Capitolo 29

110 23 14
                                    

La mano di Dave si chiuse immediatamente attorno al mio polso, stringendolo, mentre i suoi occhi vagavano alla disperata ricerca di una via d'uscita, che sembrava essere costituita unicamente dalla terra sotto i nostri piedi.

Non avevo ancora messo a fuoco la figura che ci scrutava che il mio compagno trascinò entrambi giù, usando semplicemente la forza di gravità. Il mio stomaco si contorse durante il breve volo, ricordando la sensazione di leggerezza già sperimentata in passato. Atterrammo insieme; Dave che mi teneva ancora il polso per essere sicuro di avere sempre la mia presenza accanto a sé.

Era una fortuna essere delle Fiamme, pensai per la prima volta. Dopotutto, le cadute, anche da altezze molto maggiori di quella, non ci avrebbero provocato alcun danno.

L'uomo d'ombra fece altrettanto, trovandosi immediatamente a pochi metri da noi.

Arretrammo, mentre lo sconosciuto ci fissava con i suoi occhi vuoti. - A Laura non piacciono i vivi - disse nuovamente.

Quando Dave fece un brusco scatto a sinistra, l'ombra sparì.

- Fermo! - esclamai sottovoce rivolta al mio compagno.

L'uomo riapparve davanti a noi, facendoci sussultare. La mano di Dave tremava. Lo osservai di sottecchi, notando immediatamente le sue pupille dilatate e l'espressione confusa: era evidente il fatto che fosse sopraffatto dall'aura tenebrosa emanata da quella figura evanescente.

- Chi è Laura? - domandai con voce malferma.

- La Signora vuole vedervi - rispose invece l'ombra.

"Beh, noi no", avrei voluto rispondere, ma tenni a freno la lingua. Non era il caso di farsi accoltellare.

Dave, invece, era sempre più irrequieto, e nel momento in cui accennò un passo, decine di ombre ci accerchiarono. Erano tutti uomini, non c'era nemmeno una donna.

- Dave, smettila - sussurrai. - O ci uccideranno.

Pochi minuti più tardi stavamo marciando accanto al piccolo esercito di ombre verso una destinazione ignota, presumibilmente il luogo in cui dimorava la fantomatica Laura.

Dave continuava ad allentare e stringere la presa sul mio polso. Ad un tratto, la sua mano scivolò fino alla mia. Una strana sensazione di calore mi invase il petto e mi fece provare, per un breve istante, un brivido lungo la schiena.

Le ombre, mentre camminavano, non emettevano alcun suono. Alcune fluttuavano o erano immerse nel terreno fino alla vita. L'unica cosa certa era che, qualora ne avessero avuto bisogno, non avrebbero esitato a farci del male.

In lontananza vidi un albero alto, immenso, nero. Era lì che ci stavamo dirigendo.

Quando fummo davanti al suo enorme tronco, notai che le radici nodose che fuoriuscivano dal terreno abbracciavano grandi zone della foresta.

Il primo uomo con cui avevamo parlato ci fece cenno di seguirlo. Nella parte opposta alla quale eravamo, infatti, il tronco dell'albero si apriva a formare ciò che sarebbe bastato ad una persona per entrare al suo interno. Non esitammo e ci lasciammo condurre in una piccola stanzetta circolare che odorava di fumo. Seduta al centro, girata di spalle, c'era una ragazzina. I lunghi capelli neri, lisci, le arrivavano appena sotto la vita. Quando si alzò, l'ombra accanto a noi era sparita.

La ragazzina ci osservò con profondi occhi azzurri, di ghiaccio, e sorrise maliziosamente. - Vivi, eh?

Mi soffermai sulla sua veste nera che le copriva il corpo magro fino alle caviglie. Distogliendo lo sguardo, sentii Dave rispondere: - Non proprio.

- Silenzio, ragazzo. - la voce della ragazzina era calma. - Voi uomini siete davvero penosi.

Prima che il mio amico potesse replicare, mi feci avanti. Sentivo di dover sfidare quel visino angelico. - Non siamo vivi.

La ragazza mi sorrise. - Fiamme, allora?

Annuii. Il modo in cui i suoi occhi freddi mi scrutavano non mi piaceva affatto.

- Molto bene, allora - concluse. - Numero Uno!

L'uomo fatto d'ombra riapparve accanto a noi. - Sì, Signora.

- Porta questo ragazzo - fece un cenno verso Dave. - Nelle cantine. Devo parlare da sola con questa ragazza.

- Sì, Signora - rispose nuovamente l'uomo.

La mia gola cominciò a bruciare. - Aspetta!

Dave e l'uomo si voltarono.

- Ho bisogno di parlare con Dave - asserii.

- Oh, cara. Noi non abbiamo bisogno degli uomini. Portatelo via, per favore. Ho bisogno di te, solo di te.

Abbassai lo sguardo, osservando la lacrima che precipitava e bagnava la terra nera davanti ai miei piedi.

Prima che Dave scomparisse dietro una porta, sentii: - Amelia, io t...

Scossi rapidamente la testa per liberarmi dalla pesante sensazione di smarrimento, mi asciugai in fretta il viso e mi feci avanti: - Chi sei?

La ragazzina si sedette a terra, incrociando le gambe. - Laura, la Signora di questa foresta.

Ciò che disse mi parve talmente ridicolo che dovetti trattenermi dal ridere. Laura doveva avere al massimo dodici anni. - Cosa? Chi erano quei tizi?

- Le ombre? Calma, ragazza, sei mia ospite. Se risponderai con sincerità alle domande che ti porrò, io farò chiarezza sulle tue. In caso contrario, nulla mi impedirà di far entrare il ragazzo nel mio esercito di ombre.

•••
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti, lettori! Ho una domandina per voi, giusto perché voglio leggere le vostre opinioni eheh.
Secondo voi, se Dave avesse avuto l'occasione di parlare con Amelia, come avrebbe completato quella frase lasciata in sospeso?

Il Ponte della VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora