41. M(a)orte

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Devi parlare con Ikary, nonostante tu sia distrutta come non lo sei mai stata, tradita dalla leggera brezza del presente che veniva celato con una strategia degna di Dumbledore.
La guerra ha sempre messo in secondo piano le tue paure, le tue insicurezze e, ora più che mai, quest'insopportabile situazione si ripete ancora una volta; Severus si trova oltre la porta che è dinnanzi a te e quello che fai è lasciarlo in balia del dolore, come ha fatto lei.
Improvvisamente un'immaginaria melodia disperata raggiunge le tue orecchie, angosciandoti, creando e distruggendo continuamente la tua volontà e, senza pensarci due volte, ti smaterializzi, presentandoti davanti agli occhi increduli del signore di luce.
Quella strana sensazione di panico che scuoteva la tua anima si é dissipata appena hai abbandonato il cottage, appena ti sei allontanata da lui.
I vostri sguardi si incontrano, rincorrendo le emozioni che appaiono nei loro colori vivaci.
Ancora una volta rimanete in silenzio, finché la sua voce, ferma e allo stesso tempo disperata rompe quel silenzio che vi culla.
"Hermione" inizia, sedendosi su una sedia che è nel suo alloggio "non sai quanto mi dispiace" continua, estraendo la bacchetta, tu impreparata al suo gesto non riesci ad afferrare la tua prima che ti lanci un incantesimo pietrificante.
Tradita.
Usata.
Non sai cosa vorrà fare, ma il martellante suggerimento che la tua mente continua a mostrarti non fa altro che aggiungere altro dolore alla tua anima.
"Ascoltami bene" pronuncia mentre accarezza il tuo volto, provato dalle continue emozioni che lo attraversano "tu mi sei entrata dentro. Io mi sono innamorato di te Hermione e so quanto sia difficile da accettare tutto questo; lui è davvero fortunato e presto se ne accorgerà, credimi. Sei una ragazza intelligente e credo tu abbia capito dove stia per andare" esordisce, raccogliendo una lacrima che scorreva sulla tua pelle "andrò ad affrontarla e tu assisterai a ciò che accadrà, grazie al nostro collegamento. Se non dovessi farcela tu e Snape dovete rifugiarvi qua all'istante, il mio alloggio si distruggerà, ma rimarrà comunque la caverna che è l'unico luogo dove lei non può farvi del male. Ricordati che non non potrete utilizzare la magia dall'interno, ma le tue trasformazioni avverranno comunque" finisce, premendo le sue soffici labbra sulla tua fronte.
Ti importa di lui ed entrambi sapete che non tornerà, che lei vincerà questa prima battaglia, ma finché lui è in vita tu non potrai sconfiggerla.
Annuisci, sorridendo amaramente mentre chiudi gli occhi, imprimendoti nella mente il suo volto.
"Addio Hermione, ricordati di tenere sempre con te il tuo anello e la tua collana" ti ordina, non ti poni domande, non lasci che questo momento venga rovinato dalla ragione.
Lo guardi negli occhi, scontrando e vincendo la paura, mostrando il tuo coraggio e la tua volontà: sei una Grifondoro; tu sei Hermione Granger, una nata babbana nonché migliore amica del bambino che è sopravvissuto e hai un'enorme forza dentro.
"Lo so cosa stai cercando di fare, vuoi spezzare l'incantesimo e, credimi, ci saresti riuscita se non vi avessi aggiunto qualche conoscenza che ho appreso nella mia lunga vita" enuncia con tono stanco, allontanandosi sempre di più da te, mentre le lacrime ormai scendono copiose e bagnano il tuo maglioncino.
Si smaterializza senza darti il tempo di replicare, di tentare di frantumare l'incantesimo.
In un istante ti senti tremare.
La tua testa vortica.
La tua gola brucia.
Poi, come se fossi in un pensatoio, vieni catapultata negli occhi del signore della luce. Tutto ciò che sta accendendo tu lo osservi da lontano, senza poter interagire.
"Ti stavo aspettando" sussurra con voce calma e spregevole la donna che ormai ha perso le fattezze di Marte Northenberg.
Lui non le risponde, osservandola privo della scintilla d'amore che anni prima aveva albeggiato nel suo cuore, in ogni fibra della sua anima.
Le labbra di Ikary sono stirate in una linea sottile, lei sorride.
"Non mi resta che ucciderti, mio caro" dice, mentre il suo corpo si carica di energia nera.
Terrore.
Hai paura di ciò che sta per accadere, lui non tenterà di combattere perché sa che è il tuo destino sconfiggerla, come lo sa lei.
"Lei vincerà" sussurra prima che un'onda nera venga sbalzata su di lui, facendolo scomparire.

Tutto qui.
Si è lasciato uccidere.
Non potrà più tornare indietro.
Sei inginocchiata, senza l'incantesimo che ti immobilizza, nella sua grotta ormai spoglia di tutto ciò che riguardava lui.
Sai che in questo momento sei più vulnerabile all'oscurità, sei in balia delle tue paura, sei tentata di firmare la tua resa.
Sai chi può aiutarti.
"Severus" sussurri il suo nome sulla dura pietra, accasciata sul ruvido terreno, non hai più forze e la senti, bramosa, scalciare dentro di te per uscire.
Un rumore improvviso alle tue spalle ti fa rabbrividire, potrebbe essere solo lui, ma non vuoi sperare inutilmente.
"Hermione, sono qui" proferisce con tono calmo, senza rabbia o risentimento.
Lui è qui, con te.
Ti volti verso di lui e osservi il suo volto, le sue immancabili rughe e i suoi occhi, il tempio della tua calma.
La senti urlare dentro di te, l'oscurità, furiosa per essere stipata di nuovo nella parte più recondita di te.
"Severus, io" inizi, ma lui non ti fa continuare, le sue braccia cingono il tuo corpo scosso da singhiozzi, che sanciscono l'inizio del tuo abbandono alla sofferenza.
"Lo so, Hermione. È morto, io sono qua con te" impone la sua voce al tuo orecchio, mentre senti i tessuti dei vostri vestiti scontrarsi, in quell'istante di debolezza.
Un'assordante rumore vi interrompe, l'entrata è crollata e sei presa dal panico: la magia non funziona.
Tenti di dirlo al tuo professore, ma la voce di Ikary, che credevi di non poter più sentire ti ammutolisce.
"Non potete usare la magia all'interno della caverna, che è crollata sotto un mio incantesimo; imposto appena entrambi sarebbe stati qui. Mi dispiace ma è l'unico modo per proteggerti, Hermione, solo quando sarai pronta si aprirà. La caverna si illuminerà tra poco e non potrete morire soffocati perché ho scagliato alcuni incantesimi. Non ho potuto darvi molti confort, se non un letto, una dispensa di cibo e un bagno, dato che alla mia morte tutto ciò che vi era all'interno è stato distrutto, come prevedevo. Mi è stato donato un piccolo squarcio di tempo per comunicarvi questo. Addio, mia cara" il silenzio, dopo queste ultime parole regna sovrano e non fate che osservare l'uno il viso dell'altra, attendendo che qualcuno proferisca parola.

Eccomi.
Dopo mesi, sono qua.
Non so quando potrò aggiornare, ma farò il possibile. Dedico questo capitolo alla mia piccola luce che mi guida sempre nell'oscurità: Daniela. Sperando che legga questo capitolo, ma non credo.
A presto (spero)
InchiostroInfinito

LA FENICE RINASCE DALLE PROPRIE CENERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora