con tono di sufficienza.
Lui, con due passi ti è vicino, lo senti respirare più a fondo, mentre cerca di trattenere la rabbia e tu sei invasa dal suo profumo.
Menta e Muschio.
Il suo aroma si posa su di voi, testimone della vostra rabbia.
"Mi crede così stupido, Miss Granger? Innanzitutto quello che voglio fare sono affari miei, non suoi, si ricordi benissimo che ho fatto la spia per Dumbledore per oltre vent'anni e tu, piccola e saccente, pretendi sempre di sapere tutto su tutti, ma beh, ti illumino sono andato in biblioteca in anticipo per poter interpellare alcuni libri sulla pozione Rehitiam e la maledizione, sono in camera se ti interessa" dice, non sta urlando, ma le sue parole ti feriscono moltissimo, non verserai nemmeno una lacrima di fronte a lui, non gli rispondi, troppo assorta a cercare di controllare le tue emozioni e a osservare un punto indistinto sul muro.
L'azzurro si mescola con la tua tristezza, lui invece si ostina a fissarti con rabbia.
"Ti senti superiore a tutti, vero? Proprio come Potter, non potevate che essere amici" sputa fuori con odio, marcando il nome del tuo migliore amico, le lacrime pulsano, cercando di uscire dai tuoi occhi, ma poni la tua attenzione sul tuo respiro, cercando di distrarti.
"No, professore, ho semplicemente posto una domanda, non penso di aver detto che io sono superiore a lei" dici con tono duro, ma senza mancargli di rispetto.
Lui, dopo averti dato un' occhiataccia, si volta, varcando la soglia della porta, pronto ad andare nel suo laboratorio.
"Sai, Granger, hai ragione sono andato da Marte,  poi in biblioteca" con fare sprezzande esce dalla porta, credendo di ferirti nell'orgoglio.
Invece tu sei ferita per un altro motivo, così dopo che hai sentito la porta della sua stanza dove crea le sue amate pozioni corri di sopra, seguita da Fanny.
Ti butti sul letto, mentre la fenice si posa sul conodino.
Vi osservate a vicenda e solo ora ti permetti di piangere e lei, si posa su di te, mischiando la tua prima lacrima alla sua e canta, una sinfonia armoniosa che fa galleggiare nell'aria la vostra disperazione.
Le vostre lacrime sono tutt'uno ora e inaspettatamente si colorano di nero, posandosi sulla tua collana, quella che Harry ti aveva regalato dopo la guerra, aveva detto di averla trovata in un mercatino babbano e il venditore assomigliava a Dumbledore e così dopo aver visto i colori dellq pietra; rosso e nocciola decise di regalartela, in questo momento però la colorazione del ciondolo è cambiata, ha assunto il colore verde smeraldo.
Tu osservi rapita Fanny volare via dalla stanza, vedendo Severus sullo stipite della porta, avvicinarsi con passo incerto verso il letto, dove c'è il libro.
La sua espressione è rapita, ora le pagine sono aumentate notevolmente, sono arrivate a completare quasi  metà tomo e per un fugace attimo dimenticate la litigata di poco prima e vi guardate, complici di questo piccolo passo in avanti.
"Miss Granger" la sua voce denota ancora freddezza e rabbia, ma lasci correre, troppo scossa dall'evento appena trascorso "ora andrò nel mio ufficio a leggere le nuove informazioni, poi tornerò qui a dormire, la pozione la prenda in mia presenza" mormora uscendo, con sotto braccio il libro.
Ti alzi, stringendo tra le mani la collana, percependo la magia attorniarla, non sai quanto tempo ci vorrà prima che Severus torni quindi decidi di leggere.
Quando sei nervosa o triste è il metodo che usi per staccare la spina dalla realtà opprimente che ti circonda.
Ragione e sentimento.
Ti sdrai di nuovo, cullata dalle parole antiche di Jane Austen.
Senti qualcosa sfiorarti la spalla con delicatezza, ti sei addormentata di nuovo.
Senti il tuo professore borbottare qualche frase, mentre ti porge l'ampolla.
"Ho modificato alcuni ingredienti, non dovrebbe più causarti mal di testa, ma ci metterà più tempo ad agire, ma ti mettera fuori uso sempre per otto ore" mormora, ghignando con sarcasmo, non aveva mai usato il tu più di una volta in un'unica frase.
Bevi, sentento le guance arrossarsi, dopo esserti accorta che aveva fatto qualcosa, aveva usato il suo tempo, per non farti stare male.
"Grazie professore" dici con gratitudine, mentre si dirige in bagno torna poco dopo, con indosso un pigiama nero.
Sorridi, mentalmente, guardandolo.
Ti sembra così strano non vederlo con il solito colletto alto o la miriade di bottoni chiusi, sembra più umano.
Anche tu in sua assenza ti sei cambiata, hai messo un pigiama fatto da Molly, di color rosso fuoco, dopo la morte di Fred per il tuo compleanno non ha più fatto i soliti maglioni che ti regalava per le festività,  in lacrime ha detto che lavorare a maglia le stesse cose che creava quando c'era suo figlio le faceva male e ha deciso di dare un taglio netto alle tradizioni.
In questo momento, però, sei rapita da lui che è distante dal tuo letto, ma puoi osservarlo mentre si sdraia, girandosi dall'altra parte.
"Miss, il libro" mormora e prendendo la bacchetta che poco prima aveva appoggiato sul suo comodino fa appire il tomo accanto a te.
"Grazie professore, buonanotte" dici, non distogliendo lo guardo dalla sua schiena, coperta dal tessuto color ossidiana.
Non risponde al tuo saluto, delusa ti metti a leggere il libro che poche ore prima lui aveva sfogliato.

Per farmi perdonare ho scritto un capitolo lunghissimo! Auguri di buona pasqua anche se in ritardo,  il prossimo aggiornamento sarà intorno al 4 aprile!
InchiostroInfinito

LA FENICE RINASCE DALLE PROPRIE CENERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora