Capitolo 19

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Passarono i minuti, le ore, poi i giorni. Ed infine, dopo essergli stata lontano per un tempo che mi parve interminabile, lo incontrai.

- Ehi! - lo salutai.

Dave, che aveva volutamente accelerato il passo, fu costretto a voltarsi. - Ciao, Amelia.

- Che succede? - lo stuzzicai. Avevo la netta impressione che preferisse un'altra battaglia con Malcom piuttosto che essere costretto a sostenere una conversazione con me. Questo dettaglio mi parve improvvisamente imbarazzante. Dopotutto, era colpa mia.

Alzai il mento per guardarlo negli occhi, sforzandomi di non lasciar trapelare emozioni dal mio sguardo.

Lui mi guardò interdetto. - Cosa dovrebbe succedere?

- Non so... sembra che tu mi stia evitando. - Era risentimento quella nota scura appena percettibile nella mia voce?

Il ragazzo storse le labbra, poi annuì. - Sì, in effetti è così.

- Perc...

- Dimenticatelo - mi interruppe. - Dimenticati quello che è successo... insomma, quello che stava per succedere... dimenticatelo.

Mi passai una mano tra i capelli rossi e sospirai. Avevo sentito da qualcuno l'espressione: "avere il cuore in frantumi", ma non mi ero mai soffermata sul suo significato. Ecco, in quel momento sentii il mio cuore dividersi a metà, lasciando un profondo vuoto all'interno del mio petto. L'ossigeno attorno a me si era dimezzato, provocandomi dolorose fitte alla testa.

"Va bene così. Ha ragione lui. Sì, va bene così", sospirò una vocina nella mia testa.

Decisi di far cadere l'argomento. - Ti cercavo per chiederti quando hai intenzione di partire, ma evidentemente non sei di parola...

L'espressione di Dave si raddolcì. - Partiremo domani. Va bene?

Annuii. - Sì. - Prima di voltarmi e andare a cercare Jimmy, biascicai: - Comunque... il mio era un colpo di testa. Non c'è nulla da dimenticare: non è successo nulla.

Dave sorrise. - Esatto. Ci vediamo domani.

- A domani - sussurrai.

Mentre mi incamminavo verso il punto in cui ero sicura si trovasse Jimmy, mi concessi qualche minuto per riflettere. Sentivo come se un pugnale mi avesse colpita in pieno petto, squarciandolo. Le parole di Dave non avevano fatto altro che rigirare l'arma nella ferita, facendola sanguinare. Volevo fermarmi e piangere, ma non trovai neppure la forza di farlo.

"Che m'importa?", mi domandai. "Non è successo niente".

Mi voltai verso il punto in cui si era incamminato Dave, pensando di raggiungerlo per tentare di mettere a posto le cose. Ma cosa c'era da aggiustare? Non era stato abbastanza chiaro, per caso?

Dunque mi asciugai una lacrima, guardai un'ultima volta nella sua direzione e raggiunsi Jimmy, che si trovava pressoché nel punto in cui ero morta.

Ricordai quando mi aveva sibilato di lasciarlo in pace, di andarmene, ma non l'avevo fatto. Forse avrei dovuto lasciarlo lì, all'inizio del Ponte, ma non avrei potuto proteggerlo. A pensarci, però, la mia presenza era comunque inutile.

Ero testarda. L'anima di Jimmy era ormai legata inesorabilmente alla mia, e per quanto il ragazzino si sforzasse di cacciarmi, di urlare parole taglienti come lame, non si sarebbe liberato di me.

- Non lo proteggerai stando qui - sentii una voce femminile alle mie spalle, quasi facesse voce ai miei pensieri.

- Mara... - dissi atona. Non sapevo se fossi felice di vederla oppure no. - Che vuoi?

- Ho saputo delle tue intenzioni... voglio dire, delle vostre. Tu e Dave volete raggiungere la fine del Ponte... ammirevole. Ma è meglio che il ragazzino stia qui, è più al sicuro.

La mia schiena si irrigidì talmente tanto da provocarmi dolore, che si irradiò fino alle spalle. Jimmy era mio. Mio. Non lo avrei lasciato sotto l custodia di nessuno. - Jimmy è abbastanza forte da venire con me.

Mara fece una risatina, come se dalle mie labbra potessero uscire solamente discorsi ridicoli. - Davvero? E come farai a convincerlo? Pensavo che il vostro rapporto, almeno ai suoi occhi, fosse mutato.

Mi morsi l'interno della guancia. Aveva ragione, accidenti.

- Posso provare a convincerlo, sono sicura che ci riuscirò.

- Non volevi proteggerlo? Non sai cosa ci sia al di là della foresta, Amelia. Hai una vaga idea di quanto sia difficile intraprendere un viaggio con uno di loro?

"Loro" erano i vivi. E no, non lo sapevo. Chinai il capo in segno di resa, cercando al contempo di non intravedere l'espressione vittoriosa stampata sul volto di Mara quando le domandai: - Lo proteggerai per me?

La ragazza alzò gli occhi al cielo, poi sorrise maliziosa. - Noi Fiamme non possiamo fare un bel niente, ma se il tuo Jimmy sarà in pericolo tenterò di possedere il suo aggressore. È divertente.

- Già - storsi il naso. - Divertente... - Poi, ricordandomi improvvisamente di un pensiero ricorrente nella mia mente, chiesi: - Come ha fatto Malcom a morire?

Il sorriso di Mara si allargò. - Certo che non sai proprio niente! Basta pugnalare una Fiamma al cuore per ucciderla. Funziona un po' come con i vampiri, ma noi siamo più vulnerabili. Non permettere al tuo cuoricino di andare in frantumi, mia giovane Fiammella.

Era un'allusione a quello che mi aveva appena intimato Dave? Dimenticare... Mara non poteva sapere ciò che era successo, eppure il luccichio nei suoi occhi intelligenti lasciava intuire l'opposto.

Annuii vigorosamente. Dovevo ottenere ciò per cui stavo lottando. Se il mio cuore si era spezzato sentendo le parole di Dave, non potevo cedere. Dovevo trovare il modo di arrivare al suo o, almeno, di riprendere il controllo del mio.

E, pur di aggrapparmi ad una debole certezza, pensai che ci sarei riuscita.

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SPAZIO AUTRICE
Ciao, lettori!
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e della questione Davelia, senza uccidermi, se possibile :)

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