Capitolo 9

144 28 6
                                    

Vegliai sul ragazzino tutta la notte. Non ero stanca, e non ero nemmeno sicura di aver bisogno di dormire, dato che ero una Fiamma. Non mi importava, volevo solo proteggere Jimmy, continuare a fare da schermo ai suoi errori e alle sue debolezze e impedire che queste mancanze lo uccidessero. Lo vedevo più forte rispetto ai giorni prima della mia morte: nei suoi occhi azzurri c'era una scintilla, spesso a malapena visibile, che mi faceva intuire la sua forza. Quel bambino era in grado di resistere al dolore senza abbandonarsi completamente ad esso, tenendo duro fino alla fine.
- Ti voglio bene - gli sussurrai nell'ombra. Jimmy continuò a vivere i suoi sogni agitati. Avrei voluto sapere cosa popolava la sua mente; bloccare i suoi incubi peggiori prima che arrivassero.
- Amelia... - farfugliò il mio amico. - Torna.
Cercai di prendere le mie mani tra le sue, invano. - Sono qui.
- Ti prego, torna...
Mi morsi il labbro per impedirmi di piangere. "Basta!", pensai scuotendo la testa. - Voglio tornare indietro - mormorai ad alta voce, ma me ne pentii immediatamente. Un fruscio alle mie spalle, a malapena percettibile, mi immobilizzò.
- Smettila di frignare - mi disse una voce maschile a pochi passi da me. - Non serve.
- Lo so - tirai su col naso. Mi voltai il tanto che bastava per continuare a tenere d'occhio Jimmy e al contempo squadrare lo sconosciuto: il suo viso era incorniciato da capelli biondi e lisci, che conferivano una strana aria di superiorità al suo viso dai lineamenti spigolosi. Sentii il bisogno di alzami in piedi e studiarlo, ma non lo feci.
Il ragazzo si sedette accanto a me. - Hai conosciuto Mara, vero?
Annuii debolmente. Evidentemente, quella ragazza era nota a tutte le Fiamme.
- Ti ha detto che potrai parlare con lui, un giorno? - il ragazzo biondo indicò Jimmy con un cenno del capo.
- Sì, ma non so se ce la farò. - pigolai. "Accidenti!", pensai corrugando la fronte. "Perché questo tizio non si fa gli affari suoi?".
- Puoi parlarci in sogno, se vuoi. È il modo migliore per convincerlo del fatto che tu, per lui, ci sei ancora; non ti pare?
Quel consiglio mi indusse a voltare immediatamente il capo verso il ragazzo biondo. - E... come si fa?
Lo sconosciuto schioccò la lingua, infastidito. - Non sai proprio niente... Prova a dormire, piuttosto che piangere. Quando dormi entri nei sogni degli altri, sempre. Basta solo crederci.
Il ragazzo si alzò lentamente, dopo avermi lanciato un'occhiata di sottecchi. Alzai lo sguardo su di lui, incrociando i suoi occhi azzurri.
- Tu ci credi? - domandai. La mia voce era un sussurro che quasi si confondeva con il costante sibilare del vento.
Lui scrollò le spalle e sorrise. - Non ho mai avuto nessuno da controllare, io.
Dunque si voltò, andando verso l'inizio del Ponte.
- Aspetta! - balzai in piedi.
Il ragazzo si fermò solamente, continuando a darmi le spalle. - Sì?
- Il tuo nome... non so come ti chiami.
- Il mio nome non è importante.
Sospirai. Mi sentivo come se mi avessero sepolta nel ghiaccio, rendendo il mio corpo debole e pesante. - Per me lo è.
- Sei curiosa, Amelia, troppo per i miei gusti.
"Ma perché tutti conoscono il mio nome, qui?", pensai con un accenno di ira.
- Vedremo se mi convincerai a dirtelo. - soggiunse il ragazzo.
- Su, è solo un nome! - esclamai irritata.
- Per te magari lo è. Non sottovalutare i nomi, Amelia, sono molto potenti... in grado di cambiare le cose, confonderti, portarti sulla cattiva strada... Attenta. Non sottovalutare la potenza di quello che sei.

•••
SPAZIO AUTRICE
Hei! Mi stavo dimenticando di aggiornare, ma per fortuna mi sono ricordata :)
Siamo già a 1k visualizzazioni, e per questo vorrei ringraziare tanto voi lettori!

Il Ponte della VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora