Capitolo 13

139 22 11
                                    

- Pensavo che non mi volessi più vedere.

- Infatti è così.

- E allora?

- Allora cosa?

- Allora perché sei qui, Amelia?

Sospirai, abbassando lo sguardo e mormorando vergognosamente: - Ho bisogno del tuo aiuto.

Lo sguardo di fuoco lanciato da Dave mi fece indietreggiare. - Cosa ti fa pensare che io voglia aiutarti, ora? Mi avevi detto di non essere una bambina, ed ecco che dopo un paio di giorni vieni a piangere tra le mie braccia. - Il ragazzo incrociò le braccia sul petto. - Poverina.

"Non sto piangendo", pensai innervosita.

- Ebbene, che vuoi? - domandò brusco.

- Jimmy ha paura di me.

Dave scoppiò a ridere. - Ooooh, sai che novità! Non mi sorprende affatto. Anch'io avrei paura di te se fossi lui.

Sentii un sapore metallico in bocca: non mi ero accorta di essermi morsa l'interno della guancia a causa del nervosismo. - Che vuoi dire?

Il ragazzo mi posò le mani sulle spalle e avvicinò il suo viso al mio così tanto che riuscivo a sentire il suo respiro. Rabbrividii e fissai la terra ai miei piedi.

- Tu sei un fantasma, Amelia. Forse te ne dimentichi un po' troppo spesso.

Quelle parole erano di ghiaccio, taglienti, ferivano.

In un attimo mi divincolai dalla sua presa e indietreggiai. - Io... - purtroppo non sapevo cosa volessi dire, e ciò che uscii dalla mia bocca per rimediare alla mia timidezza fu così secco che sarebbe stato meglio non averlo mai pronunciato. - Allora vuoi aiutarmi o no?

Sapevo che Dave si stava trattenendo dal far esplodere la sua rabbia, lo notai dalla rigidità del suo corpo e dai suoi occhi grigi che parevano mandare lampi pronti ad incenerirmi. - No.

Era troppo. Era davvero, davvero troppo. Cercai di rispondergli a tono, ma non riuscii a trovare qualcosa di soddisfacente da dire.

- Prima mi mandi via, poi corri da me. A che gioco stai giocando? - chiese irato. Feci per rispondere, ma lui non mi lasciò il tempo per farlo. - Ora sono io a chiederti di andare via. Non riesco più a sopportare il tuo modo di fare, è assurdo.

- Ti ricordo che tu mi hai rivolto la parola non perché ti interessasse farlo, ma per arruolarmi nel gruppetto di Fiamme addestrate da Mara.

- Mi pare di averti aiutato, invece.

- Quello che mi avete detto non mi è servito. È stato molto più utile e chiaro quel ragazzo biondo...

- Ragazzo biondo? - mi interruppe Dave sgranando gli occhi. - Come si chiama?

La sua reazione fu così inaspettata che mi spaventò. - Non me l'ha voluto dire - asserii.

Il volto del ragazzo divenne bianco come un lenzuolo. - Stai lontana da quel tipo...

- Sììì, certo. Che ti importa di quel ragazzo?

Dave mi si avvicinò nuovamente. Odiavo il modo in cui dimezzava la distanza tra di noi con pochi passi, senza pensarci, come se essermi vicino lo aiutasse a convincermi. - Tu evitalo e basta. Promettimelo.

Mi morsi il labbro. - Perché mai?

- Non importa. Promettimelo e basta.

Il suo tono era così sicuro che per un attimo tentennai, quasi mi costrinsi a cedere. - Facciamo un patto. Tu mi dici chi è il biondino e io...

- E tu non cercherai di raggiungere la fine del Ponte. - concluse al mio posto.

Rimasi spiazzata. Ero curiosa di scoprire l'identità di quel ragazzo, ma non potevo rinunciare al mio obiettivo... - Non lo so, Dave. Ci devo pensare.

Accanto a me, qualcosa si mosse. In un attimo ci trovammo davanti allo sconosciuto biondo, intento a rigirarsi tra le mani un pugnale. - Non credo che ce ne sia bisogno.

•••
SPAZIO AUTRICE
Salve lettori! Sono fiera del fatto che sto riuscendo ad aggiornare :)
Spero di non tenervi con il fiato sospeso per molto tempo ;)

Il Ponte della VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora