Capitolo 15

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Dave si accomodò davanti a me e mi fissò per alcuni lunghi istanti. - Non so proprio da dove iniziare.

Scrollai le spalle. - Beh, direi che sotto questo aspetto non ti posso aiutare.

Il ragazzo sospirò. Pareva che d'improvviso la sua maschera di sicurezza e sarcasmo fosse crollata, lasciando il posto ad un sorriso amareggiato. Si era forse arreso?

Prima di parlare, Dave prese una lunga boccata d'aria stantia. - Hai ragione. Allora, parliamo un po' del mio rapporto con questo fantomatico biondino che ci ha rinchiusi qui dentro. Avrai notato che... mi odia, diciamo. Questo perché io sono morto a causa sua e lui a causa mia. Qui sul Ponte siamo sempre stati in conflitto, finché non è scoppiata una vera e propria battaglia. Lui aveva un bel gruppetto di ragazzi, io ero solo. Avevano tentato di farmi cadere nell'Oblio, ma ero riuscito a scappare... all'entrata di questa grotta. Avevo un coltello ed ero abile con le trappole, per cui riuscii ad intrappolarli tutti... Tutti tranne uno. Quando il gruppo tentò di buttarmi nell'Oblio, quel giorno, sentii qualcuno che faceva il nome di un certo Malcom, dicendo che era lui il capo, lui che comandava e quindi lui che mi voleva morto. Peccato che non sapessi chi fosse questo Malcom. Uccisi tutti i ragazzi intrappolati, senza accorgermi del fatto che ne mancava uno. Nascosi i corpi dei ragazzi in quel punto - Dave indicò le ossa stipate nell'angolo. - Ma ad un tratto venni pugnalato. Lui era lì, davanti a me. Sapeva che avevo sentito il suo nome, e non me lo volle rivelare. Così, allo stremo delle forze, ebbi un combattimento contro di lui. Persi, e Malcom gettò il mio corpo nell'Oblio. Ma ci fu un imprevisto, lo scoprii più tardi, da Mara. Per questo sono in debito con lei. Comunque, Malcom era ferito, non si reggeva in piedi, e cadde a sua volta dal Ponte. E morì come il sottoscritto.

- Per questo Malcom mi ha detto che i nomi sono potenti, di non sottovalutarli - mormorai. - Perché ti volevano morto?

Dave deglutì nervosamente. - Io... - disse con un filo di voce.

- Sì? - lo incalzai.

Il ragazzo si alzò e raggiunse la porta, improvvisamente innervosito. - Come si apre questo affare, secondo te?

Lo raggiunsi e lo costrinsi a girarsi, afferrandogli entrambi il polsi. - Non hai risposto alla mia domanda.

Vidi, nella fioca luce proveniente dalla mano di Dave, che i suoi occhi grigi evitavano i miei.

- Perché non vuoi dirmelo? - soggiunsi stringendo ancor di più la mia debole presa sulle sue braccia esageratamente più forti delle mie. Seppur avesse potuto liberarsi, Dave non oppose resistenza.

Lui scosse la testa. - Non conviene che tu lo sappia. Credimi.

- Dave, questo non cambierà di certo la mia condizione di morta.

- Cambierà tutto, invece. Sia me che te.

- Allora dimmelo - lo spronai allontanandomi e chiudendo una mano a pugno per reprimere il nervosismo crescente.

Dave abbassò la testa. - Avvicinati.

D'un tratto avvampai. - C... cosa?

Il ragazzo corrugò la fronte. - Non lo voglio dire a voce alta. Se proprio lo vuoi sentire, avvicina l'orecchio. Che cosa pensavi?

- Niente - farfugliai e, in punta di piedi, accostai l'orecchio alle sue labbra. Non capii a cosa servisse parlarne a bassa voce, dopotutto eravamo soli, ma non ebbi il tempo di pensarci: la sua rivelazione mi scioccò.

Dave mi posò una mano sulla schiena, facendo scattare un piccolo allarme dentro la mia testa: la mia colonna vertebrale si stava incurvando contro la sua mano senza che me ne rendessi conto.

- Io volevo raggiungere la fine del Ponte, Amelia.

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SPAZIO AUTRICE
Eccoci con un altro capitolo! Aggiornerò circa ogni due giorni, se ce la faccio, o anche meno (se posso e se siete in tanti a visualizzare) ;)

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