La scommessa

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"- Signore e signori avete ancora 2 min di tempo per scommettere dopodiché chiuderò la prima fase di scommesse." Urla un uomo sulla quarantina con i capelli lunghi brizzolati raccolti in una coda bassa, sventolando in aria una mazzetta di soldi. La gente fiuta i soldi come il lupo fiuta la preda. Si incammina tra la folla e le persone gli passano i soldi da scommettere urlando frasi incomprensibili per me, ma lui sembra capire molto bene ciò che dicono. Raccoglie tutto in un rotolo e scrive qualcosa su un blocchetto rosso.

"- Tu tesoro su chi scommetti?" Chiede fermandosi davanti a me con un ghigno sulle labbra.

"- No io non voglio scommettere!" Rispondo cupa. Non posso rischiare i soldi che mi sono rimasti. Devo aggiustare la macchina se voglio raggiungere la mia destinazione.

"- Avete sentito? La ragazza non vuole scommettere" si gira dall'altra parte urlando per farsi sentire. Ma perché cazzo non si fa gli affari suoi?

"- Allora che ci fai qui?" Chiede qualcuno. Mi giro per vedere chi è, ma vedo tutti gli occhi puntati su di me, così decido di non rispondergli.

"- Qui si viene per scommettere o per gareggiare." Urla qualcun altro dall'altra parte. In cosa mi sono andata a cacciare?

"- Scommetti su Jones, vedrai che raddoppierai i tuoi soldi bellezza" dice il tipo con il blocchetto rosso davanti a me. Il sorriso malizioso che ha sulle labbra non mi convince.

"- Al prossimo giro devi scommettere su di me se vuoi vincere qualcosa" un ragazzo biondo con gli occhi di ghiaccio sussurra nel mio orecchio. Sussulto per lo spavento e lo spingo d'istinto.

"- Che c'è bellezza ti ho spaventato?" Ghigna e si avvicina ancora di più. Lo ignoro e cerco di focalizzarmi sulla gara. Il resto delle persone che prima si erano raggruppate intorno a me si sono disperse. Qualcuno festeggia felice per aver vinto la scommessa, altri imprecano.

"- Lo sai che è  maleducato non rispondere alle persone? La mammina non te lo ha insegnato?" Il ragazzo biondo mi tira per il braccio e mi gira verso sé. Il suo alito puzza di alcool e fumo. Non sarei dovuta venire in questo posto. Sapevo che sarebbe stata una brutta idea.

"- Mi ha insegnato che non devo parlare con gli estranei che puzzano come se avvessero bevuto un barile di birra" rispondo secca cercando di divincolarmi dalla sua presa ma lui mi stringe ancora di più quasi bloccandomi il sangue nei polsi. Come già immaginavo nessuno se ne accorge. Troppo occupati a contare i soldi vinti o a lamentarsi per non aver vinto.

"- Te la prendi con le ragazzine ogni volta che perdi, Dexter?" Il ragazzo della moto rossa si mette in mezzo e Dexter lascia la presa. Ragazzina a chi? Non sono una na ragazzina e sopratutto non voglio che quello mi difenda. Posso cavarmela da sola.

"- Che c'è Tyler, vuoi tutte le pollastrelle per te?"Risponde l'altro con un sorriso sardonico plastificato in faccia. Pollastrelle... È lui che è un pollo! Si avvicina a me e mi guarda da capo a piedi leccandosi le labbra. Rabbrividisco alla sua vicinanza e faccio un passo indietro. Tyler mi tira per il braccio verso di sé e mi nasconde dietro le sue spalle.

"- Lasciala stare!" Ringhia avanzando di un passo verso Dexter che compiaciuto della reazione alza le mani in aria in segno di arresa.

"- Ci vediamo dolcezza" piega la testa di lato per guardarmi da dietro le spalle di Tyler. Guarda un ultima volta lui e poi se ne va.

"- Senti Bambi" si gira verso di me, "- devi andartene via da qui. Non è un posto per quelle come te!" dice con tono scorbutico e poi mi ridà le spalle allontanandosi.

"- Come mi hai chiamato?" Lo raggiungo correndo leggermente. Non mi risponde nemmeno ma continua la sua camminata come se io non ci fossi. Che simpaticone!

"- Quelle come me come?" Decido di cambiare domanda. Adesso esiste pure una categoria di "quelle come me"? Huh! Quel posto era pieno di ragazze, non capisco perché io non potrei starci.

"- Si vede che non sei di queste parti. Troppo vestita" dice senza rallentare. Troppo vestita? Ma che razza di giustificazione è?

"- Quindi mi dovrei svestire?" Alzo le sopracciglia. La frase arriva storta anche alle mie orecchie. Lui si ferma e mi rivolge un sorriso malizioso.

"- Nel senso...mettermi vestiti più scoperti" mi schiarisco la gola imbarazzata.

"- No, dovresti andare a casa!" Riprende a camminare.

"- Non ce l'ho una casa" rispondo un po' stufa del suo tono maleducato e lo raggiungo. E poi chi si crede di essere per dirmi cosa devo o non devo fare? Non mi conosce nemmeno.

"- E dove vivi?" Si ferma all'improvviso e mi guarda accigliato.

"- Beh sono in viaggio per adesso" scrollo le spalle ricevendo uno sguardo ancora più confuso da parte sua.

"- Cioè...sono partita da Chicago in macchina, devo andare a Newberry Springs, ma la macchina mi si è fermata a qualche metro da qui e non so come fare per aggiustarla." Spiego muovendo le mani un po' nervosa. Non so neanche perché sto dando spiegazioni a questo sconosciuto. In realtà spero che mi dia qualche informazione su dove trovare un motel o qualche posto in cui dormire stanotte.

"- Newberry dista a a più di 1500 miglia da qui" dice girando il mazzo di chiavi sul dito indice senza togliere quello sguardo dubbioso.

"- Sì genio, lo so" alzo gli occhi al cielo. "- Il paese più vicino a quanto dista? Devo trovare un meccanico che mi metta a posto la macchina." Chiedo impaziente di poter andare a dormire. Sono stanca e ho anche fame. Durante la strada mi sono fermata solo una volta a mangiare perché non volevo perdere tempo a fermarmi spesso.

"- Più o meno 34 miglia" risponde e sale sulla moto. Sgrano gli occhi incredula. Sono intrappolata in un posto deserto, con la macchina che non vuole saperne di partire e senza nemmeno un bar o un posto in cui poter mangiare vicino. E adesso?

"- Però c'è un motel a 11 miglia da qui" indica in avanti verso sud la direzione con l'indice, "- se ti incammini tra 2 ore forse ci arrivi" dice accendendo la moto. Cosa?! Due ore? Mi guardò l'orologio sul polso. Sono già le due del mattino. Arriverei la' all'alba.

"- Non mi potresti dare un passaggio?" Chiedo con tono preghevole. Ma cosa sto facendo? Ci mancava solo che lo pregassi per farmi un favore. Non è molto sensato chiedere un passaggio ad uno sconosciuto, e se non mi fossi trovata in una situazione come questa, non lo avrei mai fatto, ma sono disperata, e per qualche ragione sconosciuta, mi sento sicura accanto a lui.

"- Nessuno sale sulla mia moto" si accende con calma una sigaretta.

"- Oh andiamo! Ti pagherò" cerco di persuaderlo causando però solo delle risate da parte sua.

"- Pensi che ho bisogno dei tuoi soldi?" Ride ancora dandomi sui nervi. Oh al diavolo!

"- Va bene!" Sbuffo indignata ed arrabbiata. Andrò a dormire in macchina stasera. Domani vedrò il da farmi.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora