La tempesta

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"- Guarda dove metti i piedi" una ragazza dai capelli rosso fuoco mi urla dietro dopo averla urtata nella mia fuga forzata. La ignoro e continuo a camminare in avanti senza nemmeno preoccuparmi di chiederle scusa. Maleducato, lo so, ma ho così tanta voglia di litigare con qualcuno in questo momento che finirei sicuramente nei guai se mi fermassi a dirle qualcosa.
Mi hanno detto di tutto nella mia vita. Ho litigato con persone a cui tenevo, ma mai parole come le sue hanno avuto qualche effetto su di me. Sentirsi indesiderati è la sensazione più brutta che ho mai provato. Che stupida idea quella di farmi aiutare da uno sconosciuto. Di solito sono molto più guardinga verso le persone, non abbasso mai la guardia. Ma a che cazzo stavo pensando quando ho accettato il suo aiuto?
"- Gwen aspetta" sento Ron chiamarmi alle mie spalle. Non mi fermo ma continuo a camminare con passo ancora più spedito. Stupida illusa!
"- Gwen per Dio fermati" mi afferra il braccio e mi gira verso di lui. Dei lampi illuminano i suoi gentili lineamenti rivelando il suo sguardo preoccupato. Non rispondo. Non ho niente da dire.
"- Ty è un coglione." Si ferma a riprendere fiato come se avesse corso la maratona.
<Su questo siamo d'accordo.>
"- È arrabbiato per i suoi motivi personali e si è sfogato con te, ma lo obbligherò a chiederti scusa" mi abbraccia prendendomi alla sprovvista. Le mie braccia rimangono immobili ai lati dei fianchi e non faccio alcun sforzo per ricambiare. È una sensazione strana quella di essere circondata da delle braccia di uno sconosciuto. Semi sconosciuto! Lentamente mi slego dall'abbraccio facendo un passo indietro. Mi guarda con espressione interrogativa e mette le mani in tasca. Una reazione imbarazzata al mio gesto probabilmente.
"- No, l'ultima cosa che voglio è mettervi contro l'un l'altro" faccio un sorriso forzato. Guardo alle spalle di Ron cercando con gli occhi la moto di Tyler, ma non c'è più dove l'aveva lasciata.
"- Domani me ne andrò!" Prendo la decisione lì per lì. È la cosa giusta da fare. "- Questo viaggio si è complicato più del previsto. Non è quello che avevo pianificato quando sono partita da Chicago." Cerco di sorridere in segno di rassicurazione ma viene più come una smorfia.
"- Cosa? No!" La sua voce determinata mi prende alla sprovvista per la seconda volta. "- Te ne andrai solo quando la tua macchina sarà aggiustata. Me ne occuperò io." Dice perentorio. Guardo attentamente il suo braccio mentre mi circonda le spalle e mi accompagna alla sua moto parcheggiata a qualche metro da lì. Altri lampi illuminano il cielo senza stelle ed io mi auguro che non cominci a piovere finché non saremo al motel.
Mi allunga il suo casco che metto in fretta cercando di non perdere tempo dato che i lampi ora sono accompagnati da tuoni. Le mie speranze che non cominci a piovere si frantumano quando le prime gocce iniziano a bagnare l'asfalto rugoso della strada che porta al motel. Alle prime gocce seguono altre, più grandi e decise finché il cielo si riversa su di noi. Il vento si alza sempre di più trasformando quello che dovrebbe essere una pioggia estiva in una vera e propria tempesta. Il vento misto alla pioggia impedisce a Ron di vedere chiaro avendo dato a me il suo casco, obbligandolo a fermarsi sul ciglio della strada. Slaccio in fretta il cinturino del casco e glielo passo, così possiamo ripartire. La tempesta si fa sempre più furiosa, i tuoni sempre più potenti come scoppi di arma da fuoco, e io mi aggrappo sempre di più a Ron per la paura di scivolare giù. Appena arriviamo davanti al motel scendo dalla moto e corro dentro senza aspettare Ron. La signora Rita sta parlando con dei clienti e non mi nota quando passo davanti alla reception. Appena entro in camera mi fiondo in bagno per aprire l'acqua calda della doccia, ma sono costretta a fermarmi sullo stipite della porta alla vista di Tyler che fa la doccia senza aver chiuso la porta a chiave. Per mia fortuna ha la schiena rivolta verso la porta e il rumore dell'acqua che scende dalla doccia misto al rumore della tempesta che si sta scatenando fuori mascherano quello del cigolio della porta del bagno mentre si apre.
Il vapore creato dall'acqua calda ha appanato i vetri del box doccia lasciando intravedere l'ombra del suo corpo snello e muscoloso. Delle gocciole d'acqua formate dal caldo vapore condensato scendono giù dai vetri imitando le goccie di pioggia. Si possono comunque vedere i muscoli della schiena che si contraggono ad ogni suo lento movimento mentre si insapona. Allunga la mano alla sua sinistra facendo cadere un flacone di shampoo. Il rumore che fa al contatto con le piastrelle mi sveglia dal mio momentaneo stato di trance. Mi allontano subito dalla porta impreccando quando noto che mi sono dimenticata di chiuderla.

***

Scusatemi per l'attesa. Ho avuto un bel po' da fare ultimamente. Lo so che non mi sono fatta perdonare con questo breve capitolo ma prometto che aggiornerò molto presto. La storia sta pian piano prendendo una piega. Spero vi piaccia. Buona lettura a tutti. Fatemi sapere cosa ne pensate e cliccate sulla stellina per votare. Kiss kiss! 

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora