33. Lezione di vita

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Pranzate in un silenzio che appartiene ad entrambi, nemmeno un sussurro fuoriesce dalle tue labbra.
Non sai come riferire a Severus ciò che è successo nella biblioteca, ma lo farai domani, quando ci sarà Ikary.
"Professore" sussurri, finendo di masticare un pezzo di pollo, mentre con fare aggrazziato ti pulisci la bocca con un tovagliolo di stoffa "non andrà da lei, vero?" chiedi, incantenanso i tuoi occhi ambra nei suoi ossidiana, noti che non ha nessuna espressione beffarda o sarcastica sul suo viso.
"No" mormora, facendo evanescere i rimasugli del pranzo, mentre si alza e appoggia il mantello sulla sedia "vieni, andiamo nel mio laboratorio" dice, umettandosi le labbra.
Lo segui, scossa per gli avvenimenti precedenti, vorresti star accanto a lui e allo stesso tempo sai che devi stargli lontano.
Entri nel suo laboratorio, nel suo mondo complesso, fatto di perfezione.
"Miss, oggi imparerai a sminuzzare, tritare e mescolare con assuluta destretta Il Distillato Della Morte Vivente. La pozione in merito l'hai, come presumo e penso, studiata, dato che ti avevo dato codesto compito. Vedi, tali ingredienti" sussurra con tono eloquente, indicando delle boccette dalla forma cilindrica, dal vetro opaco e spesso, contenenti erbe dai colori vivaci che rallegrano l'ambiente austero e , terribilmente, simile all'aula di pozioni "li utilizzo per la tua pozione, difatti" esordisce, spostandosi con movimenti lenti verso delle ampolle che contengono, probabilmente, ciò che fa rimanere silente le tue trasformazioni "sono riuscito con maestria e dovizia a modificare alcune controindicazioni: non ti causerà più sonnolenza, poiché ho eliminato i composti che c'erano nella 'sonno senza sogni', ma comunque si comporterà nei modi adeguati, assuefando l'oscurità" finisce, porgendoti una boccetta.
Vi sfiorate le mani.
Le sue lunghe, affusolate, pallide e fredde dita, contro le tue morbide, fini e caldi mani.
Un incontro di sapienza.
Di pelli.
È un tocco leggero, casuale, che ti colma il cuore con leggere scosse.
Afferri con decisione la pozione e la bevi in un sorso, anche il sapore è cambiato: il gusto è fruttato, simile alla fragola.
Gli sorridi.
Lui no.
Lui alza il sopracciglio, voltandosi, mentre i suoi capelli ondeggiano nella stanza lugubre.
Si pone davanti al banco, mentre con un colpo di bacchetta fa apparire gli ingredienti sul tavolo.
"Lavora" mormora, sedendosi nella sua scrivania, iniziando a leggere uno strano libro dall'aria interessante.
Poni la tua attenzione sulla tua pozione, hai un calderone, un mestolo e tutto ciò che occorre per Il Distillato Della Morte Vivente, invece il fornello per scaldarlo è poco lontano, esattamente sulla sua scrivania.
Non sai perché l'ha messo lì, ma non crei nessun castello in aria, devi dimenticarlo. Vorresti che tutto tornasse come prima, quando lo osservarvi con ammirazione e non con amore o interesse.
Lui è un uomo che ha un passato travagliato, un passato doloroso che si ripercuote continuamente sul suo presente e non avrà mai un futuro perché vive nei ricordi di una donna morta che amava un altro uomo.
Lily Potter.
James Potter.
I martiri.
I genitori di Harry.
Forse è proprio per questo che Severus l'ama. Aveva un animo gentile e altruista, ma non perdonava nonostante lui se lo meritasse.
Noti con stupore che hai aggiunto gli ingredienti necessari al tuo calderone e li hai già messi a cuocere, senza nemmeno essertene accorta.
Poni il tuo sguardo sul pozionista, che anch'esso ti guarda con perplessità.
"Miss Granger" esclama, appogiando con lentanzza snervante il libro sgualcito sulla sua scrivania "quante volte. Quante volte ho ripetuto e ripetuto che le pozioni vanno curate, cresciute e fatte nascere con le proprie mani e non con la magia" enuncia con tono di rimprovero.
Sei confusa.
"Signore, io non ho fatto nulla" dice, parando le mani dinnanzi a te, come voler creare una barriera immaginaria, ma solida tra te e le sue assurdità che, sai, sono vere.
"Come?" esclama, avvicinandosi pericolosamente, mentre ti accorgi che la pozione ha assunto il colore richiesto dalla teoria "magia involontaria" sussurra, rivolto più a se stesso che a te "per oggi abbiamo finito, miss, non so come tu abbia fatto a creare un distillato in cinque minuti, dato che ci vuole molto più tempo. Ora, però, desidero che tu vada in camera a studiare questo libro" dice, porgendoti il tomo che poco prima stava leggendo.
"Occlumanzia, come e perché padroneggiarla"
Sai benissimi cos' è, Harry ti ha detto tutto in merito e tu sai già tutto, così, con fare saccente e impulsivo, non accetti il libro con un sorrisetto insopportabile.
"So tutto, grazie ad Harry e mi sono anche esercitata" enunci, passandoti una mano tra i capelli. I suoi occhi diventano improvvisamente scuri, con una scintilla di malsana arroganza.
Ma adori quando è terribilmente Serpeverde, quando è simile al ragazzo che era una volta, perché, si te lo immagini così, con un arguzia non comune e la sete di conoscenza, mista all'arroganza e al voler padroneggiare la sapienza.
"Bene,Miss" enuncia, facendoti sedere sulla sua sedia con un tocco leggero e paziente, mentre con cautela si sposta davanti a te, tirando fuori la bacchetta, ma senza darti il tempo di realizzare ciò che sta succedendo, pronuncia la formula del l'incantesimo.

Si lo so, è un po' più corto ma ho sonno...prossimo aggiornamento martedì.
Un bezo a tutti.
Grazie mille, questo capitolo lo dedico ad antopod
InchiostroInfinito

LA FENICE RINASCE DALLE PROPRIE CENERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora