Capitolo 36

88 22 15
                                    

- Iris! - urlai. Feci sedere Dave a terra, era troppo stanco, e cercai di richiamare le fiamme. Queste si spensero con una tale lentezza che sentii i nervi a fior di pelle.
L'albero nero stava iniziando a crollare. Al suo interno c'era solo silenzio.
Iris era una Fiamma, motivo per cui non doveva essere morta bruciata: ma lei stessa mi aveva confidato di non essere più in grado di domare il fuoco. Questo poteva forse cambiare la sua natura? Non lo sapevo.
Entrai nel grande albero cavo e mi guardai intorno: era la stanza in cui Laura mi aveva accolto il primo giorno. Non sembrava lo stesso posto, ora.
In cima alle scale, urlai: - Iris!
Sentii dei passi venire svelti verso di me. Il mio cuore iniziò involontariamente a battere più rapido: avevo paura che Laura fosse tornata in sé.
Vidi solamente una figura scura, appena sotto di me, fermarsi e ansimare. Aveva qualcosa tra le mani... Una siringa.
- Ambra... - sentii la voce di Iris.
Il mio corpo si scaldò immediatamente, ero così sollevata che non la corressi neanche. - Perché ti sei lanciata in quel modo tra le fiamme?
La ragazza salì le scale. Vidi i suoi occhi color ghiaccio squadrarmi. - Avevo bisogno di una di queste - agitò in aria la siringa.
- Perché? - domandai in un soffio. Avevo paura della risposta imminente.
- Perché Dave non è guarito. - la ragazza si fermò accanto a me e mi porse la siringa. Non conteneva un liquido nero come avevo immaginato, bensì bianco.
- Sei sicura che funzionerà?
- Ma certo - quella domanda parve irritarla.
Raggiungemmo il ragazzo, fermo nell'esatta posizione in cui l'avevo abbandonato.
- Dave... - sussurrai.
- Non gli parlare - mi rimbeccò Iris. - È peggio.
La mia compagna mi prese la siringa dalle mani e iniettò il contenuto di quest'ultima vicino al cuore di Dave. Gli effetti furono immediati: presto il ragazzo iniziò a tossire e sputare una sostanza nera.
Detestavo vederlo in quello stato. Se non fosse stato per me, ora Dave sarebbe con gli altri all'inizio del Ponte. Mi rivolsi dunque a Iris: - Sei sicura che...
- Sì - mi interruppe. - Credo che ora dovremmo solo aspettare.
Dovemmo attendere tutta la notte e il giorno successivo prima che Dave si calmasse. Quel posto mi metteva a disagio: Laura poteva essere ancora viva.
- Tracce di Laura? - chiesi a Iris.
- No, ma immagino che a quest'ora sia carbonizzata.
Lentamente, scossi la testa. - Lei era in grado di vederci, ci hai pensato? Probabilmente, anche lei era una Fiamma.
La ragazza alzò impercettibilmemte un angolo della bocca. - No, praticava solo strani riti in quel posto. Avrà inventato qualcosa per vederci, chissà... Ma credo che sia fuori discussione in fatto che lei fosse una di noi.
Da come aveva parlato Iris, Laura era sicuramente stecchita. Non trovando altre versioni plausibili, credetti alla sua.
Mi voltai verso Dave per controllare che fosse vivo: era riverso a terra e un rivolo di sangue gli scendeva da un angolo della bocca.
•••
SPAZIO AUTRICE
Vorrei fare una domanda a voi lettori: il numero di visualizzazioni è diminuito... Per caso la storia non vi piace più?

Il Ponte della VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora