Nel momento in cui mi stacco dal suo abbraccio mi pento. Mi pento di averla abbracciata per il solo motivo che mi ritrovo a volerla abbracciare ancora. Ho sempre avuto un debole per le ragazze fragili e lei cazzo, non sembrava il tipo. Stasera si è tolto una parte dell'involucro, ma voglio vedere oltre. Ora che ha lasciato cadere un po' di mattoni dalla barriera, sarà più semplice farle buttare via altri.
Il silenzio è caduto tra noi da qualche minuto. Ha gli occhi chiusi. Non so se sta dormendo o se è semplicemente stanca e non vuole più parlare. Ma ho altri piani stasera e la notte è il mio alleato. La notte le persone sono più propense a lasciarsi andare. So che non mi dovrebbe importare farla parlare. Tra pochi giorni partirà e probabilmente non la vedrò mai più. Ma una forza più grande di quella gravitazionale mi attira verso di lei. Il desiderio di vedere oltre. Di raggiungere un posto in lei. Vorrei che per una notte si lasciasse andare. Che parlasse con qualcuno e non con le pagine di un diario che non può ascoltarla. Dorme sempre con quel cazzo di diario sotto il cuscino. Potrei non essere bravo a consolare, ma sono bravo ad ascoltare e a volte le persone hanno bisogno solo di questo. Lei ha bisogno di questo.
"- Posso farti una domanda?" Chiedo cauto. Lei apre gli occhi. Non mi guarda. Guarda sù. Come se stesse cercando qualcosa nelle stelle, ma quelle stasera sono assenti.
"- Certo" risponde ma la voce insicura la tradisce. Chiude di nuovo gli occhi. Gli chiudo anche io dando lo spazio mentale necessario per non farla sentire sotto interrogazione. Odio le interrogazioni.
"- Chi è J?"
Silenzio. Totale silenzio. Giuro che anche gli uccellini hanno smesso di cantare e l'acqua di scorrere. Il suo battito si ferma e l'aria si riempie di una tensione palpabile. La sento allontanarsi e ricostruire quel muro più veloce di quanto lo ha lasciato cadere. Non dovevo spingere così lontano. Gliel'ho voluto fare questa domanda da quella notte dopo la tempesta. Avevo notato quella sera come ad ogni tuono che rimbombava nella stanza stringeva gli orli della maglietta fino a quasi farle strappare. Quando le avevo chiesto se aveva paura dei temporali mi aveva detto di no, ma i suoi occhi parlavano, urlavano parole tacite. Non mi guardava quando ha risposto. Posava lo sguardo dappertutto per evitare di guardarmi.
Quella notte ha gridato più volte quel nome. All'inizio pensavo che stava litigando con qualcuno al telefono ed ero irritato perché mi aveva svegliato. Poi però quando ho aperto gli occhi l'ho vista dimenarsi sotto le lenzuola. Gli occhi chiusi e del sudore che gli attaccava i capelli sulla fronte. Stringeva il lenzuolo. Come aveva fatto con la maglietta prima. Ho capito che stava avendo un incubo. Ron dormiva accovacciato sul mio braccio. Gli ho dato uno spintone per togliermelo di dosso e per svegliarlo ad aiutarmi con Gwen, ma si è solo accoccolato sul cuscino. Al diavolo Ron! Mi sono alzato ed ho iniziato ad accarezzarle i capelli per calmarla. Non sapevo cos'altro fare. Non volevo svegliarla. Mia mamma mi diceva che non dovevo mai svegliare una persona di notte mentre aveva un incubo. Lei lo aveva fatto con il suo ragazzo e al mattino aveva tanti segni sul viso. Più tardi, quando sono cresciuto ho capito cos'erano quei fottuti segni, ma alla superstizione ho continuato a crederci. Ha funzionato con lei. Dopo qualche minuto che le accarezzavo i capelli e le sussurravo "andrà tutto bene", si è calmata ed è ritornata a dormire. Pensavo che nel sonno sarebbe stato l'unico momento in cui avrei visto quella parte così fragile di lei.
"- È il mio ex" dice con una voce quasi trasparente. Gli occhi ancora chiusi. Non mi sta guardando, come quella sera. Non vuole che io legga la verità in essi. Decido di crederle.
"- Dove l'hai sentito?" Serra la mascella. La voce fredda mi manda brividi. Cambia lo stato d'animo così in fretta. Da fragile e triste Gwen in arrabbiata e calcolatrice ragazza di Chicago. Come se bastasse premere un interruttore dentro in lei per cambiare lo stato d'animo. Posso reggere questa versione di lei meglio di quanto possa reggere quella fragile però.
"- Nei tuoi sproloqui notturni" rispondo alla sua domanda. Sorrido per allentare la tensione.
"- Cos'altro ho detto?" Chiede cauta e mi guarda di soppiatto. Soppeso la domanda.
"- Nient'altro" decido di mentirle. I suoi segreti non sono miei da mantenere, ma non voglio spingerla oltre il limite.
GWEN POV
Per un secondo ho pensato che Tyler ha letto il mio diario. Ero pronta per ucciderlo o dargli un calcio nelle palle il ché vale lo stesso per lui. Ma mi è sembrato sincero, oppure è un attore da Oscar.
Più probabile la prima... Sento il suo sguardo cercare di scavare più in profondità. Non puoi scavare nella roccia Tyler.
Posso sentirlo girare in punta di piedi intorno alle emozioni che riesce a leggere, cercando di decifrarle. Non puoi decifrare ciò che si nasconde oltre l'oscurità.
Credo che ho già raccontato più di quello che dovevo. Non so se è il buio o quest'atmosfera calmante a farmi aprire il cuore e la bocca, ma sento di poter affidare i miei segreti a lui. Solo qualcuno però, quelli più in superficie. Nessuno può reggere quelli che giacciono più sotto. So che non si è bevuto la mia piccola bugia. Il suo sguardo spara-laser lo lascia intendere, ma per fortuna non insiste. Non che gli avrei risposto...
"- Hai freddo?" Cambia discorso. Si gira di fianco. Lo sguardo puntato su di me. Il suo corpo coperto da una sottile maglietta bianca emana calore. Il suo respiro caldo crea dei brividi sul mio collo.
"- No" sussurro. Le temperature si sono abbassate leggermente, ma non così tanto da avere freddo, anche se l'umidità del bosco e il leggero venticello mandano boccate di aria fresca. Mi aiutano a tenere gli occhi aperti. Non solo letteralmente.
"- Credo che sia meglio tornare a casa" sospira. Annuisco. Lui si alza in piedi e mi allunga la mano. Mi tira sù e prende il giubbotto. Adesso che siamo in piedi sento freddo, ma non gli dico niente. Facciamo la strada di ritorno fino alla moto in silenzio. Il rumore dei nostri passi e quello dei segreti che ci siamo confidati echeggia tra noi.
Quando arriviamo a casa le uniche parole che ci scambiamo sono due "Buona notte" dette due secondi prima di chiudere le porte delle nostre camere. Mi cambio nel mio pigiama e mi metto a dormire. Il cervello stanco da tutto quello che è successo in una sola serata. Viaggia a mille e lascia passare mille pensieri per la testa, senza filtrare nessuno. Dico senza filtrare perché se il cervello non fosse stanco non lascerebbe il mio pensiero girovagare su Tyler in questo momento. Mi sfugge il modo in cui è fatto, non riesco a capirlo. Mi sfuggono tante cose di lui. Eppure non dovrebbe nemmeno fregarmene di come è fatto, cosa dice, quello che pensa. Ma come ho già detto, sono stanca e la notte gioca brutti scherzi con i pensieri. È stata una lunga giornata. Argh! Non vedo l'ora di andarmene da qui.
***
Ok ce l'ho fatta! Ho aggiornato! Che ve ne pare? Vi piace questa versione di Tyler? 🤔
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se sì, in giro dovrebbe esserci una stellina. Cliccate sù e fatemi felice😝! Ma sopratutto scrivetemi le vostre teorie. Fatemi sapere che ne pensate.
Kiss kiss💋
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
RomanceUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...