Capitolo 44

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Non erano solamente le Fiamme a non dormire mai. Nemmeno le paure, la tristezza e l'odio cedevano mai il passo a qualcosa di nuovo, di rilassante, di positivo.
Le visioni di Jimmy continuarono, come se il ragazzino fosse impaziente di vedere la mia fine: - Ti svegli? - chiese.
Ad ogni sua frase, la mia risposta sarebbe dovuta essere: - Ti voglio bene.
Sì, perché io gli volevo davvero bene. Amavo quel piccolo bambino che era cresciuto con me e che lentamente stava diventando adulto. Lo amavo come se fosse stato un fratello. Gli avrei voluto dire ogni giorno quei "ti voglio bene" che non aveva potuto sentire negli anni successivi alla mia morte.
Invece, le mie labbra sillabavano un muto: - Vai via, Jimmy.
La sua presenza non era reale.
- Parli ancora da sola? - fece Dave in tono canzonatorio.
- Credo che Jimmy sia in pericolo.
Il ragazzo non mi degnò di uno sguardo, esasperato. - Smettila di fare la madre apprensiva. Mara ci ha assicurato che sta bene... E io le credo.
Vorrei essere tranquilla come te, pensai.
Ma cosa pensavo realmente? Nemmeno io sapevo interpretare l'insieme di emozioni che mi stavano sconvolgendo. Sentivo che mi stavano divorando, che presto non sarei riuscita a fermarle. Sarei morta, me lo sentivo.
- Stiamo arrivando, Dave.
Il ragazzo mi rivolse un'espressione assonnata. - Mmm?
- Stiamo arrivando da qualche parte. Non so precisamente dove.
Dave alzò gli occhi al cielo. - L'abbiamo definitivamente persa. Povera Amelia.
•••
SPAZIO AUTRICE
Capitolo brevissimo per farvi capire che sono ancora viva. Okay, forse continuo la storia. Spero.

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