La mia mente viaggia a mille mentre cerco di concentrarmi sulle strade e stradine di Newberry e ispezionarle per bene in cerca di una mora dagli occhi di luna.
L'immagine stampata nella mente dei suoi occhi ambrati, colmi di lacrime e paura, non facilita la mia concentrazione. Cerco di pensare alle alternative mentre ripasso un paio di volte anche i negozi del paese, nel caso non avessi visto bene la prima volta.
Come si fa a non riuscire a trovare una persona in un paese così piccolo? È ridicolo e la cosa mi sta mandando fuori di testa.
Se fossi stato io al suo posto mi sarei parcheggiato al primo bar del quartiere e avrei bevuto fino a diventare un pezzo di legno. Un cervello intorpidito è un cervello che non pensa, e un cervello che non pensa è un cuore che non soffre. È una tecnica collaudata! Funziona sempre.Sembra che però Gwen non la pensi come me, perché non si trova in nessuno dei bar di questo maledetto paese. Se fossimo stati a Walnut l'avrei trovata in 10 min, invece mi tocca girare in moto per ore senza sapere dove cazzo andare a cercare ancora.
Mi fermo sul ciglio della strada vicino ad un parco per cercare di calmarmi e spengo la moto. Accendo una sigaretta confidando nella nicotina per sfogare lo stress che sosta su di me come una nuvola nera minacciando di rovesciarsi da un momento all'altro.
Ripeto a me stesso che questa non è la mia battaglia, ma ciò non mi fa sentire il cuore più leggero. Affondo la mano tra i capelli frustrato mentre i scenari peggiori mi passano per la mente.
Batto i pugni sul manubrio fino a farmi male cercando di togliermi dalla testa quelle immagini che la vedono al centro delle mie malate supposizioni e cercando di convincere me stesso che non le è successo niente. Devo smetterla di pensare sempre al peggio.
Probabilmente si sta leccando le ferite lontano da occhi indiscreti. A quel pensiero sento il cuore affondare nel petto e i sensi di colpa mi sopprimono come se stessi reggendo tutto il peso del mondo sulle spalle. Avrei dovuto seguirla a prescindere da quello che mi ha detto, ma l'orgoglio ha prevalso la logica come sempre.Sento dei singhiozzi soffocati provenire da dietro ad un albero e trattengo il fiato per qualche secondo per riuscire a capire la direzione da cui provengono. Butto via la sigaretta ancora accesa e scendo subito dalla moto per vedere meglio.
La vedo lì, seduta sotto un albero con le ginocchia piegate sotto il petto e la testa tra le mani. È girata di spalle con lo sguardo perso nel vuoto, immobile. Sento un onda di sollievo e dolore trapanarmi il petto con violenza, come se qualcuno mi avesse buttato addosso dell'acqua fresca in questo caldo infernale e poi mi avesse infilzato una spada nel petto. Odio vederla così. Preferisco mille volte vederla infuriata con me.
Girata di spalle com'è, non credo che mi abbia notato perciò con passi esitanti mi avvicino piano piano. Sono ancora a distanza di sicurezza quando i miei occhi catturano il movimento di una figura sospetta. Noto un uomo che sotto l'ombra di un albero, a qualche metro di distanza da lei, la guarda attentamente. Non sono sicuro delle sue intenzioni, ma il fatto che cerca di nascondersi dalla sua vista non è affatto rassicurante. Ha un cappello nero in testa che lascia intravedere i capelli scuri e il volto coperto da un paio di occhiali un po' grandi per il suo viso.Ma che cazzo?! Che è? Un maniaco?
Tutta la calma che stavo cercando di mantenere se ne va in due secondi sotto ad un ponte e senza pensarci due volte cambio direzione e mi avvicino invece a lui cercando di non fare rumore per non spaventare Gwen. Ha già abbastanza problemi da affrontare in questo momento. L'uomo mi nota ma non si smuove dalla sua posizione.
Piuttosto sembra che mi stava aspettando. Sento tutta la frustrazione e la rabbia prendere il controllo e la prima cosa a cui penso è quella di piantargli un bel destro in pieno viso e rompergli quegli occhiali del cazzo insieme al naso.
Probabilmente è uno di quei maniaci che vedono un'occasione d'oro appena notano una ragazza in difficoltà. Quando sono abbastanza vicino, lui mi fa segno di fare piano. Ha pure il coraggio di dirmi di fare piano?
"- Chi cazzo sei e perché stai spiando la mia amica?" Gli chiedo guardandolo in cagnesco ma senza alzare la voce. Lui non si muove nemmeno.
"- Non ha importanza" risponde tranquillo. La sua attitudine non mi sta aiutando, ma uno sguardo a Gwen e alla sua figura immobile e mi convinco a non fare una stupidata.
"- Quello che importa è che devi portarla con te. Lontano da qui. E non lasciare per nessun motivo che torni a Chicago." Continua con voce bassa ma senza nascondere dei toni di avvertimento che mi mettono in allarme.
"- Ma di cosa stai parlando?" Lo guardo con sospetto.
