23. Battaglia

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Ti rialzi, senti l'oscurità padrona di te stessa, ma non entri nella biblioteca perché Severus potrebbe controllarti.
Lasci cadere il mantello dell'invisibiltá e la bacchetta, sono solo un intralcio ora che hai a disposizione i tuoi veri poteri.
Vuoi distruggere questo insulso villaggio pieno di persone inette e stupide, ma non ancora, compirai tutto a tempo debito.
Ruoti su te stessa e inizi a volare nel cielo, sei diventata una macchia oscura, nulla di più.
Sorvoli dall'alto il paesaggio che prima ti circondava, i tetti delle case sono, ovviamente, neri, e le stradine regalano al paesello un senso di insignificante bellezza.
La vegetazione ora è fitta, l'aria si scontra con il tuo viso e, con un gesto della mano, torni a terra.
Gli alberi ti circondano, non c'è un filo di luce e ti senti completa.
Nell'oscurità più nera.
Severus.
Tutto questo ti ricorda quello stupido uomo.
Con un impeto di rabbia distruggi un arbusto secolare, continui così, a eliminare questo piccolo sprazzo di tranquillità che ora appare più come un campo di battaglia.
Senti uno strano rumore provenire alle spalle, ti volti, furiosa dell'arroganza di qualche stupido paesano.
Osservi l'uomo che ti guarda con disprezzo, probabilmente avrà cinquant'anni, capelli brizzolati e occhi gialli, un naso schiacciato e grosso, la bocca carnosa e stretta.
Indossa una strana veste di colore azzurro che gli arriva sino ai piedi.
Lo colpisci con un incantesimo mortale, ma lui, sorprendente, lo schiva.
"Bene, bene, bene" sputa fuori con rabbia, la sua voce é profonda e calma "qual è il tuo nome, Signore Oscuro?" chiede passandoti accanto, come fa un serpente attorno alla sua preda.
Ti senti presa in giro e socchiudendo gli occhi lo schianti lontano, lui, per nulla spaventato o ferito, si alza e punta il dito indice contro di te, improvvisamente, ne esce un raggio di luce che ti sfiora e tu ghigni per l'inettitudine di questo mago incapace, ma poi ti senti circondare e capisci, ti ha legato.
Cerchi di divincolarti, ma non ci riesci, senti il fascio di luce assorbirti i poteri.
"Rispondi alla mia domanda" sussurra, sfiorandoti il viso e guardansoti negli occhi.
Meccanicamente, rispondi.
"Hermione Granger" lo dici urlando, incurante dell'uomo che ti guarda stupito, lo cerchi di mordere, ma lui si allontana velocemente, come scottato.
"Bene, Granger, ora mi seguirai con la forza o gentilmente, vedi tu" dice, volgendoti le spalle, mostrando che ti reputa innocua.
Frustrata, ruoti su te stessa, riuscendo a libertarti, ma lui, forse prevedendo la tua mossa, ti lancia uno schiantesimo e ti accasci al suolo.
"Bene, hai preso la decisione sbagliata, stupida" mormora, imprigionandoti, senti le forze venir meno e chiudi gli occhi, percependo i capelli ritornare mossi e castani e gli occhi marroni.
Ti risvegli, sentendoti confusa e impaurita, la testa ti duole e puoi dire lo stesso di tutto il corpo.
Cerchi di alzarti, ma non riesci a fare un minimo movimento.
"Ciao Granger" senti la voce di quell'uomo chiamarti dal fondo di questo posto angusto.
"Sono qualcuno che devi temere" dice, scrutandoti dall'alto in basso, mentre si sposta una ciocca di capelli bianchi dal viso.
Lui ti fa paura, tutto il buio che ti circonda ti suscita questo sentimento.
"Io...io" tenti di parlare, ma lui ti zittisce, con uno sguardo carico di astio.
"Tu sei la signora oscura e io devo ucciderti" dice, allontandosi da te e voglendoti le spalle, mentre porta entrambe le mani dietro la schiena, unendole "vedi, io tengo molto al mio compito e mi sono ripromesso che quando nel mio cammino avrei incrociato uno come te lo avrei ucciso" esordisce e con impeto torna da te, sollevandoti e facendoti sbattere contro il muro.
Senti il suo respiro sul collo e rabbrividisci, impaurita.
"Vedi, io predilogo uccidere i Signori Oscuri perché noto un odio profondo verso di loro" enuncia, strattonandoti per il colletto, mentre sbatti la testa contro il muro.
"Io non sono il Signore Oscuro" pronunci, tentando di mentire, facendo forza sulle sue mani, tentando invano di allontanarlo, sorride, lasciandoti andare.
"Ma davvero? Sappi solo che fare la finta tonta con me non ti aiuterà, so a che gioco stai giocando. Questo diventerà il tuo peggiore incubo" dice, iniziando a creare vortici immaginari e colpendoti numerose volte.
Ti accasci al suolo, ricordando con maliconia il tuo letto che, seppur solitario e malinconico, era un posto sicuro.
Pensi a Severus e con questo cadi ancora nell'oblio.

Scusatw il ritardo, ma ho avuto gravi problemi familiari....domani ovvero nel pomeriggio nuovo capitolo
InchiostroInfinito

LA FENICE RINASCE DALLE PROPRIE CENERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora