Capitolo 35

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Saltai fuori dal mio nascondiglio e bloccai Laura a terra. La siringa si era piantata nel suo braccio.
Stava per ordinare all'ombra di uccidermi, lo sapevo. Non potevo perdere tempo: misi una mano sullo stantuffo della siringa e minacciai la ragazzina.
- Di' alla tua ombra di liberare Dave e facci andare via, non ci cercare mai più. Libera anche Iris e non premerò lo stantuffo.
Vidi gli occhi di Laura, colmi di paura. L'ombra era immobile accanto a noi, in attesa di nuovi ordini dalla sua padrona.
La ragazza scosse la testa spasmodicamente. - Non c'è un modo per portare indietro il processo. Il ragazzo sta finendo la sua energia vitale e...
- Bugiarda! - urlai con tutto il fiato che avevo. - Stai mentendo!
- Liberami - mormorò. - Lascerò andare te e Iris. Il ragazzo...
- Liberalo immediatamente e riporta indietro il processo. - la calma nella mia voce era glaciale.
- Va bene - Laura respirava affannosamente. Fece per alzarsi, ma la bloccai a terra.
- Ordina alla tua ombra di farlo.
- Numero Quattro - la sua voce tremava. - Riporta indietro il processo.
- La Signora ha detto che non esiste un modo per farlo - rispose l'uomo di nebbia.
- Fallo! - gridò Laura. Pareva aver perso lucidità.
L'ombra armeggiò con dei pulsanti e delle leve, e Dave tornò a lamentarsi.
Mi voltai un attimo verso di lui. Bastò questo. Laura si alzò velocemente, ma nella fretta di sfuggirmi la siringa liberò nel suo corpo un po' di liquido nero.
Laura urlò, portandosi una mano al punto ferito.
Mi alzai da terra e raggiunsi la ragazza. La presi per un braccio e la scossi, mentre le sue gambe tremavano.
- Dave è salvo? - chiesi. Urlavo.
- Non lo so - Laura si portò una mano alla bocca. Feci un passo indietro per evitare che la ragazza mi vomitasse addosso del sangue. Non riusciva a respirare.
Guardai la siringa e la scagliai lontano. Quella sostanza era anche nel corpo di Dave.
Il ragazzo era riverso a terra, ai piedi della sedia, e si contorceva.
Riuscii a trascinarlo a fatica fuori dalla stanza, percorsi il corridoio tenendolo per una mano e raggiunsi, dopo svariati minuti, la mia vecchia cella.
- Iris! - urlai.
La ragazza alzò gli occhi su di me. - Ce l'hai fatta...
Scossi vigorosamente la testa. - Come faccio? Sta per morire...
Dave stava sputando sangue a terra.
- L'hanno colpito al cuore? - chiese la ragazza.
- Credo... credo di sì - sussurrai.
- Puoi provare a dargli un po' della tua forza vitale.
- Come?
- Con il fuoco, naturalmente.
Ricordai il giorno in cui ero riuscita a svegliarlo concentrando le mie energie in un unico punto: lo feci.
Tornai di corsa nell stanza dalla quale ero fuggita e raccolsi da terra la siringa; era rotta e il liquido nero era sparso nel pavimento. Laura era a terra, in una pozza di sangue. L'ombra era immobile al suo fianco. Non l'aiutava.
Mi precipitai da Iris e cercai di aprire le manette. Ci volle più di un'ora prima che Dave riuscisse ad alzarsi e impiegai altrettanto tempo per convincere Iris a scappare con noi.
Incrociai gli occhi grigi di Dave e tirai un sospiro di sollievo.
Non c'era tempo. Magari le ombre ci avrebbero fermati: dovevamo correre via, abbandonare quell'albero nero.
Quando uscimmo all'aria aperta, nella foresta, ci voltammo verso la nostra prigione. Riuscii a far prendere fuoco all'albero: avrei potuto estinguere le fiamme a mio piacimento, non avrei incenerito tutto il Ponte.
Restammo inebetiti a fissare il fuoco. Poi, accadde ciò che non mi sarei mai aspettata: Iris si lanciò tra le fiamme.
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SPAZIO AUTRICE
Ho pubblicato il mio secondo libro yeee✌ per informazioni date un'occhiata alla mia page di instagram @/guardianidelletenebre

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