Capitolo 32

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La risposta di Laura fu farmi chiudere in prigione, accanto a Iris, per il resto dei miei giorni.
- Non è andata bene? - chiese la mia compagna.
- Ti pare? - risposi piccata. Non avrei voluto essere così scontrosa, e quelle parole furono la goccia che fa traboccare il vaso. Piansi in silenzio, le mani premute sul viso, e attesi che qualcuno mi ammanettasse alle pareti. Non successe, ma non bastò a farmi calmare. Mi stavo consumando lentamente, e Iris aveva ragione: Dave era sicuramente già morto.
- Non frignare, Ambra. - sentii le parole di Iris giungermi ovattate.
- Amelia - la corressi in un soffio.
- È uguale. Senti - cambiò discorso. - Io sono qui da molto tempo, e non ho trovato nessuna via di fuga. Ma sono sempre stata incatenata: tu sei libera e puoi cercare la salvezza. Non aspettare che ti ammanettino; cerca tra queste pareti il modo di uscire.
Ricordai la strategia usata da me e Dave per uscire dalla porta nella caverna. Malcom ci aspettava fuori, e con ogni probabilità anche all'esterno di questa cella c'era una sentinella. Ma non potevo lasciare Dave, non potevo lasciarlo morire.
- Devo liberarti - asserii rivolta a Iris.
Lei sbuffò. - Stai scherzando? Sarei d'intralcio, e ormai sto morendo.
- Non dire sciocchezze - dissi lapidaria. - Io non ti lascio qui.
- Anche se volessi portarmi con te, come vorresti fare con le catene?
- Io... - le parole mi morirono in bocca. Aveva ragione: le catene non potevano essere spezzate e non avrei avuto abbastanza tempo per studiare la serratura delle manette.
Fu in quel momento che, alle mie spalle, la porta si aprì. Un'ombra entrò e, prendendo a calci uno degli scheletri alla parete, liberò delle catene.
- È il volere della mia Signora - disse atono. Cercai di colpirlo, ma le mie mani passavano attraverso il suo corpo. Lui poteva toccarmi, ma io non potevo neppure sfiorare la sua pelle di nebbia.
- Cos'ha detto Laura? - domandai cercando di prendere tempo. La porta si era richiusa e per terra c'erano delle ossa sparse. Senza farmi notare ne raccolsi una della mano e la infilai in tasca.
Ero inchiodata al muro, ero inginocchiata a terra, indolenzita.
- La Signora vuole così - concluse l'ombra, e prese un mazzo di chiavi per aprire la porta. In teoria non ce ne sarebbe stato bisogno, poiché quello strano corpo si sarebbe potuto semplicemente dissolvere, ma evidentemente quelli erano stati i comandi di Laura. Magari lei sperava che io fuggissi.
Certo, come no.
Quando la porta si richiuse, Iris sbadigliò. - Sei fottuta.
•••
SPAZIO AUTRICE
Anche questo capitolo è corto ma mi va di tenervi un po' sulle spine😏

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