Capitolo 42

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Inaspettatamente, la caduta durò solo pochi secondi prima di urtare qualcosa di duro e trasparente: sembrava uno scivolo, ma non lo era. Venimmo catapultati ad una velocità vertiginosa verso un punto impreciso, mentre i nostri corpi si urtavano e Iris urlava a squarciagola. Dave mi teneva ancora la mano.
Osservai il vuoto sotto di noi: di un colore indefinito, vago e misterioso, che minacciava di inghiottirci. Se ad un certo punto non fossimo riusciti a risalire, oppure la sostanza trasparente in cui scivolavamo si fosse improvvisamente rotta o fosse terminata, saremmo caduti. Ignorai la sensazione che mi stringeva il petto e che, unita alle fitte di dolore alla schiena a causa dell'impatto, mi portava quasi a cadere in stato di incoscienza.
Mi abbandonai contro il corpo di Dave, appena dietro di me, e mi isolai dal resto del Ponte. C'ero solamente io. Non Dave, non Iris, nessuno. Solamente io. Avevo bisogno di sentirmi viva, e sola, senza nessuno che mi dicesse cosa fare, oppure che tentasse di uccidermi.
Ero quasi riuscita a dimenticarmi della sensazione che provava il mio corpo a contatto con quello del ragazzo, che la nostra velocità accelerò vertiginosamente. Un attimo dopo, una forza ignota ci spinse verso l'alto. Sopra di noi, c'era la base del Ponte. Strinsi forte la mano di Dave, così vigorosamente da farmi male. Lui ricambiò il gesto, continuando a fissare il Ponte che si avvicinava.
Non andammo a sbattere: la terra sopra di noi si aprì e cademmo con la fronte sulla terra nera, al sicuro. Il passaggio sotto di noi si era richiuso.
Dave ansimò, guardandomi preoccupato. La sua mano aveva lasciato la mia al momento dell'impatto. - Tutto bene?
Annuii timidamente e mi voltai verso Iris: si puliva la faccia e pareva soddisfatta.
- Tu ci devi spiegare molte cose - le disse Dave sgranando gli occhi. Qualcosa mi diceva che, se la risposta non gli fosse piaciuta, non avrebbe esitato a spingerla nell'Oblio.
- Io? - gracchiò lei. Pareva aver perso ogni traccia di lucidità. Rise talmente forte che le venne il singhiozzo e dovette smettere, cedendo allo sguardo severo del ragazzo. - Non siete contenti?
- Sì, come no - rispose lui, sarcastico. - Dimmi chi sei, perché hai tentato di raggiungere la fine del Ponte?
- Potrei chiederti la stessa cosa - la malizia nella sua voce era palese.
- Siamo in due contro di te - mi rivolse uno sguardo, cercando di ammonirmi.
Iris si sedette più comodamente nella terra, e finalmente parlò, sebbene con voce impastata dalla follia repressa per giorni. - Quando voi non eravate ancora arrivati qui, io ero una persona molto apprezzata sul Ponte... Mi ritenevano una maga - disse quelle ultime parole a bassa voce, scoppiando nuovamente a ridere ancor prima di finire di pronunciare l'intera frase.
- Purtroppo non ebbi vita lunga: un giovane ragazzo era così deciso ad uccidermi che BOOM! - la ragazza sgranò gli occhi chiarissimi, fermandosi qualche secondo per studiare le nostre espressioni. - Mi spezzò il collo e mi seppellì sotto un pino. Vi siete chiesti perché Laura sapesse tutto di voi Fiamme, vero?
Voi Fiamme, pensai. Lei non era una di noi? Per spingerla a continuare, io e Dave annuimmo.
- Ne ero certa. Laura è stata cancellata, purtroppo - ammise pensierosa, mordendosi le labbra sottili. - Il problema è, vedete, che... io e Laura siamo la stessa persona. Lei, il cervello e lo spirito. Io, il corpo. Colei che deteneva il controllo sulla mente è morta, mentre io dovevo rimanere intrappolata sottoterra perché l'anima sale, il corpo scende. E se l'anima muore...
Il corpo impazzisce, pensai involontariamente.
•••
SPAZIO AUTRICE
Ho un avviso per voi lettori: ad agosto non so quanto spesso aggiornerò perché non so se avrò tempo. Potrei aggiornare più spesso o l'esatto contrario... Non so. Comunque, vi farò sapere e cercherò di essere costante con gli aggiornamenti.

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