Capitolo 16

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Mi allontanai bruscamente da Dave, sedendomi in un angolo e continuando a guardarlo torvamente da lontano.

- Sapevo che non avrei dovuto dirtelo - borbottò rivolgendomi delle irritanti occhiate di sottecchi.

- Come?! - esclamai balzando improvvisamente in piedi. Notai con una certa soddisfazione che il mio gesto inaspettato lo aveva fatto sobbalzare. - Nascondere la verità non è mai una buona cosa, dovresti saperlo.

Quando il ragazzo si avvicinò a me, voltai la faccia verso il mucchio di ossa. - Che schifo.

- Le ossa? - chiese Dave.

Sospirai passandomi una mano sul volto esangue. Tremavo. - Quello che hai fatto è... è...

- Lo so - mi interruppe. - Ma era necessario.

Dal tono della sua voce capii che non voleva toccare quell'argomento.

- Sai una cosa? Voglio andarmene da qui. - asserii. Non ne potevo più di stare con lui. Era un assassino. Si meritava di stare rinchiuso in quella cella. Ma non con me.

Dave si diresse verso la porta e tentò di fondere la serratura. - Se te ne stai lì accovacciata non riusciremo mai ad andarcene.

Non risposi, quasi non sentii ciò che mi aveva detto. Continuavo a pensare a quelle parole: Dave voleva raggiungere la fine del Ponte, quando era ancora vivo. "E ora?", pensai. "Ora vuole ancora farlo?"

- Ora che farai? - gli domandai.

Il ragazzo posò i suoi occhi grigi su di me. - Di cosa stai parlando?

- Raggiungerai la fine del Ponte?

Dave si dimenticò della porta e mi raggiunse, ordinandomi: - Alzati, dai.

Mi porse una mano, io l'afferrai.

Avvicinò nuovamente le sue labbra al mio orecchio, ma le sue parole erano tutt'altro che sussurrate. - Amelia, dimenticati di ciò che ti ho detto.

- Ma neanche per scherzo! - osai ribattere.

- Tanto ora siamo entrambi morti, non ci deve più importare di arrivare lì.

- Ma pensa: chissà cosa c'è...? Non sei curioso? Magari potremmo tornare in vita... e allo stesso tempo andarcene da qui.

- È una follia.

- Anche il fatto di trovarci qui dentro è una follia.

Dave sbuffò e arretrò di un passo. - Tu ci andrai, vero? Ignorerai tutto quello che ti ho detto.

Distolsi lo sguardo, non sapendo cosa avrei potuto ribattere. Aveva ragione, ma il mio orgoglio non si sarebbe piegato alle sue provocazioni.

- Qualsiasi cosa tu voglia fare, non mettermi in mezzo.

- Grazie tante - replicai atona tornando a guardarlo. - Giusto per curiosità, perché hai cambiato idea?

- Malcom ci può far andare via da qui. Ci può far morire per davvero.

- Io mi sento tutt'altro che viva, credimi...

- C'è poco da scherzare. Se ci tieni al tuo Jimmy, non credo che rischierai per una dubbia speranza.

Tentai di rigirare a mio favore il discorso. - Appunto, qui c'è Malcom... perché non andarcene da qui? Raggiungere la fine del Ponte?

- Quell'andarcene non mi piace. Ti ho detto di non includermi nei tuoi assurdi piani.

Chiusi le mani a pugno, cercando di calmare il cuore che mi martellava nel petto, galoppando come il flusso dei miei pensieri ormai fuori controllo. Quell'occasione non si sarebbe più presentata, dovevo sfruttarla. - Io... - mi schiarii la voce. - Io ho bisogno che tu venga con me.

- E perché, scusa?

Mi passai una mano tra i capelli. - Beh, tu sei qui da molto più tempo di me, sono sicura che senza la tua guida non riuscirei ad arrivare a destinazione.

- Meglio - constatò in tono brusco.

- Facciamo un patto: se usciamo da qui "vivi" e riusciamo a convincere Jimmy della nostra presenza, tu mi accompagnerai. Altrimenti io non tenterò di raggiungere la fine del Ponte. Mai.

Dave scoppiò a ridere. - Certo che sei furba! È ovvio che se da qui non usciremo vivi, tu non potrai raggiungere quel tuo maledetto obiettivo.

Arrossii: il mio piano non aveva funzionato.

- Io ho un'idea migliore - soggiunse il ragazzo giungendo le mani con un movimento repentino. - Se tu, da sola, trovi un modo per uscire da qui, io ti accompagno. Altrimenti dirai addio al tuo piano.

Annuii. Si poteva fare. - Va bene.

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