"- Gwen ha avuto una vita difficile e spericolata. È una ragazza intelligente, ma è in grave pericolo ora. Non deve tornare a Chicago per nessun motivo al mondo." Ripete mantenendo la voce bassa con un velo di minaccia. Mi guardo intorno per capire se è da solo o accompagnato, ma non vedo nessuno nei paraggi. Gwen è ancora seduta sotto l'albero e non si è mai mossa. Sembra essere fatta di cemento, come una statua.
"- Tu chi cazzo sei per dirmi cosa fare? E poi se credi che lei mi dia retta allora non hai fatto bene i compiti." Gli dico confuso più che mai. Non so neanche perché sto ancora parlando con lui e perché gli sto dando spiegazioni."- Non te lo sto dicendo, te lo sto chiedendo." Dice. Chiedendo un cazzo! Questo discorso sta diventando sempre più inquietante ed io non ho più voglia di rimanere ad ascoltare.
"- Beh! Le tue fottute richieste te le puoi infilare sù per il culo" ringhio ad un palmo dalla sua faccia, cercando di vedere sotto quei occhiali e quel cappello, ma lui non indietreggia nemmeno di un millimetro. Di solito le mie minacce funzionano meglio...
Lui sorride e guarda di nuovo lei."- Lei è una sfida, non è così?" Chiede con quella tranquillità che mi fa alzare la pressione del sangue.
"- Che cosa vorresti dire con questo?" Sento che la mia guardia sta scemando ad ogni minuto che passa. A questo punto avrei preferito che quest'uomo fosse un maniaco. Adesso sarebbe stato sotto i miei piedi, pestato a sangue fino a farli passare la voglia anche di vedere una donna d'ora in poi. Questa situazione...non so più cosa fare. Non so se credergli o meno. Non so che motivi potrebbe avere per dirmi tutto questo. Solo che per qualche secondo, la sera della festa mi passa davanti agli occhi come flashback. Quella sera Dan ha detto a Gwen che un ragazzo gli mandava i saluti da parte di una donna. Mi ricordo il viso di Gwen cambiare colore e diventare pallido per qualche secondo e non posso evitare di sentire che quello era un avvertimento. Sicuramente le cose sono collegate.
"- Ha a che fare con Carmen?" Chiedo allo sconosciuto in un tentativo di estorcergli più informazioni. Posso sentire la sua postura irrigidirsi, indicando che per una volta sono io a coglierlo di sorpresa, ma non lascia trapelare informazioni."- Ti prego Tyler, non lasciarla andare" dice lasciandomi lì perplesso e congelato.
Avevo capito da quella sera che lei nascondeva qualcosa, ma a quanto pare si trova in una situazione peggiore di quello che credevo.
Lo sconosciuto se ne va, lasciandomi lì con mille domande che ronzano nella mia testa senza darmi nemmeno una risposta e la frustrazione cresce ancora di più. Lo guardo mentre si allontana senza staccargli gli occhi di dosso. Ha una statura robusta, ma non molto alta. Dai vestiti che indossa, jeans e maglietta scura, direi che non sia un uomo ricco. Il modo di camminare è quella di una persona sicura di sé. Cerco di memorizzare ogni dettaglio nella mia memoria visuale e poi sposto la mia attenzione su Gwen.
Mi avvicino e mi inginocchio davanti a lei cercando disperatamente di farla parlare. La chiamo più volte senza ricevere risposta. Sembra che oggi nessuno mi risponda. Ha gli occhi rossi, sgranati guardando il vuoto. La scuoto leggermente per le spalle cercando di farla reagire, ma lei sembra senza vita.
"- Gwen per favore" non so neanche per che cosa la sto pregando, ma lei inizia a reagire scuotendo la testa. Si mette le mani in testa e comincia a tirare i capelli. Sembra impazzita!
"- Ho fallito. Non mi rimane più nessuno" le sue urla riempiono il mio petto vuoto. Tornano in singhiozzi e poi in tosse.
La abbraccio, ma lei mi spinge via. La stringo di più con una mano, ignorando i suoi tentativi di mandarmi via, mentre con l'altra disegno piccoli cerchi sulla sua schiena cercando di calmarla. Dopo un po' si arrende e mi lascia cullarla.
Le parole dello sconosciuto pesano come macigno sul petto mentre la vedo così fragile e persa. Non so più cosa fare, quale sia la cosa giusta... Pezzi di conversazioni con lui, i signori Everton e l'accertamento di Dan appaiono a turno nella mia testa. È tutto sfocato e confuso, ma cerco di non pensarci ora e sollevo Gwen in braccio da terra."- Andiamo a casa" le sussurro anche se non sono sicuro perché l'ho detto.
***
Hey wattpadiani, come state? È passato un po' dall'ultima volta che ci siamo sentiti. Per fortuna ho passato l'esame per il quale mi stavo preparando, ma purtroppo ne ho altri in vista 😩Non finiscono mai 😤.
Questo è un po' un capitolo di svolta nella storia, perché non è più tutto concentrato sulla storia tra Tyler e Gwen, ma entra in gioco il passato. Che ne pensate? Chi sarà l'uomo "nero" 😝? Fatemi sapere le vostre opinioni, come sempre positive e negative.
Se il capitolo vi piace cliccate la ⭐️. Ci sentiamo nel prossimo capitolo!
Kiss kiss!
😘
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
RomanceUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...