Capitolo 33

101 24 5
                                    

Qualcuno passò a portare via gli scheletri delle altre carcerate. Rabbrividii osservando quella scena di morte venire spazzata via con un calcio.
- Dave non può essere morto - sussurrai. Iris mi sentì.
- Lo è sicuramente - le sue braccia si mossero verso la testa, facendo sfregare le catene a terra.
Estrassi l'ossicino dalla tasca e lo analizzai. Era molto simile a quella che avevo usato per uscire da quella grotta, come sospettavo. Mi misi all'opera, mentre Iris mi squadrava senza fiatare, attendendo il momento in cui la serratura sarebbe scattata.
Fui interrotta solo una volta da un'ombra di guardia, ma nulla di più. Armeggiando con quella "chiave" e usando parte dei miei poteri di Fiamma, riuscii ad aprire le manette. Fortunatamente le catene erano abbastanza lunghe e mi avevano permesso il movimento.
- Aspetta, libero anche te - dissi a Iris.
- No, ti ho già detto che non sarebbe saggio portarmi con te. - la ragazza scosse vigorosamente la testa e i suoi occhi chiari incontrarono i miei.
Tremai, ascoltando le sue parole. Non volevo lasciarla indietro, non volevo che morisse, volevo ascoltare la sua storia e portarla con me alla fine del Ponte.
Presi l'ossicino e mi avvicinai alla porta. Ci volle più di un'ora per aprirla e tutte le mie energie.
Inaspettatamente, qualcosa, nella mia mano, si spezzò.
- Oh, no... - mormorai.
- La tua chiave di fortuna si è spezzata, vero? - sentii la voce di Iris giungermi ovattata, mentre una lacrima mi rigava il viso.
Annuii nascondendo il volto dietro i capelli per impedire a Iris di vedere la mia espressione afffranta. Non avrei potuto salvarla. L'avrei lasciata sola. Non era giusto.
Mi avvicinai a lei e cercai di aprire le manette con il frammento di ossicino che mi restava, ma non ci riuscii.
- Va' via - mi disse Iris. I suoi occhi fissarono i miei, ed ebbi paura. Non seppi il motivo di quel sentimento che mi raggelava, ma cominciai ad avere paura della paura stessa.
Mi alzai velocemente e uscii dalla stanza, accostando la porta. Era evidente che speravo ancora di tornare da lei e liberarla, oppure desideravo che riuscisse da sola a liberarsi e mi raggiungesse da Dave.
Davanti a me c'era una scala, mentre a destra e a sinistra si diramavano dei corridoi stretti.
Il mio indice tramutato in fuoco riusciva a rischiarare debolmente quell'ambiente.
Sapevo di non dover salire la scala: sarei sicuramente arrivata da Laura. Non sapendo quale dei due corridoi scegliere, tirai a sorte e andai a sinistra.
Le porte erano tutte chiuse, e attraverso alcune si sentivano delle deboli voci, lamenti.
Finché non lo sentii: un grido straziante proveniente dall'altro corridoio.
Corsi a perdifiato in quella direzione.
Dave.
Era lui, ne ero certa.
Mi fermai solo nell'attimo in cui un'ombra mi bloccò il passaggio.
- A Laura non piacciono i vivi.
•••
SPAZIO AUTRICE
Avevo pronto il capitolo da un po' di tempo ma non era finito. Finalmente ho avuto il tempo di pubblicarlo😁
Spero vi piaccia🌌

Il Ponte della VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora