Scherzo infantile?

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"- Shshshshsh...la sveglierai prima" sento la voce flebile di Ron e delle risate in sottofondo. Dei passi leggeri, sulle punte delle dita, si avvicinano al mio letto lentamente.
"- Se non la smetti di parlare la sveglierai di sicuro" la voce di Tyler imita quella dell'amico ridotta ad un sussurro. Anche se in uno stato di dormiveglia riesco a percepire la loro vicinanza al mio letto e mi costringo ad alzarmi per vedere cosa sta succedendo.
Mi alzo su un gomito assonata stropicciando gli occhi con una mano, ma nel momento in cui gli apro la mia faccia viene a contatto con una secchiata d'acqua ghiacciata. Oh no! Non l'hanno fatto!

Sussulto al contatto con l'acqua gelida e mi metto seduta sul letto cercando di calmarmi. Il mio pigiama è ora tutto bagnato e mi si attacca sulla pelle diventando del tutto trasparente. Dovrei cercare di coprirmi, ma in questo momento la mia logica è offuscata dalla rabbia nei confronti di quei due che se la ridono davanti a me a mie spese. Li guardo torva, per niente contenta che si divertono a mio discapito. Ron tiene in mano il suo telefonino, probabilmente per documentare il loro scherzo infantile, ma in questo momento poco m'importa.

"- Vi taglierò le palle e ve le darò in pasto" li minaccio con voce bassa ma minatoria. Ron si porta istintivamente una mano giù mentre Tyler continua a ridere piegato in due, ma quando registrano le mie parole corrono fuori dalla camera, in corridoio. Quel cavolo che li rincorro! Non riuscirei a prenderli comunque. Chiudo invece, la porta della camera a chiave e aspetto. Saranno loro a venire da me, e anche pregando.
Cerco dei vestiti puliti di Tyler e mi tolgo il pigiama. I suoi pantaloncini mi stanno un po' larghi, così li arrotolo sulla vita perché non mi cadano e annodo la maglietta che mi arriva fino a metà coscia. Asciugo velocemente i capelli e li raccolgo in una treccia.
"- Apri Gwen" sento la voce di Ron mentre sono ancora in bagno e una leggera bussata sulla porta. Non li rispondo. Devono provarci di più.
"- Dai era solo uno scherzo, apri per favore" continua a bussare.
"- Sei incazzata?" Questa volta parla Tyler. Incazzata? No! Di più!
"- Hey mi dispiace, non pensavo che te la saresti presa così tanto" Ron cerca di scusarsi, ma le risate che sento in sottofondo non mi convincono.
"- A me no. È stato troppo divertente " Tyler non si trattiene dalle risate. Sono dei bambini nel corpo di un adulto. Gli ignoro e vado a sedermi sul letto. Tiro fuori da sotto il cuscino, ora bagnato, il diario che ho nascosto. Per tanto tempo, da quando ho iniziato a tenere traccia dei miei ricordi, ho raccolto solo episodi amari che hanno attribuito ad avvelenare il mio spirito ottimista. Mi hanno portato a pensare che non c'è più ritorno per me a quella che ero, a quello che avevo ed è vero. Non possiamo fare retromarcia, ritentare la fortuna e sperare che forse, se ci comportiamo diversamente tutto andrà bene. Ma per la prima volta inizio a pensare che forse ciò che voglio non è il continuo di una vita passata ma una nuova. Un ripristino come con un computer, in grado di cancellare ciò che non ti serve, i virus che danneggiano la tua memoria rendendola inaccessibile per paura di trovarci solo dolori. Forse un giorno sarò in grado di farlo, ma non ora... Ora, tutto ciò che riesco a vedere davanti a me è un uomo e due bambine. Corrono fuori in giardino una dietro l'altra. Il sole è alto nel cielo, da qualche giorno la primavera ha preso il posto dell'inverno e ha sciolto il manto bianco della terra. Il prato ha appena iniziato a crescere di un verde chiaro che invoca allegria, così come i fiori sbocciati intorno a esso. "- Vi prenderò" gli rincorre il padre e loro cercano di correre di più, ma le risate non le lasciano prendere fiato e cadono per terra ridendo aspettando che l'uomo le prenda in braccio. Allungo una mano verso la finestra, come per prendere con la mano quel ricordo e infilarmelo in tasca, ma svanisce prima che io riesca a raggiungerlo.

Fuori il sole splende. Dopo la tempesta di ieri sera l'aria si è leggermente raffrescata rendendo meno cocenti i raggi del sole. La terra, ora zuppa dell'acqua che è caduta giù generosa, rilascia un forte odore misto a quello delle rose che la signora Rita ha piantato in piccoli vasi disposti sul davanzale delle finestre di ogni camera. Una gradita cortesia per gli ospiti che non tutti apprezzano quanto dovrebbero, ma che io mi ritrovo ad amare.

Osservo il cielo limpido, di un azzurro intenso e il buon umore si fa spazio nelle pieghe della mia anima, spazzando via la sensazione di rabbia di poco fa. Inizio a pensare che forse ho reagito un po' male ed ho esagerato a lasciare fuori i ragazzi per così tanto tempo. Tyler non aveva addosso la maglietta e nemmeno le scarpe, e per quanto la giornata sia soleggiata, l'aria è ancora un po' fredda e umida. Le loro voci è da un po' che non li sento, ma non credo che se ne siano andati.
Apro la porta per trovarci Tyler appoggiato su di essa. Inciampa sui miei piedi mentre mi passa accanto per entrare in camera, e cade giù facendomi ridacchiare. Una piccola rivincita! Ride anche lui e si mette seduto sul parquet. Non mi sono ancora dimenticata dell'episodio di ieri, di quello che mi ha detto, ma non riesco comunque a tenergli il broncio.

"- Bei vestiti" mi schernisce indicando i vestiti che ho indosso.

"- Queste sono le conseguenze dei vostri scherzi infantili" sbotto, ma un sorriso tradisce il tono della mia voce "- Aproposito dov'è l'altro idiota?" Chiedo guardando alle mie spalle in cerca di Ron.

"-Ha una chiave di riserva giù nella reception" mugola infilando una maglietta. Annuisco anche se sò che non mi può vedere. Mi siedo sul letto e riprendo da dove ero rimasta, a scrivere sul diario.

Ecco qui un nuovo capitolo. Siccome avevo promesso ad una persona che avrei aggiornato ieri, ma non ho potuto farlo, per farmi perdonare farò un doppio aggiornamento, perciò stasera aspettatevi un altro capitolo.

Kiss kiss!

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora