Capitolo 37

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Dimenticai il Ponte. Dimenticai Iris. Dimenticai tutto. Tutto, tranne lui. Tranne Dave. Lo presi per le spalle e lo scossi violentemente. Sentivo le mani di Iris tirarmi via da lui, dal suo corpo morente.
- Basta! - il suono delle parole della ragazza era tagliente come schegge di vetro.
- Dave! - continuai a chiamare, ignorandola.
Con un movimento fulmineo, Iris mi fece perdere la presa sul corpo della Fiamma, trascinandomi via.
- È morto, smettila - mi disse. Continuavo a sentire la sua voce tagliente, seppur, in realtà, dovesse essere dolce.
- È colpa tua! - stavo per urlare, ma mi fermai sentendo Dave boccheggiare come se fosse stato sott'acqua per svariati minuti.
Mi divincolai dalla presa di Iris che, scioccata, non si oppose, e strinsi il ragazzo tra le braccia. I suoi occhi grigi mi fissavano, leggevano la mia anima, ma quel gesto non mi disturbò.
- Amelia - biascicò.
- Shhh - tentai di zittirlo. - Non dire niente.
Dave obbedì e lasciò che le mie braccia lo circondassero.
Passarono le ore e tutto intorno a noi si fece buio. Il Ponte, dominato dalle ombre, era cupo, tenebroso.
Dave si stava riprendendo velocemente. Le forze stavano tornando e la sostanza nera era stata definitivamente eliminata dalle sue vene.
Iris, sebbene fosse una Fiamma, aveva bisogno di dormire, dal momento che aveva perso gran parte delle sue doti. Per questo motivo passammo la notte senza avanzare nella nostra ricerca.
Qualcosa mi sfiorò la mano, facendomi sussultare. Mi voltai dalla parte di Dave, incontrando nuovamente i suoi occhi.
- Ehi - fece.
- Come ti senti? - risposi.
Il ragazzo sollevò impercettibilmente un angolo della bocca. - Non ha importanza.
- Non è vero - asserii, vistosamente preoccupata per le sue condizioni.
La sua mano percorse il mio braccio fino a giungere alla spalla. Provai un brivido e mi affrettai a distogliere lo sguardo.
- Prima che quelle ombre ti portassero via... Cosa mi stavi per dire? - chiesi.
Dave parve essere preparato a rispondere a quella domanda. - Volevo dirti che ti avrei portata via da quel posto, ma è successo il contrario, giusto?
Presi la sua mano e la strinsi con forza, senza rispondere. Mi bastava che lui fosse vivo, le parole non servivano.
- Un giorno ti porterò via da qui - promisi.
Lui scosse la testa. - Non dare tutto per scontato, Amelia. Magari uno di noi due non vivrà.
- Non è vero - mormorai poco convinta. Attesi qualche minuto, poi mi corressi: - Tu resterai in vita.
- E tu?
- Non lo so.
Mi voltai verso di lui e notai che stava guardando le nostre mani intrecciate. Arrossii e distolsi lo sguardo. Non potevo permettere che i miei sentimenti prendessero ancora il sopravvento e mi portassero a compiere azioni avventate. Mi limitai a gettargli le braccia al collo e premere il mio viso contro il suo collo.
- Sono contenta che tu sia vivo - mormorai.
Le sue mani si strinsero sulla mia schiena. - Anch'io.

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