Capitolo 21

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Mi sedetti davanti a Dave mentre quest'ultimo raccoglieva delle armi poste dentro il tronco di un albero morto. Mi sentivo a disagio, come se d'un tratto non fossi più stata sicura di voler partire con lui.

- Bel nascondiglio per i pugnali - osservai per sciogliere l'imbarazzo.

Il ragazzo annuì, cercando di apparire disinvolto. vedevo, però, la sua postura rigida e notavo che il ragazzo si mordeva con forza il labbro inferiore.

- Ho parlato con Jimmy - cambiai argomento. Avevo bisogno di iniziare un discorso che non cadesse subito.

- E...? - mi incalzò Dave.

- E... mi ha detto di andare via. Di nuovo...

- Di nuovo... - ripeté il mio amico. - Amelia, dovresti smetterla di perseguitarlo.

"Perseguitarlo", riflettei. La stessa parola usata da Jimmy.

Alzai gli occhi al cielo. - Volevo solo salutarlo, non lo stavo perseguitando.

- Ti ricordo che noi due siamo fantasmi, e che ciò che vedono i vivi in noi sono degli spiriti potenzialmente pericolosi. Non è una cosa molto carina, ma è così.

Mi passai una mano tra i capelli rossi e cercai gli occhi grigi del ragazzo. Li incontrai per un breve istante, prima che lui li riabbassasse nuovamente.

- Che hai? - la mia domanda risultò più secca di quanto volessi.

Dave scrollò le spalle con finta noncuranza. - Niente, sto solo per partire insieme ad una ragazza verso la mia seconda morte. Emozionante...

- Avevamo fatto un patto...

- Ma io non mi sto tirando indietro - mi interruppe. - E comunque non voglio che tu vada da sola, è pericoloso.

Sorrisi maliziosamente. - Non replico, altrimenti credo che la conversazione potrebbe degenerare. Dico solo che io ho bisogno di te come tu hai bisogno di me.

Dave avvampò. - Va bene, smetterò di provocarti.

Il suo sorriso mi sembrò dolce, seppur non celasse alcuna traccia di tenerezza, in realtà. Il mio cuore mancò un battito; per un attimo pensai a lui nel modo che avrei dovuto evitare. Distolsi lo sguardo, ripensando alle sue parole: dovevo dimenticare quello che era successo.

Rigirai tra le mani uno dei pugnali di Dave, finché quest'ultimo, innervosito dal mio comportamento, non me lo tolse di mano. Sentii le sue dita fredde toccare per un attimo la mia mano, e rabbrividii.

- Tutto bene? - mi domandò Dave.

Non sapevo cosa rispondere, dato che l'argomento del tentato bacio era ormai chiuso. "No", pensai. Avrei voluto urlarlo. "Non va tutto bene. Ho bisogno che mi ascolti, che tu smetta di essere cieco".

- Sì, tutto bene.

Il sorriso di Dave ricomparve. - Allora... andiamo.

Il ragazzo si voltò, evidentemente certo che l'avrei seguito.

- Dave... - sussurrai debolmente, così piano che dubitai che il ragazzo mi avesse sentito.

Invece, si voltò e mi fissò incuriosito. - Sì? Pensavo fossi ansiosa di partire.

Mi affrettai ad annuire. - Sì, sì, è vero, ma... secondo te ne usciremo vivi? Voglio dire...

- Non lo so - mi interruppe prima che potessi esprimere i miei dubbi ad alta voce. - Tanto vale scoprirlo. E ora andiamo, stiamo perdendo fin troppo tempo.

Mi incamminai al suo fianco, cercando di restare calma. Il suo braccio che sfiorava il mio ad intervalli regolari era, per me, fonte di nervosismo. Anche Dave era rigido come i tronchi degli alberi che sorpassavamo. Sembrava che volesse dirmi qualcosa ma continuasse a pensare che, dopotutto, fosse una cattiva idea.

Evidentemente la parte di lui che voleva tacere prevalse sull'altra, perché Dave rimase in silenzio, chiuso in se stesso, mentre io rabbrividivo al contatto con la sua pelle.

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SPAZIO AUTRICE
Ciao lettori! La prossima volta vedrò di ricordarmi di aggiornare ahah
Al prossimo capitolo! :)

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